DATI, CURIOSITA’, CONSIGLI, NOTIZIOLE redatte (tanti anni fa… ma qualche info/commento potrebbe risultare ancora utile….) per una (colta) Guida Turistica ….
Chi l’ha detto che hanno ragione le solite guide pedisseque e precisine? Anche un pò di info alla rinfusa su un posto dove andare, può meritare una scorsa…

IL CAMINO DE SANTIAGO

IL CAMINO DE SANTIAGO

UNA SPAGNA O MOLTE SPAGNE
A parte l’anomalia geografica delle Canarie, una provincia spagnola su una costola dell’Africa, più che di Spagna si dovrebbe parlare di Spagne perchè, tra i Pirenei e le Colonne d’Ercole, le specificità e le differenze sono numerose e in qualche caso profonde. Un esempio? La presenza di 4 lingue ufficiali (spagnolo/castellano, catalano, basco, galiziano/gallego) in un Paese la cui popolazione non raggiunge i 50 milioni di abitanti. Un altro esempio? Le due culture storiche e ambientali di una Spagna Atlantica e di una Mediterranea. Una Spagna a nord che si misura con i venti, le nuvole e le acque fredde dell’oceano e l’altra a sud che nuota nelle onde tiepide e si abbronza sotto un sole caldo. Un altro ancora? C’è una Spagna che alle Baleari cena all’aperto anche a Natale mentre sulla Sierra Nevada, alla latitudine di Algeri, si scia per tre mesi di fila. Anche Goya non dovette ricorrere alla fantasia per dipingere laNevada: nella sua Aragona spira dai Pirenei un venticello più che rinfrescante, il Cierzo.

L’IMBARAZZO DELLA SCELTA
Si capisce insomma che la Spagna è uno di quei Paesi che è difficile trovare monotono. Per la natura come per le architetture, per le tradizioni come per i paesaggi. Per esempio, appena messo piede nella Penisola Iberica, dove i Pirenei occidentali scendono nel mar Cantabrico, alla vista della baia di San Sebastian si immagina che perfino il Creatore abbia dovuto usare compasso e righello per disegnarla così armoniosa (ovale perfetto, apertura sull’oceano vigilata da due promontori, in mezzo un’isola completa il paesaggio). E chi da San Sebastiàn si dirige a sud, in Navarra, può fare la conoscenza di un deserto, le Bardenas Reales. Lo stesso capita tra Lerida e Zaragoza con il nulla dei Monegros. O poco distante da Almerìa, con il deserto di Tabernas.
Oppure pensando a 8 secoli di permanenza araba sulla penisola: di quella lunga storia sono rimasti palazzi nello stile Mudèjar e in quello Mozarabe, ma molto è rimasto anche nella cucina e nella lingua (il 14% delle parole spagnole è di origine araba). Sefarad in ebraico significa Spagna e Sefarditi sono gli ebrei cacciati daiReyes Catolicos. E ancora: la notte del 19 marzo, San Josè – Giuseppe, Valencia va a fuoco, si lascia alle spalle l’inverno e porge il benvenuto alla vita che rinasce, la primavera. Gli antichi Saturnalia sono diventati le Fallas Valencianas, una festa di popolo corale ed elegante (vedere i costumi di rara bellezza della processione della Ofrenda).

GUIDA BREVE

Caceres, Plaza de Toros

Caceres, Plaza de Toros

Fiordi della Galizia Resi ancor più intriganti dal viavai delle maree. Si chiamano Rias, Altas e Baixas, tra bianche spiagge deserte e alte fontane create dalle onde che si infrangono sulle rocce.
Deserto di Los Monegros Battuto da venti caldi, è stato il set del film Jamòn Jamòn – Prosciutto Prosciutto di Bigas Luna.
Deserto di Tabernas Un altro divo cinematografico, questa volta in Andalusia: infatti ha visto girare C’era una volta il West e altri Spaghetti Western di Sergio Leone.
Coto de Doñana Protagonista della ricca fauna autoctona spagnola (con la capra montesa, l’aquila imperiale, il toro bravo) la lince iberica si concede alla vista (anche se raramente) in questo Parco che è Patrimonio dell’Umanità.
Dehesa Le colline di sugheri, il cerdo iberico degusta le bellotas/ghiande, diventeranno prosciutto. Siamo in Extremadura (“ultimo polmone verde d’Europa”). E Dehesa de Extremadura è giusto uno dei marchi più prestigiosi del jamón serrano.

