Modesti (ma fors’anche utili) dati, info (con segnalazioni & liberi commenti più o meno seriosi non trattandosi della solita guida ancorchè mini) al ritorno dall’ultima (la 5a o fors’anche era la 6a) gita (di cui 3 negli ultimi 4 anni) in India, Paese tanto vasto e popolato (sembra oltretutto che gli indiani vogliano financo raggiungere e superare i cinesi) da costituire addirittura un subcontinente ….
Itinerario della gita.
Delhi (in aereo) a Udaipur, (in bus) a (a/r 262 km) Cittaurghar, a Ranakpur, Jodhpur (269 km), a Jaisalmer (305 km), a Bikaner (355 km), a Jaipur (361 km), a Amber, Abhaneri, Fathepur Sikri, Agra (233 km), (in treno e bus) a Jahnsi, Orchha e Khajuraho , (in aereo) a Varanasi e (in aereo) a Delhi.
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AGRA
‘The city of World Heritage’ nel senso di Taj Mahal, e basta la parola (ancorchè meriti una visita anche il Forte Rosso). Perchè (romanticamente parlando, ma anche per la sua grande bellezza) il citato, “più sublime monumento all’amore eterno”, vuoi mettere? (Oltretutto ho sentito dire che la cupola del parigino Sacre Coeur altro non sia che una –brutta- copia di questo capolavoro proteggente la tomba della bella Mumtaz adorata dal Moghul Shah Jahan, cosa non fa fare l’amore….). Non per niente visitare il Taj Mahal costa caruccio (1000 rupie, circa 10 euro, chiuso il venerdì). Ancorchè non ‘storico’, quanto a datazione, l’hotel Oberoi (a 2 passi dal Taj Mahal) merita una visita (sfarzoso ingresso, hall, terrazza, su piscina, con vista sul Taj Mahal) soprattutto se il viaggiatore visita l’India in alberghi non ‘da sciur’ (ma anche l’Oberoi non è poi così caro: dalle 65 rupie per una ‘Premier room’ alle 750 della Koinoor Suite). P.s. Distanze, da Agra (Uttar Pradesh) a Delhi 208 km, a Jaipur 233 km.
ALCOLICI
Negli alberghi no problem, ma, anche in giro, non è difficile “bere un sorso di quello buono” in negozi proponenti birre varie (onnipresente l’australiana Foster), vini (abbastanza cari), liquori (molto cari). N.b. Agli Indiani piace bere (non è raro che tirino su ciucche davvero encomiabili….)
AMBER
Capitale per 6 secoli del (copio da una Tourist Map & Guide del Rajasthn) Kahchwahas, più antica di Jaipur, da cui dista una decina di 10 km, merita davvero un’accurata visita (una delle, dicono gli Yankees, Highlights della gita), sia raggiungendo la sommità a piedi, sia salendo in groppa a un elefante (da cui la possibilità di confronto con la gita sul dondolante cammello goduta a Jaisalmer).
Storica (leggasi millenaria) medicina tradizionale indiana oggidì di gran moda. v. Kerala.
BAGAGLIO
Organizzarsi per ispezioni (aeroportuali) quantomai accurate (e l’aeroporto di Delhi è uno dei più incasinati del mondo).
BIKANER
Il nome dal fondatore (1488) il principe Bika, 105 anni dopo il Rajà Singh vi costruì un magnifico forte (Junagarh). Interessante la visita a un allevamento di Cammelli (curiosa la vicenda delle Truppe Indiane Cammellate). Nei dintorni (una trentina di km) chi visita il Mata Temple scopre che vi sono adorati i topi eppertanto passeggia tra una miriade di ratti abbeveranti tra contenitori di latte loro religiosamente omaggiato.
BUDDA
v. Religioni.
