DAI BANDITI DEI FILM WESTERN ALLE HIGHLIGHTS TURISTICHE
x mondointasca.org del 19/7/2007 …. nella foto di copertina: info x chi avesse fame nel Colorado
Uno Stato dalla natura affascinante, con le foreste, le Rocky Mountains, le “regine” dello sci, Denver e Vail. Frequentatissimo dagli americani e dagli stranieri, non dimentichi, tutti, dei trascorsi avventurosi, quando imperavano le Colt
Se si parla del continente America si pensa agli U.S.A. e quindi all’egemonia della “English Way of Life” e della lingua inglese.
Ma si sbaglia, perché l’apporto emigratorio dalla Gran Bretagna fu inferiore a quello dalla Germania e, quanto alla lingua, se a lungo ha prevalso lo “yankee” parlato da Kennedy e John Wayne, più recentemente si sta verificando una certa inversione di tendenza.
Basti ricordare che per conquistare la Casa Bianca, Bush ha dovuto tenere alcuni discorsi in spagnolo, lingua che nel suo Texas é ormai più parlata dell’inglese.
Nella Metropolitana di New York si leggono da tempo le scritte in due lingue, quella di Shakespeare e quella di Cervantes, per non citare un terzo idioma sempre più parlato, lo “spanglish”, metà “spanish” e metà “english”.
La vicenda non è poi così recente, anzi, risale alle esplorazioni e alle prime colonizzazioni del continente America, anche nella parte settentrionale; ad esempio del Colorado, uno Stato che più U.S.A. non si può e merita alcuni cenni dagli interessanti risvolti storici e geografici.
Origini spagnole, spirito Yankee
Esplorato dai Conquistadores castigliani, ricevette l’attuale nome, che in spagnolo significa “rosso”, perché rossastre sono le acque del fiume Colorado per la grande quantità di terriccio calcareo trasportato.
E tante altre sono le località e le attrazioni turistiche battezzate dagli “hidalgos”, alla spasmodica ricerca dell’Eldorado: un Canyon multicolore si chiama Sangre de Cristo, il Mesa Verde é uno splendido Parco Nazionale adagiato su un altopiano desertico di nome Dolores.
Il Colorado (270.000 chilometri quadrati, soltanto un decimo più piccolo del Belpaese, per meno di quattro milioni di abitanti) è chiamato – negli States a ogni Stato affibbiano un soprannome, un fiore e un animale rappresentativo – “Centennial State”, perché divenne una delle attuali cinquanta stelle della bandiera U.S.A. nel 1876, un secolo dopo la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti.
Erano turisti “sui generis” quei coraggiosi pionieri che sui mitici carri visti mille volte nei film western, immancabilmente salvati in extremis dal 7° Cavalleria, attraversavano il Colorado verso l’agognato Far West.
Certamente, come i tanti turisti che seguirono, i bravi coloni e con loro i cacciatori di pelli, rimasero a bocca aperta alla vista delle splendide (quanto difficili a valicarsi) Rocky Mountains, le Montagne Rocciose, “highlight” (dicono appunto gli “Yankees”) del Colorado. A cime e pianori, vallate e foreste, fiumi e Parchi naturali, si aggiungono inoltre le vestigia della civiltà indiana degli Anasazi, geniali costruttori di sicure abitazioni scavate nelle pareti rupestri di inaccessibili località.
Denver, la città del miglio “verticale”
Per descrivere il grande “appeal” turistico del Colorado, basta dire Aspen e Vail (arcinote località sciistiche); la vittoriana Breckenbridge (magnifiche “mansions” in British Style); Steamboat (letteralmente “battello a vapore”, deve il nome alle sorgenti di acqua calda) nota anche come città dei cow boys, perché abbondano i ranch dai quali gli abitanti escono a cavallo per magnifiche cavalcate sulla neve.
A differenza delle capitali di altri States, quella del Colorado, Denver, é anche la più grande località dello Stato (circa seicentomila abitanti). Sempre in tema di soprannomi, la città è chiamata “The Mile High City” perché é posta sulle Montagne Rocciose a 1.609 metri di altitudine, l’esatto equivalente di un miglio.
La fortuna di Denver (fondata nel 1859) non é tanto dovuta all’eccellente e fine aria di montagna, quanto allo scoprimento di pepite d’oro e miniere d’argento lungo il torrente Cherry, affluente dell’importante Platte.
Tanta ricchezza richiamò in gran numero i famosi banditi raccontati da Hollywood; fuorilegge che infestarono il Colorado per la sua posizione centrale (confina con Wyoming, Nebraska, Kansas, New Mexico e Utah) all’inizio del “rush” finale verso il Far West che per i californiani – scherzi della lunga corsa all’Ovest e dei trasporti sempre più veloci – è ormai divenuto il Giappone).
Centocinquant’anni fa, banditi a gogò
Il Far West di Billy The Kid, che ingaggiò memorabili duelli con lo sceriffo Pat Garrett, mentre Butch Cassidy rapinava banche non senza inviare la foto di gruppo della sua banda alle banche spavaldamente rapinate (a Winnemucca, Nevada, è tuttora esposto uno di questi grati pensieri). Dal Missouri partirono i ben noti fratelli James, Frank e Jesse, che tra il 1866 e il 1881 ripulirono banche e assaltarono treni con estrema eleganza e signorilità (si fa per dire, erano normali fuorilegge, sennonché le leggende popolari amano conferire nobiltà alle imprese dei vari Fra Diavolo e Passatori).
Ma il codardo Bob Ford (alias John Carradine in un film western del 1939 – proiettato in Italia nel dopoguerra – che i meno giovani ricorderanno certamente) sparando alle spalle di Jesse (Tyrone Power) lo spedì, recita una famosa ballata, “in his grave”, sotto mezzo metro di terra.
Dopo tante pistolettate il Colorado – soprannome del giovane eroe nel (forse) più bel western hollywoodiano “Un dollaro d’onore” (Rio Bravo, 1959, ovvia star il mitico John Wayne e grande interpretazione di Walter Brennan) – prese atto che non era più tempo di agguati, di pellerossa e di sfide all’Ok Corral e saggiamente si trasformò in una delle più attraenti mete turistiche degli States.
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