Asturie Dove si rivendica di essere la sola Spagna doc: mai conquistata dai moros.

Saragozza
Sull’Ebro, Cesar Augusta romana, Saraqusta musulmana, capitale del regno di Aragona, oggi Comunidad autonoma. Basilica barocca della Virgen del Pilar patrona della Hispanidad (Fiesta il 12 ottobre).

Valencia
Un tempo (solo) Paella e Fallas, adesso (anche) cultura e monumenti (la Ciutat de la Artes y las Ciencias), e sport (la Coppa America, il GP di F1). Risultato: grande destinazione turistica.

Siviglia
In primavera polo del turismo mondiale (Semana Santa e Feria), tutto l’anno una città che custodisce la cultura, il folklore, le tradizioni dell’Andalusia (più che una regione).

Malaga
Fenicia, romana, araba poi capitale del Turismo (Costa del Sol), da non perdere il panorama da Gibralfaro e il museo del malagueño Picasso.

Cordoba
Grande vanto, ospitò per secoli in armonia le culture delle tre religioni monoteiste. La Mezquita (Catedral), visitarla è un obbligo.

CABO DE GATA (Almerìa)
Uno dei 3 più importanti Cabos (con quelli di Creus e de la Nao) del Mediterranea spagnolo. Fino a Mojacar una costa fantastica, spiagge, calette e scogliere da scoprire, un mare imprevisto, e silenzioso.

ALPUJARRAS
“A sud di Granada” libro dedicato da Gerald Brennan a una recondita (da sempre rifugio dei vinti) terra di montagna tra la Sierra Nevada e il Mediterraneo. Costumi e tradizioni, aria fina (prosciutto di Trevelez).

LA PALMA (o Isla Bonita, Canarie)
Nome completo Señor San Miguel de la Palma, non nota quanto meriterebbe. A Santa Cruz case in stile andaluso/portoghese e arte fiamminga, la Caldera de Taburiente, il più grande cratere della Terra.

CACERES
Uno scrigno di città medioevale (Patrimonio dell’Umanità), il tempo sembra essersi fermato, palazzi, case, chiese, ritorno al passato.

Barcellona
Era già bella, ultimamente ha deciso di regalarsi il mare (che brutte quelle fabbriche per chi arrivava navigando), adesso è anche balneare (oltre che elegante, colta, concreta). I catalàn, dalla pietra il pàn.

Costa Brava
Brava, in catalano Selvaggia, e (salvo due ‘resorts di massa’) tale è rimasta, soprattutto al nord. A Cadaquès (e all’interno a Figueres) Dalì emoziona.

Sierra Nevada
Neve no problem (ha ospitato persino i Mondiali di Sci). E viste le distanze un giorno di sogno può divenire realtà: uno slalom, un tuffo nel Mediterraneo, il tramonto sulla Alhambra. Che più?

PAESI BASCHI
Molto più spagnoli di quanto dicano, salvo quel grosso mistero della lingua, Shangri Là dei gourmets e degli esteti (mare & monti, corse di massicce barche a remi, bei paesaggi e quel magico museo a Bilbao…).

FORMENTERA
Da sempre famosa, prima granaio (basta il nome) di Roma, adesso paradiso vacanziero. La quarta (ma solo per dimensioni) delle Baleari, il Mediterraneo allo stato puro.