CASTE (parola di origine portoghese)
Esiste ancora (eccome) la vicenda delle caste (quantomeno tra gli Hindu) con I Brahmani (alias Bramini, se non sbaglio) al top e gli Intoccabili (da noi erroneamente definiti –se ho ben capito- Paria) all’ultimo posto (e senza nessuna speranza di promozione, una sorta di Serie B eterna). Meglio comunque non addentrarsi nell’approfondimento di un discorso necessitante parecchio tempo eppertanto relativamente intrigante. Può invece interessare –la domenica, sui quotidiani indiani- una scorsa agli intrigantissimi (non meno che ‘complicati’) annunci matrimoniali: tra caste e altri distinguo si impara molto dell’India d’oggidì.
CITTAURGHAR
Nei tour del Rajasthan di solito si visita mediante a/r da Udaipur, a 131 km (e l’escursione merita davvero, fosse solo per ammirare la Vijay Stambh alias Torre della Vittoria commemorante una vittoria (1440) sugli eserciti di Malwa & Gujarat (ma non mancano altri interessanti edifici voluti da Rana Kumbha, leader del Risveglio Hindu nell’India nordoccidentale.
CLIMA & MONSONI….
… Che influenzano assai (beninteso in differente misura a seconda della latitudine) il clima del “subcontinente indiano” talchè è d’uopo che, chi può, si conceda una gita in India tra maggio a ottobre (nella fattispecie, chi scrive ha viaggiato a metà settembre –in quanto gli addetti ai lavori per ovvi motivi economico/risparmiosi non viaggiano quasi mai in ‘alta stagione’- e nelle località descritte un po’ di poco esaltante caldo umido l’ha dovuto subire ….). Ottobre – Marzo, quindi, ok.
‘COLORE’
In una strada dell’India trovi + colore che in tutto il nord Europa (che però può vantare strade + pulite e – incasinate, così va il mondo …) … portare pertanto (almeno) 2 macchine fotografiche ….
CRICKET
Sport nazionale, in India tuttora popolarissimo (in aumento il Football) non intendo schierarmi con George Bernard Shaw ma il Cricket mi sembra (davvero) uno sport del menga (contenti loro….)…
DELHI
Quella “New” è la capitale dell’India nonchè ‘Territorio’ dell’Unione Indiana con (3 anni fa)11 milioni di abitanti (oggidì aggiungervi tranquillamente un altro mezzo milione, circa). Bella città pulita e ordinata (ça va sans dire niente ‘vacche stradali’), imponente il Rajpath, profumo di Inghilterra Vittoriana in Connaught Place dopodichè si va ad ammirare i monumenti della “Old Delhi” (più doverosa visita, sulle rive del Jamuna, ai monumenti commemoranti Gandhi, . P.s. Il duty free del locale aeroporto è un filino più caro delle boutiques di Faubourg Saint Honorè.
DHARMA
Complicato spiegarlo… Secondo (l’ormai solito) Wikipedia è ‘usato’ da Induismo, Buddismo, Jainismo nonché i Sikh, e il significato spazia da (cito) ‘dovere’, ‘legge’, ‘come le cose sono’, religione’ etc. etc. ….
FATHEPUR SIKRI
Si visita poco prima di arrivare ad Agra da Jaipur. Oltre a impressionare per la bellezza dei suoi palazzi (assai ben conservati) color ocra, stupisce il fatto che gli imperatori Moghul scoprirono problemi di approvvigionamento di acqua (al punto di dover abbandonare Fathepur Sikri) soltanto dopo aver costruito tutto quel ben di dio.
FIOR DI LOTO
Simbolo di purezza e continuità (secondo Budda).
GANDHI
Il Mahatma (Grande Anima) è Grandissimo Personaggio della Storia Universale pertanto non mi azzardo a commentarlo. Anche perché sentendo la parola Gandhi tanti sudditi del Belpaese pensano alla Sonia, che dalla campagna piemonteisa (Orbassano, ma è nata nella provincia di Vicenza) mediante matrimonio con Rajiv (figlio di Indira Gandhi) è finita a New Delhi divenendo un personaggio politico di grande spessore (ex premier, attualmente vive a Delhi ma fa poca politica fors’anche perché poco entusiasta (se ho ben capito, parlando con qualche indiano) della –sembra incontrastabile- corruzione nell’ambito del suo, storico, Partito del Congresso (tutto il mondo è Paese … in India, e non parliamo dell’Italia … poi….).
