Perla, con la vicina Baeza, del nord dell’Andalusia
gpb per ”Europa, Città da Scoprire” TCI editore
Ovviamente non sono numerose, ma nella geografìa del nostro pianeta esistono alcune ‘città gemelle’ (attenzione, non ‘gemellate’, con gemellaggi non di rado curiosamente strampalati e impossibili). Tra gli esempi più noti, Buda e Pest, Minneapolis e Saint Paul. Ebbene, anche la Spagna, più esattamente nell’Andalusìa nordorientale in provincia di Jaèn, ha le sue brave Twin Cities, se non cities quantomenociudades (città).
Si tratta di Ubeda (32.000 abitanti) e -distante poco meno meno di 9 kilometr di uliveti- Baeza (20.000 abitanti). Città gemelle nel senso turistico, storico, culturale, anzi, gemelle siamesi perché una non potrebbe vivere senza l’altra, come canta la poesia di Antonio Machado, che a Baeza visse e insegnò per alcuni anni: “Loma (collina) de las dos hermanas (sorelle), Baeza pobre y señora, Ubeda reina (regina) y gitana”.
A conti fatti, in un Paese dalle congiunte tradizioni culturali latine e arabe che esasperano l’individualismo e il campanilismo, Ubeda –abbastanza più grande di Baeza e assai ricca di monumenti- non avrebbe problemi nel promuovere la propria immagine da sola (ancorché, come tante altre località minori, anche Baeza potrebbe aprire una ‘bottega turistica’ tutta sua). Accade invece –fenomeno insolito nell’Andalusìa sempre un filino anarchica e impulsiva, anche se i tempi cambiano- che le due città collaborino molto strettamente nella promozione turistica, come se i rispettiviPatronatos de Turismo fossero un unico organismo. Ubeda resta pertanto, se così si può dire, la ‘gemella maggiore’, la località che, nonostante l’ordine alfabetico, si pronuncia sempre per prima, ma Baeza segue immancabilmente a ruota, in una immediata associazione di idee. Risultato di tanta sinergia la loro candidatura, avanzata dalla Junta de Andalucìa, alla proclamazione di località Patrimonio dell’Umanità.
Grazie alla posizione su un’ubertosa collina, ai piedi della fertile Valle del Guadalquivir, Ubeda vanta una lunga storia che, con certezza, si fa risalire ad almeno tre millenni. Durante l’impero Romano è conosciuta con il nome di Bètula (toponimo chiaramente derivante da Bètis, antico nome del Guadalquivir), agglomerato che certamente avrà mantenuto stretti rapporti con la vicina Vivatia (Baeza).
Dopo i medioevali secoli bui, seguiti alla fine della Hispania imperiale, gli arabi approdano in Spagna (711) e sul vecchio insediamento romano il sultano Abd al-Rahman (su molti testi il nome è semplificato in Abderraman) fonda Ubbadat al Arab (Ubbada degli arabi). In breve tempo la nuova città di Al Andalus (da Vandali, la Andalusìa musulmana), diventa talmente importante da dare il nome (gli Ubed’ies) ai suoi prodotti tessili, tessuti e quant’altro veniva prodotto dall’artigianato locale. Fernando III la libera durante una delle tante fasi della Reconquista (1234), ma per Ubeda la pace è ancora lontana: alle lotte tra Moros y Cristianos subentrano quelle tra gli Hidalgos della città (un decreto reale del 1506 ordina che a Ubeda, come a Baeza, siano abbattute mura e torri usate come campi di battaglia tra le fazioni locali). Il boom economico (destinato a durare un paio di secoli, ne sono testimonianza i tanti monumenti rinascimentali) data dall’inizio del XVI quando molti uomini preclari di Ubeda e Baeza occupano posti-chiave nell’impero di Carlo V e Filippo II.
VISITA
Ubeda
Sacra Capilla del Salvador
Sul lato ovest della splendida Plaza Vazquez de Molina (meraviglioso complesso architettonico) costituisce una delle più belle opere del Rinascimento andaluso (secolo XVI). Disegnata da Diego de Siloè e costruita da Andrès de Vandelvira e da Esteban Gamete, all’esterno vanta una bella facciata Plateresca, all’interno alcuni Retablos barocchi e uno, il Cristo en el Monte Tabor del
Berruguete nonché belle Rejas (cancellate) del Maestro Bartolomè. Proprietà privata dei duchi de Medinaceli, visita su richiesta.
Santa Maria de los Reales Alcazares
Edificata in stile gotico (XIII secolo) su una moschea, presenta all’interno –preceduto da un chiostro del XVI secolo, dal tracciato irregolare- cinque navate delimitate da cappelle chiuse da Rejas (cancellate) del Maestro Bartolomè (XVI secolo). Al gotico e al rinascimentale si aggiungono anche pregevoli esempi di Mudejar (arte islamica nella Spagna cristiana).
Palacio del Deàn Ortega
Severa costruzione del XVI secolo, oggi Parador, si segnala soprattutto per i bellissimi balconi d’angolo e il patio a doppio loggiato. Bellissimo l’effetto-colore, un intenso arancione, quando sul patio viene steso il Toldo (tendone) a protezione dalla luce e dal calore.