Malaga, Feria

Malaga, Feria

MALLORCA
Veterana del turismo in Spagna, non accusa il passar del tempo, continua a piacere (non solo ai romantici sognatori di Chopin e George Sand, mentre suonano i violini nelle Cuevas del Drach).

MENORCA
Curiosa isola, a est e ovest due bei porti naturali, da nord giunge un fresco Maestrale, a sud spiagge a misura d’uomo, all’interno pascoli (buoni latticini), ovunque tanto Gin(epro) scoperto dalla Royal Navy.

IBIZA
Isola dai contrasti, la ex greca Pitiusa: vita vita giovanile in città (Dalt Vila, patrimonio dell’Umanità), nell’interno recondite magioni chic del jet set internazionale.

CHINCHON
A 40 km da Madrid, la magnifica Plaza (star del cine nel “Giro del Mondo in 80 Giorni”, apparve tra i primiposters del turismo spagnolo), chiesa con un Goya, bel Parador ex convento, Mesones per mangiare casareccio.

RONDA
Scherzo della natura, il Tajo (profonda fenditura) ha creato una ciudad Nueva (Plaza de Toros, in settembre elegante corrida Goyesca) e una Vieja (angoli dimenticati dal tempo, nel silenzio della Serranìa).

CADICE
Forse la città più antica (Fenici) dell’occidente, isolata nella baia, vive solo di mare (sosta a Playa de la Caleta e passeggiata al Castillo). Per secoli quanti galeoni, ricchezze in arrivo dall’America. Storia e pirati.

CAMINO DE SANTIAGO
Chi va a piedi percorra almeno 100 km, in bicicletta 200. A Santiago (consegnando la Credencial timbrata lungo il Camino) otterrà la Compostela (attestazione). Imparare la parola Ampollas, vesciche (ma i farmacisti sanno già).

COSTA DE LA LUZ
Assai godibile percorrerla da Tarifa a Cadice: a Valdevaqueros dune, vento e mare, grande surf; a Baelo Claudia (sito archeologico) i romani producevano il saporito (!) Garum; spiaggia infinita a Zahara de los Atunes; dietro a Cabo Trafalgar, Vejer de la Frontera, bel Pueblo Blanco.

EXTREMADURA
Regione povera (i Conquistadores suoi figli cercarono fortuna in America), adesso “ultimo polmone d’Europa”, la storia s’è fermata a Caceres, Plasencia, Trujillo (e nella romana Merida).

PUEBLOS BLANCOS DE ANDALUCIA
Che belli! D’improvviso, su brulli monti, il bianco accecante di paesi dai muri abbondantemente nettati con la calce. Molti pueblos detti ‘de la frontera’, a lungo avamposti delle lotte tra Moros y Cristianos. I più noti: Arcos, Chiclana, Conil, Jimena, Olvera, Vejer, Zahara…

SEFARAD SPAGNA EBRAICA
A più di mezzo millennio dall’espulsione, ricordi delle Juderìas a Cordoba, Toledo, Girona (bel museo), Granada, Ribadavia, Hervàs. Molti piatti della cucina spagnola sono di origine ebraica.

CULTURA
Il viaggiatore che entra in Spagna alla Junquera e prosegue lungo la costa mediterranea non sentirà parlare spagnolo/castellano per più di 700 km (fino alla Comunidad di Murcia). Precisato che nelle antistanti Baleari si parla un linguaggio simile al català e al valenciano e nei Paesi Baschi e in Galizia sono ‘legalmente’ riconosciute le lingue locali, ne consegue che a sud dei Pirenei si fa già cultura cercando il perché di queste diversità.

Eppoi Madrid, Europa, ma sovente mentre la giri ti viene da pensare che Buenos Aires e Città del Messico siano più vicine di Berlino (mica per niente per gli spagnoli l’Atlantico è il Charco, la pozzanghera).
Un equilibrato cocktail di natura, variata cultura e folklore favorisce la partenza dell’esperto viaggiatore. E alla Spagna non mancano queste componenti del turismo intelligente. Anzi abbondano. Qualche esempio? Eccone tre, a nord, sud e al centro del Paese.