GANESHA
La + pop (e quindi, almeno per me, simpatica) delle tantissime divinità indù. Sarà per la sua testa di elefante, o altre chicche che lo rappresentano (il topo che gli fa da lacchè e d mezzo di -!- trasporto, solitamente una sola zanna, 4 braccia…) in India (Ganesha è onnipresente (e direi che il vederlo provoca un certo buonumore ….).
GEOGRAFIA (e Indiani)
‘E’ grande’ 3.287.253 kmq (quasi 11 volte il Belpaese che di kmq ne assomma poco più di 300.000), in cui vive una popolazione (Calendario De Agostini 2015, censimento 2011) di 1.210.193.422 abitanti (circa 20 volte gli italiani e gli altri aggiuntisi nello Stivale), i più fortunati in campagna (anche se ci son ancora tante vipere e cobra che mordono tuttora qualche sventurato), gli altri in megacittà contenenti numeri X (ma certamente enormi) di abitanti. Non essendovi (in pratica, e alla faccia di questo asserito dall’autista del bus, che però escludeva i musulmani tra i contrari al credo mussoliniano “Il numero è potenza”) alcun controllo delle nascite (come invece avviene in Cina), e stante una tuttora scarsa diffusione di televisori (occupanti la gente almeno nella prima parte della notte) e la presenza di un clima caldo (invitante alla ‘camporella’) è quindi meglio evitare di conteggiare quanti vivono in India (arrivi a una cifra e sei già in difetto…).
GUIDARE UN’AUTO
Strade (complessivamente) non male, ma sconsigliato. Come noto, guida a sinistra. Occorre pertanto stare attenti(ssimi) soprattutto nel traffico cittadino (kaos + vacche sacre), ma anche in spazi aperti (solito nemico, la perdita di attenzione, da stanchezza e/o da un paio di bicchieri in +).
GUJARAT
India nordoccidentale, tra il Rajasthan e l’oceano Indiano. Uno Stato che consiglio di visitare per molteplici motivazioni: Natura, un intrigante deserto al confine con il Pakistan; Paesaggi, estremamente variati, dal citato deserto all’oceano Indiano; Cultura & Religione, un tempio Jain a Palitala; Storia, la Marcia di Gandhi, la ex portoghese Diu, via via fino ad Alessandro Magno….
HAVELI
Nel Rajasthan magioni e residenze di mercanti arricchiti dai traffici favoriti dalle tante vie di comunicazione tra il nordovest dell’India e l’Asia sudoccidentale.
INDIA (a/r della gita)
Volo a/r Air India da Malpensa a Delhi, 6135 km in 7 h e mezza (al ritorno qualcosa in più) fuso orario (con ora legale nel Belpaese) + 3 h e mezza. N.b. Il Boeing 787 “Dreamliner” ha finestrini “moderni” che governi premendo una specie di ‘bottone’: credi che sia ancora notte, ‘schiacci’ il marchingegno e ti ritrovi l’accecante luce del giorno….
INDUISMO
v. Religioni.
ISLAM
v. Religioni.
JAIPUR
Come dicono i magazines, un “must”/obbligo vederla (eppoi c’è pure, vicino, v. Amber), magnifica componente del triangolo (con Agra & Delhi) che “più turistico non si può”. E con tutto quello che scrivono le guide su Jaipur il mio contributo può benissimo finire qui (non senza però aggiungere che la cosiddetta Casa dei Venti è davvero magnifica….).
JAISALMER
Desert City, tra impressionanti tonalità di rosso contenuto nella “Sandstone” (una pietra davvero magica, non parliamo poi all’alba e al tramonto). Gloriosa la Cittadella d’Oro voluta da Rao Jaisal nel 1156 e tante foto all’interno tra Templi Jain e tanti Havelis (le eleganti e ricche magioni dei mercanti operanti nel Rajasthan della Via della Seta). In questa località (ancorchè priva di una Plaza de Toros) chi scrive ha improvvisato una sorta di corrida con un bovino vagante in strada (pertanto ‘sacro’) non ricordandosi però di verificare che particolarità possedeva tra le zampe posteriori e siccome trattavasi di un toro s’è ritrovato “embestido”, da cui una maglietta strappata e il polso destro molto malmesso (+ abbastanza paura).
