La battuta sulle Fiere, e altre mercantilistiche manifestazioni di questo tipo, è vecchia (dìcesi in Romagna – Emilia) ‘come il pan del cucco’ (non chiedetemi cos’è, il ‘pan del cucco’, ne ricavereste solo silenzio).
Ad ogni buon conto, eccola, la battuta: “Le Fiere non servono a niente epperò bisogna andarci”.
Da cui si evince che, lo scrivente, da bravo soldatino, a quest’ultima Bit, recentemente officiata alla ‘antica’ Fiera di Milano, “c’era, c’è andato”.
E come battuta (v. sopra) comanda, non è servita a (quasi) niente la sua scarpinata di una manciata d’ore. Ivi compresa una sorta di digiuno… (ma non offrono più niente da masticare, ‘sti barboni di standisti? ‘Ai miei tempi’, ricordo, all’ora della masticazione, il mio stand era più affollato della Mecca, con la differenza che gli affamati addetti ai lavori bitiani si accalcavano a spazzolare quanto da me servito e ammannito dal GIULIANO DALLAFIOREgrande amìs nonché eccellente produttore di vini… ay ay ay quel suo Messapè… nella a me cara, oltrepadana Rovescala).
Ma (e vai coi i proverbi e luoghi comuni) “Non tutti i mali vengono per nuocere”, nel senso che il Ramadan impostomi da questa nuova Filosofia Mangereccia Bitiana (‘Stringicinghia’, ‘Tra i denti, niente’) mi ha fornito più tempo per andare in giro alla Recherche. Non solo un Marcia o Crepa alla ricerca di un sia pur insipido tramezzino (top del Sin Sabor quelli ‘miracolistici’, nel senso che apparivano e d’amblè scomparivano, della sala stampa, ad ogni buon conto grazie) ma, anche (in ‘sto caso a Roma la chiamano ‘rimpatriata’) una esplorazione con la speranza di incontrare qualche antico sopravvissuto dal Mundillo del Turismo che fu.
Una sorta di Spoon River, quindi, la mia scarpinata bitiana (in parte vissuta con l’editorpadrone, al secolo  PIETRO  RICCIARDI, visitante amigos & clienti). Il tutto in ossequio a quella voglia di Vedere e Conoscere che non deve mai scomparire nei soggetti vocati al viaggio, in subordine anche alla sola gita (un complimento di cui vado fiero, quello di un mè amìs che ogni tanto mi commenta: “Tu, pur di andare in giro, andresti anche a vedere un orso cagare”, grazie Nicola).
Allora, facciamo così: la sbrigo con un blitz di nomi della Gente Vista (stavo per dire, sopravvissuta, ma in tal caso non vedrei perché la Bit non la officiano il 2 Novembre…) dopodichè nella prossima puntata passerò al racconto di Paesi & Genti (nel senso di… stand, boxes) presenti (e tampinati) alla Bit.
Allora… alla Bit “c’erano”, nel senso che ho visto, il BRUNO COLOMBO (ancorchè lo veda sovente in periodiche agapi milanesi di antichi addetti ai lavori turistici), il GIULIANO GALLERI (che adesso fa il ‘managing director’, si legge diretùr, della equipagetour) e c’era pure il SERGIO BASSI (manager pure lui ancorchè sulla business card, più umanamente, appaia come ‘director’ della Ti.Es.Bi.). E quest’ultimo neorivisto amico m’ha narrato che organizza viaggi “tutto il contrario del Low Cost” (evviva! con ‘sti barboni di tanti miei amici che, con case, ville e ricchissime mogli sciurettate viaggiano senza nemmeno il ricambio di mutande per colpa del Loucòs che permette poco bagaglio….).
Gente, i suesposti amici, se non proprio Fossili appartenenti al Quaternario del Turismo milanese incontrata tra gli stand  dei dei facenti viaggiare all’estero. Un’area espositiva ahinoi sempre più miserella (Franzia e Spagna, tanti ne lamentano l’assenza…, che lagna…): è il turismo on line, baby, con tutta quella gente che a casa fa freneticamente andare i ditini sul web – sul quale ormai trovi di tutto, pure la foto di tua cugina nuda –. Da cui, perché mai un pover crist dovrebbe affrontare una trasferta fino a ‘Milano Fiera’, sia pur solo ‘Città’, per tirar su due dèpliants da buttare nel primo cestino dei rifiuti che trova all’uscita?
Quanto, invece, alle gite, nel senso di turismo, in Italia, un filino di scoramento m’è spuntato davanti allo stand della Romagna – Emilia (e vabbè, Panta Rei, tutto scorre, ma ne deve scorrere tanto, di tempo, prima di scordare i 2 DOLCINI 2, assenti dalla Bit solo fisicamente) né ho avuto miglior sorte nelle adiacenti Marche laddove ho visto indaffarato oltre misura (con l’Accademia dello Stoccafisso, e Ubi maior…)  l’ALBERTO MONACHESI da andare a rompergli le balle. Pure lei indaffarata (ma necessito lumi su vicende turistiche, e non, di quella terra) tampino la MARIA GRAZIA FALCONE del Turismo di Israele.

Bolivia, Misiòn Jesuitica di San Ignacio.

Ho invece preferito non disturbare (anche perché non lo conosco) il Capo della Liguria (vabbè più US Chic chiamarlo Governor) GIOVANNI TOTI, alla testa del canonico ‘seguito’, che mi ha sempre intrigato. (Perché, inter nos, avete mai pensato come si forma ‘sto codazzo di più o meno autorità? Mi sembra, infatti, che non ci sia nessuno che li ‘classifica’, li ‘mette in fila’, e invece, loro, eccoli, che, ‘da soli’, senza regìa, sanno già dove sistemarsi per la strusciosfilata agli stand ….).
Beninteso ho vissuto tanti altri piacevoli Amarcord Bitiani, ma (come diceva Bogey/Rick in “Casablanca”) “E’ passato tanto tempo”, nel senso di un paio di giorni. E come ben noto, anche gli addetti ai (tanti, ‘ho fatto dal tour leader al facente viaggiare, allo scriba di Posti & Genti) Lavori Turistici ricordano come si chiamava il compagno di banco, Terza C, una settantina d’anni fa, ma quella collega che l’altro ieri sera al cocktail della Cathay s’è trangugiata 11 tartine 11 (e così s’è risparmiata la cena…) quella collega lì, come si chiama? (Meglio ricordare – prossima puntata – i Paesi Visti, vabbè alla Bit, anche perchè, lì, avevo a macchinetta fotografica….).
In fede, Gian Paolo Bonomi, vegliardo Scarpinatore alla Bit 2019.

per mondointasca.org