Il Camino de Santiago non è ormai un percorso soltanto religioso. Lungo i più di 750 km (Camino Francès, da Roncisvalle a Santiago de Compostela) di questa “autostrada della cultura” dicono che si è formata (o forse si sta ancora formando) l’Europa, quella vera (non dello spread). Chi ottiene la Compostela (attestato di aver compiuto almeno 100 km a piedi e 200 in bicicletta) si è arricchito di valori dello spirito, ha conosciuto i silenzi della natura, ha incontrato genti diverse (crapuloni navarros e vascos, seriosicastellanos, introversi gallegos). Il “Camino” è una trasferta sobria (ma passando per Pamplona, che casino quei Sanfermines tra il 6 e il 14 luglio).

In Andalusia, a Pentecoste, le Marismas/maremma del romano Betis poi arabo Guadalquivir si animano, più di un milione di persone occupa per un weekend un agglomerato di case quasi deserto per il resto dell’anno. Si compie la Romerìa/pellegrinaggio del Rocìo, più di 100 Hermandades, confraternite si recano a venerare la Virgen. Tanta religione, ovviamente, ma ancor più folklore e tradizione (oltre che mondanità, abbonda iljet set). E un miracolo si compie regolarmente: folla enorme, notti bianche, gente stanca e logorata, nemmeno una scazzottatura.

MADRID

Cervantes e cultura hispanica, il  "colombiano" parla un ottimo 'castellano'

Cervantes e cultura hispanica, il “colombiano” parla un ottimo ‘castellano’

Gran Via Viavai di auto e gente, shopping, cafeterias e cattedrali del Jamòn, il 1° grattacielo in cemento armato in Spagna, tanti cinema, un bar/museo hemingwayano.

Barrio de Salamanca Quartiere chic nella Milla de Oro (epicentro Calle Serrano) vi si celebra il ricco shopping dei Famosos e Poderosos.

Congreso de los Diputados Camera dei deputati, las Cortes di Franco.

Museo Nazionale Reina Sofia Arte moderna. Guernica.

Retiro Storico parco della capitale: corsi d’acqua, giardini (splendida la Rosaleda), alberi plurisecolari, laghetto con barchette.

San Francisco El Grande Per il magnifico San Bernardino di Goya.

Santiago Bernabeu Del Real Madrid, stadio, museo e affollato Shop.

Rastro Mercato (delle pulci) domenica mattina alla Ribera de Curtidores, 3400 bancarelle.

Ronda,plaza de toros

Ronda,plaza de toros

Academia de San Fernando Nel palazzo Goyeneche (1774) per chi dopo le visite ai 3 Musei del Miglio d’Orovuol saperne di più.

Catedral de la Almudena

Neogotico, nota per le nozze di Felipe e Letizia, a pochi metri muraglia della Magerit araba.

Cibeles

Tra i Paseos del Prado e Recoletos, fontana della dea Cibeles, feste dei tifosi della Selecciòn e del Real Madrid (l’altra squadra, l’Atletico, esulta alla fontana di Nettuno).

Monasterio de la Encarnaciòn

Per chi, visitato Las Descalzas Reales e vuole saperne di più su Los Austrias (chiostro, chiesa barocca, sala delle reliquie).

Monasterio de las Descalzas Reales

Poco noto, va visitato da chi ama El Madrid de los Austria (gli Asburgo) e vuole riviverne la storia tra saloni, arredamento e opere d’arte.

Palazzo Reale

Sulla Plaza de Oriente (le adunate oceaniche franchiste), barocco italiano, notevoli la Farmacia e l’Armeria.