JAINISMO
v. Religioni.
JODHPUR
Nota come ‘Sun’ o (se si preferisce) ‘Blue’ City, mentre il nome deriva da Rao Jodha che la fondò nel 1459. Impressionante (foto à gogò da sotto) la dominante cittadella cinta da (ben) 10 km di mura (8 porte per accedervi). E visitando il Mehrangarh Fort oltre a godere un bel panorama si ammirano collezioni variè di strumenti e oggetti appartenuti ai Maharajà locali (che tornavano dai loro viaggi In Gran Bretagna con oggetti e souvenirs oggidì motivo di curiosità).
KAMA SUTRA
v.Vatsyayana (che lo diede ai posteri) e v. Khajuraho.
KARMA
Parola oggidì di grandissima moda tra la gente ‘bene’ (‘sciurette’ comprese) pertanto scioccamente adoperata. Il significato (provo a ‘buttarla lì’, ma non ci giurerei…)? Il Karma altro non dovrebbe essere che un comportamento rivolto a un fine (n.b. e come se ciò non risultasse già complicato, va aggiunto che sono coinvolte le vite passate e future….).
KERALA
Uno dei 28 Stati dell’Unione Federale Indiana, all’estremo sudovest del Paes, va segnalato perché (turisticamente) il “più di gettonato” (soprattutto da quando è di gran moda la Medicina Ayurvedica).
KHAJURAHO
v. Kama Sutra. Ma aggiungo pure un modesto commento (sempre a proposito della ‘catto-prudèrie’) sulla differenza tra le religioni. Qui a Khajuraho le (sexualmente parlando) “porcherie” appaiono in bella mostra sui templi (da cui foto à gogò quotidianamente scattate da turisti che lascio decidere al lettore se peccatori). In una casa oggetto di visita a Pompei (almeno qualche decennio fa, quando il qui scrivente accompagnava i viaggi) trovavasi un dipinto di Priapo col cazzo deposto su un piatto di una bilancia mentre sull’altro piatto faceva bella mostra un bel gruzzolo di auree monete (per la chiara dimostrazione di quanto può valere un pisello macho). Se non che la rappresentazione tanto osè risultava convenientemente nascosta da una lignea anta fabbricata all’uopo, col risultato che, chiamato un custode e somministratagli una bella mancetta, il visitatore poteva godere la visione di tanto proibito dipinto quanto scandalosamente spurcaciùn. Morale: mah.
LINGUE
Si comincia con la più parlata, l’Hindi, che, stranamente, nonostante sia lingua orientale si scrive da sinistra a destra, e viepiù stranamente è curiosamente scritta ‘sotto una riga orizzontale’ (datosi che un tempo non esisteva carta con rigatura eppertanto si rischiava di ‘sbandare’, e chissà che non nacque allora il detto “andare sopra le righe”…). In India è però insegnato (subito, alle elementari, contrariamente a quanto avviene nel Belpaese) anche l’inglese, per certo il più valido e pratico modo affinchè gli Indiani possano capirsi tra loro. Oltre all’Hindi sono infatti parlate il Bengali, il Gujarati, il Kannada, il Mayalam, il Telugu, il Punjabi, il Tamil, il Maharati e via (ancora lunga) dicendo (per non parlare del ‘musulmano’ Urdu). Sempre a proposito di lingue, l’inglese costituisce un utilissimo dono del British Empire, alias Raj, all’India (che ha contraccambiato ‘insegnando’ agli inglesi il colore kaki). E’ infatti a tutti nota la storiella di alcuni viaggiatori nello scompartimento di un treno, tutti indiani, sì, ma incapaci di capirsi (vedi sopra il guazzabuglio di lingue) se non ricorrendo all’idioma della Regina Victoria.