San Pablo
Fu costruita su una moschea e ricostruita, dopo un incendio, tra il XV e il XVI secolo, probabilmente ad opera del Vandelvira. Vari gli stili: gotici due portali e l’abside, rinascimentali la cancellata di una cappella e la fontana, isabelino un portale del 1511. Di fianco alla facciata una tribuna dalla quale venivano letti gli editti del Consiglio.
Palacio de Las Cadenas o de Vazquez de Molina
Oggi sede dell’Ayuntamiento (Municipio), splendida opera del Vandelvira commissionata da Juan Vazquez de Molina, segretario di Carlo V e di Filippo II. Notevoli –oltre alla facciata e al patio chiaramente tendenti al classico- sui tre piani, le colonne corinzie, joniche e a cariatide.
Casa de las Torres o Palacio Dàvalos
Preziosa filigrana plateresca sulla facciata, del primo terzo del XVI secolo. Il palazzo, che deve uno dei due nomi a due superbi torrioni sovrastanti la facciata principale, fu costruito per volontà di don Andrès Dàvalos, il celebre Marquès de Pescara, generale delle truppe di Carlo V in Italia. Attualmente ospitate –interessante una visita- la scuola di arti applicate e alcune botteghe artistiche.
Hospital de Santiago
Nella parte orientale della città, costruito dal Vandelvira tra il 1562 e il 1576 su richiesta del vescovo Diego Cobos, costituisce uno dei più rimarchevoli esempi del Rinascimento Andaluso (è chiamato il Piccolo Escorial dell’Andalusìa). Oltre a una enorme scalinata e a un patio
classicheggiante, nella chiesa si apprezzano interessanti affreschi, una ricca cancellata e un Retablo (pala d’altare) del XVI secolo.
Palacio de Vela de los Cobos
Vicino al Palacio de las Cadenas, il palazzo -eretto a metà del VI secolo da Andrès de Vandelvira su richiesta del Regidor Francisco Vela de los Cobos- si apprezza per una galleria alta e un balcone d’angolo con una colonnina medioevale di marmo bianco. Proprietà privata, una visita va richiesta al proprietario.
Casa Mudèjar e Museo Archeologico
Interessante costruzione del XIV secolo, con patio, facciate e archi dell’epoca. Ancor più interessante la visita al Museo: si spazia dal paleolitico a monumenti funerari romani, da reperti visigoti a ceramiche musulmane.
Baeza
Ayuntamiento
Monumento nazionale, costituisce uno degli esempi più rappresentativi (splendida la facciata) del Plateresco rinascimentale andaluso (metà del XVI secolo). Fu adibito a carcere e a Casa di Giustizia. Sui balconi superiori, scudi di Filippo II, del Corregidor Juan de Borja e della città.
Catedral
Costruita su una moschea aljama nel XIII secolo (ma in pratica ricostruita nella seconda metà del ‘500), preceduta dalla fontana di Santa Maria (1565), la chiesa evidenzia sulla facciata ovest gli elementi più datati: la Puerta de la Luna (XIII secolo) e il bellissimo rosone (XIV). All’interno, meritano attenzione la Capilla Dorada e le Rejas (cancellate) del Maestro Bartolomè. Nel chiostro gotico, cappelle Mudejares e la Puerta del Perdòn isabelina.
Palacio de Jabalquinto e Seminario San Felipe Neri
Il monumento più interessante nel Barrio (borgo) catedralicio, dedicato nei secoli agli studi. Bellissimo esempio di gotico isabelino o flamigerovoluto da Juan Alfonso de Benavides (facciata attribuita a Juan Guas). All’interno un notevole patio rinascimentale e uno scalone monumentale. E’ attualmente sede dell’Universidad de Verano (estiva) dell’Andalusia dedicata a Antonio Machado.
Università
Edificio rinascimentale (XVI secolo) sede dell’università (creata nel 1542, primo rettore il beato Juan de Avila). Nel patio con doppia arcata, un monumento a Antonio Machado che nell’istituto (attualmente scuola media) insegnò per alcuni anni.
Plaza del Populo o de los Leones
Una ‘piazza gioiello’ per i tanti monumenti contenuti. Al centro la Fuente (fontana) de los Leones eretta con elementi archeologici reperiti nelle rovine della vicina Càstulo. La Casa del Populo o Escribanìa y Audiencia Civil, in puro stile plateresco (XVI secolo) ospita attualmente l’Ufficio del Turismo. Di fronte alla Antigua Carnicerìa (mattatoio, macelleria) costruita all’epoca di Carlo V (1548), la Puerta di Jaèn (resti delle antiche mura) e l’arco de Villalar (XVI secolo, costruito per commemorare la vittoria di Carlo V sui Comuneros).
Chiesa di San Francisco
Forse una delle più belle opere del Maestro del Rinascimento andaluso, Andrès de Vandelvira, con facciata plateresca e portale ornato da colonne e rilievi (XVI secolo). Ben restaurato dopo tante vicissitudini storiche e naturali (truppe napoleoniche, terremoto, secolarizzazione).
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