Paseos (Prado, Recoletos, Castellana)

Asse di Madrid (nord/sud), la rende metropoli.

Plaza Santa Ana

Tra il Teatro Español e l’ex “taurino”, Hotel Reina Victoria (vi dormiva il mitico Manolete), storiche birrerie.

Plaza de la Villa

Ospita l’Ayuntamiento/Municipio e 3 edifici storici di varie epoche (la Torre dei Lujan, XV secolo).

Plaza de Toros de Las Ventas

Stile morisco, tempio della Tauromachia (chi toma la alternativa, ‘laureandosi’ matador de toros, lareconfirma qui). Alla Feria de San Isidro c’è chi va per ‘vedere e farsi vedere’.

Plaza Mayor

Come in tutte le città spagnola, un tempo corride, processioni ed esecuzioni, oggi feste, manifestazioni, turisti.

Prado

Pinacoteca, da quasi due secoli punto di riferimento dell’arte.

Puerta de Alcalà

Eretta da re Carlo III (1778) il ‘miglior sindaco di Madrid’.

Puerta del Sol

‘Km 0’ della Spagna, un posto per appuntamenti o per manifestare, a Capodanno le 12 Campanadas di mezzanotte, spumante a fiumi.

Reina Sofia

Preferito al Prado dagli amanti dell’arte moderna (!), deve la fama a “Guernica”.

San Antonio de la Florida

Real Ermita, tomba di Goya sotto la cupola da lui affrescata.

Stazione di Atocha

Capolavoro dell’architettura ferroviaria, giardino d’inverno (4000 mq).

Thyssen Bornemisza

Nel palazzo di Villahermosa, fantastica collezione trasferita da Lugano dopo le nozze del barone Thyssen-Bornemisza con una bella spagnola.

CONSIGLI E SCONSIGLI

FUSO ORARIO Identico in Spagna e Italia, ma aggiungere un’ora (a quella italiana), anche abbondante, quando si va al ristorante (due, in più, d’estate in Andalusia).

PAGARE (nei bar) Si paga ‘alla fine’ (non prima), il cassiere cobra/incassa dopo l’ultima consumazione.

GASTRONOMIA Le ricette di Paella, Gazpacho e Sangrìa: tutte balle, non esistono. Eccone la prova. Paella (e al ritorno il vero viaggiatore dirà correttamente ‘paèglia’): la madre di famiglia valenciana si ritrovava con un po’ di riso, guardava nella dispensa ciò che restava e lo aggiungeva all’arroz in cottura. Gazpacho: al bracciante in partenza per il campo assolato la donna andalusa preparava un ‘passato’ (al setaccio!) con le verdure che aveva in casa. Sangrìa: per allungare e insaporire il vino avanzato al termine degli umili pasti di mezzodì, i muratori madrileños aggiungevano quel che capitava, gazzosa, bucce d‘arancia, ghiaccio, un po’ di brandy (se c’era). Sangrìa, insomma. E diffidare da quelle sentenziate sugli asciugamani venduti nelleboutiques turistiche.

HAPPY HOUR Per ora rara in Spagna, odiata dagli spagnoli in Italia. E giustamente: bevi soltanto, senza mangiare quel che c’è, e paghi la stessa cifra. Là bevi, dopodiché, se vuoi, paghi a parte il mangiucchiare (vedi pinchos/tapas).

JAMON Attenzione: per Serrano si intende soltanto un prosciutto qualsiasi stagionato in montagna (almeno si spera). Ma c’è maiale e maiale, e di quello iberico, ‘fonte’ del divino Jamòn de Pata Negra (perfetto se de Bellota/ghianda) gli spagnoli possono davvero vantarsi.

NAVARRA Ma quanto mangiano i Navarros (e pure i Maños, gli aragonesi, non scherzano).

OLE’ vedi Corride.