MAHARAJA’
Dal sanscrito Grande Re (e la sua signora si chiama Maharani), in India, prima del 1948, se ne contavano 585.
MANGIARE (& BERE)
Come ben noto si mangia (quasi) tutto (gioiosamente) speziato, tranne (ma solo un pochino meno) l’arcinoto Pollo (ma quanti miliardi di polli razzolano quotidianamente in India?) Tandoori (e il riso bollito, salvo poi dargli qualche sapore mediante salse variè, ovviamente, piccantemente speziate). Spezie (in giro), tantissime (basti notare quante ne assommano nel v. Tè –Masala-). Quanto al Bere v. Alcolici e v. Vino.
MOGHUL (INDIA)
Per farla breve, la dominazione islamica del subcontinente indiano.
MONSONI
v.Clima.
‘Al… secolo’ (scorso) Bombay. Non c’entra nulla con l’itinerario della mia gita, ma se si parla di India 2 righe le merita. Fosse solo perché può vantare Bollywood, un’industria cinematografica dalle dimensioni a dir poco impensabili. Eppoi a Mumbai c’è quel Taj Mahal Hotel che, più imperial di così si muore….
NAMASTE’
Là si saluta così (‘buon giorno’ etc).
ORCHHA
(la seconda H non è un errore di stampa, né so cosa conti, ma si scrive così….) Una piccola località (meno di 9000 hab) nel Madhya Pradesh (quindi ‘dalle parti’ di Khajuraho) da vedere per il Forte, i Cenotafi e un bel palazzo (Jehangir Mahal).
PORTOGALLO
Non sembri fuori luogo lodare la plurisecolare presenza portoghese (1500 – metà del ‘900) quantomeno sulle coste dell’India, appagata pertanto la curiosità di chi fa un salto a Goa (e a Kochi/Cochin, a Diu, senza dimenticare che il Portogallo ‘regalò’ Mumbay/Bombay alla Gran Bretagna) per capire (cultura, traffici, financo usanze e gastronomia, vedi l’uso delle celeberrime spezie….) l’influsso dell’India (via Lisbona) sulla cultura europea.
PUR
In hindi, città, posto (come polis in greco antico).
RAMAYANA
La leggenda del principe Rama, uno dei più grandi (con il Mahabharata) poemi epici (religione e filosofia) dell’Induismo. Avviso ai naviganti: chi (beninteso meritevolmente) volesse addentrarsi nella lettura dei ‘testi sacri’ di questa (filosofica) religione, se ancora non lo possiede, si doti di un filino di pazienza per venire a capo di complicatissime non meno che incasinate vicende (dall’impressionante numero di personaggi). Buona lettura.
RANAKPUR
Bellissimo tempo Jainista tra Udaipur e Jodhpur (una trentina di sale abbellite da qualche centinaia di colonne finemente scolpite (sfido, io: i Jainisti sono in maggioranza abili commercianti e i danèe non mancano, lo notai durante la visita di un loro tempio, ricco come quello che ho appena visitato, a Palitana, nel Gujarat.
RAJPUTANA
Nessuna volgarità: è il nome (dalla dinastia dei Rajput, ma forse si fa anche riferimento a una dea, il cui nome, in sanscrito significa ‘putrefazione’, allegria…) del Rajasthan (laddove Sthan sta per ‘posto’) prima del 1949.
RELIGIONI
Nel senso di Shiva, Brahma e Visnù, la Trimurti, il Top, vertice dei tantissimi dei dell’Induismo (che non passo a elencare sennò viene notte…) dopodichè (a proposito di religioni, nate in India e tuttora ‘attive’ oppure ‘esportate’) mi fermo lì sennò non solo confondo la totalità dei già scarsi lettori ma rischio pure di perderli. Quanto a Ba,hai, Sikh, Indù, Jainisti etc etc rinvio pertanto i curiosi ad ‘approfondire’ altrove ….
SAHIB
Sempre roba letta ‘sul Sàlgàri’ (vedi sotto) o parola che, comunque, oggidì in India non si usa più.
