ALITALIA ALLA CANNA DEL GAS

AZ alla canna del gas? mah…. (in copertina: ma che bella la Micronesia…).
Si diceva così, antan (almeno lungo il Po), Alla canna del gas, quando un pover crist era agli ultimi, aveva (altro modo di dire) Le ore contate, entro breve la sua vicenda (umana, amorosa, economica, sportiva) sarebbe ahilui finita. E in effetti Alitalia (che per comodità da qui in avanti chiamerò AZ, siam gente di mondo, soprattutto turistico…) AZ, dicevo, sta annaspando in quanto (si parla di danèe) malmessa, Bambole non c’è (più) una lira, appunto Alla canna del gas. E fin qui, tutto vero, chiaro, ben noto.
Solo che di tanto in tanto qualche precisazione sarebbe necessaria, andrebbe (pardòn) precisata. Orbene, allora perché non precisare che AZ non è Alla canna del gas da ieri bensì, è Alla canna del gas da sempre, in pratica da…. quando è nata (o al massimo qualche giorno dopo).
Dopodichè, qui giunti (e quanto sopra dichiarato) parmi logico veder insorgere il solito incredulo che a mò di sfida mi chiederà: Alla canna del gas ma proprio ‘da sempre sempre…’?.
E allora, Eh sì…. gli risponderò io, facendo contestualmente due conti, rapidi.
Sono abbastanza (ahimè tanto anzi troppo) avanti con gli anni, e ancor giovanottino seguivo le vicende viaggiatorie del Belpaese e resto del mondo, dopodichè entrai nel mundillo del Turismo, dapprima tour leader (e vabbè, più spregiativamente accompagnatore, ma più vilmente ti presentavi più congrua era la mancia che ti slungavano alla fine del viaggio), poi ‘divenni’ impiegato in una (come si diceva allora) agenzia turistica, quindi un sales (ma, più prosaicamente, per gli allora cosiddetti dettaglianti eri solo un venditore di crociere), dopodichè diventai financo agente di viaggio (e che bello definirsi Travel Consultant) e da lì feci il grande balzo a Tour Operator (il Sancta Sanctorum dei facenti viaggiare, a quei tempi detti anche Grossisti), e come ciliegina su cotanta esistenza dedicata a Viaggiare & Far Viaggiare ci metto pure tanti e tanti lustri (ohei, tèl chì il tesserino regolarmente attestante e quest’anno l’appartenenza a questa sorta di Areopago degli Scribi tocca quota quaranta, anni) da umile giornalista (se qualche collega arriccia forse il naso, ricordo quella bella battuta del baritono: “Fischiate me, sentirete il tenore….”).

Mica sempre si viaggia in ‘business’….
Ma tutto il cretinissimo ambaradam di cui sopra (e mi scuso), tutta ‘sto pateticissimo Curriculum Vitae (lungo, appunto, una vita), perché mai, per che cosa?
Solo per dire che di ‘sta vicenda dell’Alitalia (ah già, AZ) fallenda (Alla canna del gas, già detto) ne ho piene (pardòn madàm) le balle.
Sono infatti X (tantissimi, vedi sopra) anni (anzi anzi, perché non dire da sempre?) che sento dire che l’Az è in brutte acque, che l’Az sta fallendo e bla bla bla bla bla… .
Non sarebbe pertanto l’ora di dargli un taglio? O no? Suvvia… dai … .
Per concludere che (con tutto il rispetto per chi vi lavora, e per fortuna il mondo di Viaggi & Voli è in espansione e un post si trova…) sarebbe mica il caso che, una volta per tutte, se proprio ‘sta Alitalia Fallenda Est … ci siamo capiti (e come disse l’umile cospiratore Amatore Sciesa Tiremm Innanz …)?
ITALIE O DOUCE FRANCE?
“Addio mia bella addio…e l’armata se ne va….” me li vedo i nostri giovani guerrieri (e li guiderà Pippo Baudo, connaisseur della zona per via della nota Sagra Rai Tivù?) partire per il fronte, Modane appena di là delle Alpi (e stiamo già litigando per il tunnel), Mentone attaccata a XXMiglia (e che fine farà il Festival di San Scemo in piena zona di guerra?).
L’importante è avanzare bene con le truppe, in terra di Francia, senza, però, andare a rompere le balle al Gran Premio di Montecarlo e al ivi residente Briatore).
E vai, dunque (dopo il richiamo di ambasciatori etc etc) con la Guerra (del Belpaese) alla Francia (contro la quale, sia ben chiaro, non ho niente in contrario, e grazie ai Français fruisco pure di un simpatico soprannome, nickname, Puli, da Poulain, pulcino, così chiamato da una zia parisienne). Guerra alla Francia ordunque (e ci metto ben tre punti esclamativi)!!!

Grandeur….
E stavolta invece di dichiararla il Duce (“Bisogna Vincere questa santa guerra contro la Francia ingrata e contro l’Inghilterra” , parole di “Vincere!”, inno fasista, per dirla in rumagnòl ) la guerra alla Francia (e all’Air France) la dichiara il Di Maio.
Tanti (bei) bla bla bla (tipo il Veni Vidi Vici se ricordo bene quanto impostomi di imparare al liceo).
Ma quel che conta (diciamocelo una volta per tutte!) è che i Français hanno sempre definito gli Italiani “Macaronis” (e a farli tacere non bastò nemmeno Fostò Coppi sull’Izoard). Più tenero (dei suoi sudditi connazionali) fu le Roi De Gaulle che, alla domanda su cosa ne pensava di quelli dall’altra parte delle Alpi alzava le braccia e sospirava “Ah… les Italiens….”. (E forse forse, mon general, non aveva poi così torto….).
ORARI NEGOZI & DOMENICA
Ma, “Turisticamente Parlando”, ‘sta polemica se aprire la domenica Sì o aprire la domenica No, non sembra (ohèi, siam già ben dentro il XXI secolo…) un bla bla bla “di retroguardia”? Perché, da quel tempo, la Mariuccia, o la Carolina – professione commessa – si saranno già fatte i loro conti in

Bolivia, la Carretera de la Muerte (meno camion la domenica).
tasca (lavoro una domenica, guadagno di più, godo di quei plus che gli yankees chiamano fringe benefits, rinvio di una settimana il weekend col moroso, faccio le mie faccende privè in un feriale quando gli altri lavorano etc etc etc).
Dopodichè c’è pure quella vicenduola economica chiamata “Turismo” laddove (basta aver frequentato la “Seconda Asilo” per afferrare tutto l’ambaradam) se una domenica (e sembra che in ‘sto giorno ne vadano in giro più che il mercoledì prima dell’alba) un turista ha in tasca qualche svanzica, va a finire che, prima o poi, la svanzica la spende. Cosa che (e questo è marketing, cara gent) non gli accade se, invece di andare in giro rimirando negozi, si ritrova dietro a una scrivania con davanti il capoufficio). O no?
per mondointasca.org
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