Paella

Paella

PICAR (PARA) La vicenda spagnola più innervosente il turista italiano. Solitamente al ristorante gliEntremeses/antipasti sono serviti in un grande piatto unico, al centrotavola, e ognuno si serve, ‘tira su’ quel che preferisce. Gli italiani, no! Vogliono il loro bel piatto personale (solo ansia?).

PINCHOS Altro non sono che le Tapas nel nord della Spagna. ETapa è una parola che in italiano si fa tremenda difficoltà a tradurre (assaggini, stuzzichini, minirazioni, piattini ecc.).

TAPAS vedi Pinchos

PORTOGHESI Non chiedere agli spagnoli cosa ne pensano; se dicono bene o male, non è vero: spagnoli e portoghesi si sopportano, e basta.

CHURRO Da non perdere. Bastoncini di acqua e farina fritti nell’olio, il desayuno (prima colazione) che più spagnolo (massime al centro sud) non si può. Intinti nel chocolate, poi … (n.b. cercare una Churreria, una delizia mangiato caldo, negli alberghi è freddo e non va bene scaldarlo al microonde).

CORRIDE Non vestire indumenti gialli (porta o almeno antan portava sfiga/gafe); dire Olè solo se in sintonia con il resto della aficiòn (e solo se si è capito perché); la reventa è un (abbastanza onesto) bagarinaggio delle entradas/biglietti); in alcune Plazas (Almerìa, Toledo) si prolunga l’intervallo tra il 3° e il 4° toro per celebrarvi la merienda: portano da casa ceste di vettovaglie, si stappano vinitos, talvolta spunta pure un jamòn (accettare senza problemi quanto offrono i vicini di posto, ne sono felici, se no si offendono).

ALHAMBRA Da sola, come si dice, vale il viaggio. Ma è più difficile entrarvi che valicare il Muro di Berlino, visite contingentate, lunghe file, prenotare e organizzarsi per tempo.

ZARAGOZA E’ più facile che un cammello … che un italiano, un francese e un inglese pronuncino correttamente Zaragoza

SEGNI PARTICOLARI

QUANDO

In Spagna il clima può cambiare anche di molto da nord a sud, potreste quindi ritrovarvi nel mese di agosto a morire di caldo in Andalusia e poi subito dopo a prendere freddo e pioggia nei Paesi Baschi. Spesso questo avviene proprio nel periodo delle famose Ferias, come le Semanas Grandes, Fiestas sfrenate che si svolgono in agosto (prima a Vitoria poi a San Sebastiàn e infine a Bilbao). E allora potreste farvi cogliere impreparati, magari arrivando dopo un caldissimo tour estivo nella Spagna del sud, e ritrovarvi senza nulla da mettere per ripararvi dalle intemperie. Se volete fare del mare è meglio andare sulla costa orientale o alle Baleari. Il centro della Spagna sarebbe meglio visitarlo in primavera e in autunno, se invece ci dovete andare d’estate aspettatevi molto caldo e d’inverno molto freddo. Così anche per l’Andalusia, che in agosto è quasi inavvicinabile anche perché molto frequentata.

GEOGRAFIA

Superficie: 505.370 kmq (51° posto)

Popolazione: 46.864.000 ab (27° posto)

Densità: 93 ab/kmq (85° posto)

PIL: 1.536.479 milioni di dollari USA (12° posto)

PIL/pc (PPA): 30.622 USD (28° posto)

Indice qualità della vita: 0,878 (22° posto)

Densità Turistica: Popolazione: 46.864.000 / Turisti annuali: 52.231.000 (3° posto)

VARIE

Lingua: spagnolo (ufficiale), basco (euskera), catalano e gallego (ufficiali nelle corrispondenti Comunità autonome).

Fuso orario: Central European Time (come l’Italia)

Prefisso tel. Internazionale: 0034

Moneta: euro

Codice internet: .es

Sito ufficiale del turismo: http://www.turismospagnolo.it/; www.mae.es/embajadas/roma/es/home