SALGARI,
(sulla da sempre contestata accentazione della 1a o della 2a A decida liberamente il lettore) Gli over 70 (che lessero le vicende indiane da lui narrate –mamma che spavento i Thugs- e gli over 40 che videro in tivù il Kabirbèdi non si dovevano fidare così ciecamente delle peraltro emozionanti e sovente corrette descrizioni salgariane, fosse solo perché scritte nottetempo nella sua casa torinese (senza aver mai visto l’India). Resta il fatto che ad ogni buon conto se il Sàlgàri non ci azzeccò di brutto su quanto narrato quantomeno potrebbe avere incuriosito, quindi spinto, tanti di noi matusa (se non fino a Mompracem) a vedere tutto quel ben di dio (culturale, storico. etnico) che c’è in India.
SARI
Bando ai superlativi assoluti, ma dove esiste al mondo una ‘mise’ femminile tanto divertente (non solo cromaticamente parlando) ma pure pratica (non ha cuciture) e soprattutto (slanciatezza e portamento inclusi) elegante (tali appaiono, col sari addosso, pure le ‘intoccabili’ che spazzano le strade…).
SATI (in inglese Satee)
In sanscrito, una divinità induista, ma soprattutto trattasi della vicenda della moglie che si immola sulla stessa pira che ha da poco reso cenere il marito. Con stupido humour (e anche poco spiritosamente) vorrei definire (non senza scusarmi) questa usanza hindu il contrario dell’uxoricidio ….
SHOPPING
(Come dicono al british Foreign Office) “No comment” nel senso che è superfluo spiegare e/o dare consigli a chi sa già tutto su “cosa comprare in India” (compreso il barattare à gogò ancorchè talvolta si crede di ‘aver fatto un affare’ e invece si poteva scendere di un ulteriore 50%….).
SINGH
Dal (solito) sanscrito “Leone” (beninteso ‘guerriero’) nome adottato da varie caste e/o genti (tipo i Sikh).
SIKH
v. Religioni.
Ad ogni buon conto la comunità Sikh (quelli, per capirci, col turbante…) in Italia è la seconda in Europa (dopo quella in Gran Bretagna) e la loro grande esperienza nel rapporto con i bovini (per i noti motivi religiosi) li rende preziosa manodopera negli allevamenti della pianura Padana.
SOLDI (indiani)
Unità monetaria dell’India, la Rupia, per un Euro i cambiavalute te ne danno 70 (e anche più) salvo all’aeroporto di Delhi (laddove chi scrive è stato –peraltro giustamente, così ha pagato la fretta- fregato ricevendone soltanto 55….).Ci sarebbero anche i Paise (centesimi della Rupia) ma … mai visti….
STORIA (in …breve) DELL’INDIA
Nel 3000 AC (all’incirca….) primi segni di civiltà nella Valle dell’Indo. Nel 3° secolo AC impero Maurya (grande re fu Ashoka, il capitello della “sua colonna” è attualmente simbolo dello Stato indiano). Nel 3° secolo DC impero Gupta. Nel 11° secolo invasioni dall’Asia centrale, impero Moghul, Akbar ‘il Grande’, quello del Taj Mahal). Inizia decadenza. Dal ‘500 arrivo degli Europei: Portoghesi, Olandesi, Francesi e Britannici, e quest’ultimi per la gioia della Regina Victoria (e mediante i traffici della Compagnia Inglese dell’India Orientale, data di riferimento 1856) si cuccano in pratica tutto il Paese. Dopodichè, Gandhi e il 15/8/1947 l’indipendenza.
SVASTIKA (in sanscrito)
Onnipresente in India, non si riferisce a locali rigurgiti neonazisti trattandosi invece di un antichissimo simbolo religioso (con significato augurale) comune a Induismo, Jainismo e Buddismo. La più moderna “reinvenzione” della svastica da parte di Hitler (fosse solo perché la riteneva ‘ariana’ doc) fece tanto casino da imporre un incontro (2008) tra un rabbino e un sapiente Hindu per concordare che l’uso della svastica da parte del Fuhrer fu solo un abuso (oltretutto privo di copyright).
