Tra tante località mondiali del Vizio e del Gioco ne esistono (fortunatamente) alcune della Cultura (del libro) … ecco quella spagnola…

per www.mondointasca.org del 27/03/2008

Castilla y Leòn - Burgos - la catedralSono tante. Dalla Germania al Giappone, dall’Italia alla Francia, al Belgio, alla Svezia… collegate attraverso la International Organization af Book Towns. Oggi al club delle città del libro si è aggiunta la Spagna

La cultura è in svendita in molti paesi. Indagini e studi denunciano un calo di alfabetizzazione nelle cosiddette civiltà occidentali industrializzate (sta accadendo anche nel nostro Bel Paese). Nel mondo, però, c’è anche chi va controtendenza e legge ancora “i libri”, naturalmente.

Lo sapevate che esistono addirittura le “Città del Libro”? E non sono poche, se ne contano infatti una trentina. Una buona notizia ulteriormente accentuata dalla precisazione (basta con le megalopoli! fortunatamente sempre più in calo di abitanti) che non si tratta di grandi città, bensì di centri abitati a misura d’uomo, quando non minuscoli agglomerati urbani o villaggi.

Le “città” (e i “paesi”) del Libro
Ne cito alcuni: Mulhbeck, Germania – Kanda, Giappone – Aix en Provence, Francia – Montereggio, Italia – Bundonoon, Australia – Mellosa, Svezia – Stillwater, Usa – Redu, Belgio – Saint Pierre des Clages, Svizzera – Vlanden, Lussemburgo.

Posti (collegati attraverso una International Organization of Book Towns) scelti o già dedicati alla cultura del libro, estesa a tutte le componenti, quali le origini, la storia (già vecchia di seimila anni!) la confezione, la diffusione, le funzioni.
Appassionato lettore, con non meno di tre o quattro libri stabilmente parcheggiati (talvolta anche… consultati!) sul comodino da notte, mi candido a cittadino onorario delle sullodate Città del Libro, tra le quali risalta (recente new entry da solo un anno e per ora unica località librofila spagnola) la “castellana” Urueña.

La scelta di Valladolid, per onorare il Libro
L’encomiabile idea di creare una Città del Libro nella Castilla y Leòn, cuore e culla della Spagna dell’Evo Moderno, va riconosciuta alla Diputaciòn del capoluogo della Comunidad, Valladolid, storica città che nel giro di pochi anni vide la morte di Cristoforo Colombo (1506) e la nascita (1527) di Filippo II (che però, nel 1561, ripagò il luogo natale trasferendo la capitale a Madrid). E nella provincia dell’ultima capitale di Spagna (Valladolid tornò brevemente a esserlo dal 1601 al 1606) più esattamente cinquantacinque chilometri a ovest, la Diputaciòn scelse come Villa del Libro “vallisoletana” una cittadina medievale cinta di mura, Urueña, nella prosperosa Tierra de Campos, ai piedi dei monti Torozos.

Urueña, nata nella Spagna ultra-cattolica
Una “villa” (termine che in spagnolo è concesso a località vantanti una certa tradizione storica) che prima di attirare anche i bibliofili intrigava gli appassionati di storia, quantomeno regionale, per la vicinanza ad altre “poblaciones” ricche di ricordi e monumenti (Tordesillas, Medina de Rioseco, Torrelobatòn, Mota, Toro, Ampudia, Sahagùn sul Camino de Santiago). All’interno di un perimetro di mura (costruzione iniziata nel XII secolo) interrotto soltanto da due porte, su una superficie di sessantaseimila metri quadrati, sono stati edificati un castello (oggi cimitero) e altri edifici che hanno ospitato nomi illustri, di re e regine, del tardo medioevo spagnolo (degna di nota, inoltre, del XVIII secolo, la Casona de la Mayorazga).

Le Mura di Avila

Le Mura di Avila

Risalente al periodo di una Spagna che più cattolica non si poteva, la chiesa parrocchiale di Nuestra Señora de la Asunciòn (tardogotico del XVI secolo) costituisce il punto di riferimento del “casco urbano” di Urueña. Ma quanto ad architettura religiosa un apprezzabile esempio è situato a due chilometri dalle mura. La chiesa de la Anunciada (XI e XII secolo) costruita sui resti di un monastero “mozarabe”, costituisce infatti l’unico esempio di romanico–lombardo nella Castilla y Leòn.

Libri: di tutto e di più. Altroché RAI!
Tanta storia, in Urueña; poi ecco irrompere il “Libro”, questo magico e mai troppo lodato strumento di arricchimento della nostra testa, in un contesto non sempre obbligatoriamente culturale: chi esclude, ad esempio, che in futuro, la sera, stufi dei soliti noiosi Reality Shows e di altri beceri spettacoli televisivi, non si preferisca una lettura “leggera”, come i fumetti, le gags e/o quant’altro? Argomenti fors’anche frivoli, ma sempre di libri si tratta.
Per i bibliofili Urueña costituisce un vero e proprio Bengodi. Non si contano le librerie specializzate e dedicate alle più svariate branche del sapere, del divertimento e dell’informazione: libri antichi e artistici, letteratura infantile, edizioni fuori catalogo, commedie del Siglo de Oro, volumi di contenuto scientifico, stampe e incisioni, manoscritti ed ex libris, poesia, collezionismo, microedizioni, audiolibri.
A ciò si aggiungono le attività commerciali legate al libro, botteghe artigiane, un deposito di libri di ogni genere e costo per soddisfare le differenti richieste dei visitatori.

“e-Lea…” (e legga!) invito da accogliere
Quanto alle manifestazioni di contorno, nel primo anno di attività la Villa del Libro “vallisoletana” (aggettivo riferentesi a Valladolid) ha ospitato conferenze, concerti, mostre fotografiche, financo corsi di calligrafia araba, corsi per Cuenta Cuentos (affabulatori, narratori).
Ma a stupire è soprattutto il cuore e cervello pensante della Città del Libro di Urueña, il Centro e-Lea (in spagnolo, congiuntivo del verbo leggere, quindi “e-legga…”). Uno spazio di ben mille e trecento metri quadri destinato alla lettura, alla scrittura e alle varie applicazioni, ricco di una biblioteca, laboratori, sale espositive e un salone riservato alle manifestazioni. Infine, nell’Esposizione Tematica permanente dell’e-Lea, il visitatore si addentra nella Storia del Libro, un excursus in cui si viene a “saperne di più” del Libro come oggetto, strumento, contenitore, metafora, memoria. A Urueña, Valladolid, “en el centro del centro de Castilla”.