TE’
Premesso che la materia prima per officiare il rito “che più british non si può”, il Tea Five, proviene dall’India (secondo alcuni, però, in arrivo dalla Cina) chi si trova in viaggio da quelle parti potrà tentare di capire (compito a mio parere impossibile, soprattutto per chi da una vita ordina al bar “cappuccio & brioche”) la differenza tra il Darjeeling o l’Assam o tutti gli altri tè ‘doc’ del subcontinente indiano (e beninteso, tutti rigorosamente presenti da Fortnum & Mason a Londra, of course). E c’è poi (citato fosse solo perché piace allo scrivente) il Masala Tea, un normale ‘tè corretto’ da aromi variè, tipo (copio da una confezione acquistata a Delhi) Black Pepper, Dry Ginger, Cassia, Cardamom, Cassia Leaf, Nutmeg, Clove and Black Cardamom.
THUGS
Tanto per far sfoggio di aver letto il citato Sàlgàri, si tratta (se ben ricordo) di quegli assassini –adoratori della dea Kalì- che accoppavano mediante strangolamento. Ad ogni buon conto, oggidì in India deii Thugs ne sanno poco (molto più noti i campioni del Cricket)
UDAIPUR
Superflua una dettagliata descrizione visto che tutti (almeno tra i pochi lettori di queste righe) hanno visto & rivisto 007 alias il film “Octopussy” col Roger Moore (che andava & veniva dal Taj Lake Palace). Ma anche senza 007 Udaipur sarebbe bellissima, per la sua posizione in riva a un gran bel lago, e per il Raj Mahal, da visitare.
URDU
v. Lingue.
VACCHE (‘SACRE’)
Tutti (molto importante) devono rispettare tutte le religioni, beninteso se non danneggiano chi le rispetta. Vedere vacche (& tori, a Jaisalmer non ho guardato tra le zampe posteriori di un bovino e –sfidando il quadrupede come solo un pirla sedicente torero sa fare- mi sono ritrovato coinvolto in una sorta di “Sangue & Arena”…) in giro per le strade genera comunque una certa (almeno per me, ‘rata & continuata’) sorpresa, da cui (alla fine della gita) tante foto di ‘vacche sacre’ traversanti la strada o ruminanti davanti a (profumati) negozi. Ma, se si parla di religioni, non fu forse divinizzato e adorato il Vitello d’Oro (e c’è pure un Agnus Dei…)?
VESTIRSI (un tempo, sulle guide, detto “abbigliamento”)
È inutile (già difficile alle ‘viaggiatrici’, figuriamoci alle ‘turiste’…) predicare la “praticità” alle signore italiane (quelle meneghine temono sempre di essere viste dalle loro amiche e credono sempre di partecipare a eventi chic della Milano-Bene). In India si va “per vedere” e non “per farsi vedere”.
VINO
Ormai (hurrà) anche in India ‘fanno il vino’, non male (sui voli Air India) il Shiraz (Sula Reserve, 13,5°) della sulavineyards.com, del Maharastra (lo Stato di Mumbay ex Bombay). Anche il Shiraz “Mosaic” si lascia bere.
VARANASI (di cui alla foto sotto….)
Ex Benares, nell’immaginario collettivo turistico i Ghat sulla riva meridionale del Gange, escursione all’alba (sveglia pertanto nel cuore della notte, dopo una prima visita contemplata al precedente tramonto …) qualche pira accesa riduce in polvere i fedeli induisti, chi si religiosamente si immerge nelle acque del Fiume Sacro, turisti che verso le 10 tornano in albergo x il breakfast …. la vida sigue/prosegue … (meno emozionante, e psicologicamente meno impattante, ma ugualmente invitante alla meditazione, l’escursione a Sarnath laddove Budda cominciò …).
VATSYAYANA
L’autore del Kama Sutra (forse vissuto tra il 2° e il 6° secolo), pertanto, secondo una morale ‘catto-manzoniana’, un “Purcaciùn”, secondo i Non Bacchettoni, invece, e più semplicemente, un (dotto) tizio che ha studiato e descritto il comportamento sessuale umano.
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