(n.b. nella peraltro un pochino confusa foto di copertina -inviatami da Sandro Chiriotti- un tartufo interrato, con ovvia difficoltà da parte del cortese lettore, di sentirne il profumo … d’altra parte, con quel che costa ormai il preziosissimo tubero, forse qualcuno s’aspettava che avrei potuto omaggiare una vera e propria Trifula come comunemente dicesi tra Langa e Monferrato, nonchè sul dolce Appennino romagnolo?….)

Un bel esemplare di Lagotto, prezioso nella ricerca del Tartufo sulle colline di Cesena

Un bel esemplare di Lagotto, prezioso nella ricerca del Tartufo sulle colline di Cesena

Era un po’ che non sentivo il mio “semi Paìs” Sandro Chiriotti. “Semi Paìs” perché il Sandro oltre che eccelso cronista gastronomico è “Piemontese doc” almeno quanto il Barolo e la Nutella (e con tutto il rispetto il mio plauso si ferma al Barolo per tema di diabete), mentre io, più modestamente, posso soltanto, come i cavalli da trotto, catalogarmi “Piemontese mezzosangue”, e vabbè nessuno è perfetto. Ciò premesso, ho chiamato il Sandro per dirgli che anche nell’altra “semi mia” regione (da parte di padre) la Romagna/Emilia (ubi maior minor cessat anche alla faccia dell’alfabeto) cercano il tartufo. E mi riferisco a quel meravigliosamente profumato tubero bianco dopodichè, per carità di patria (nonché per evitar querele e querelles) non dico –con tutto il rispetto- cosa si faceva antan del tartufo nero, populisticamente detto anche Scorzone (però, se grattato -beninteso abbondantemente- sull’uovo al burro, e magari ci aggiungi un’altra bella grattata, stavolta di parmigiano doc- beh, tra profumino e sapore un certo gusto ci scappa …).

Un collega Vej Piemont del Lagotto, pertanto di incerto pedigree, al lavoro nella Langa (o nel Monferrato...).

Un collega Vej Piemont del Lagotto, pertanto di incerto pedigree, al lavoro nella Langa o nel Monferrato…(foto inviata da Sandro Chiriotti).

Ma tornando alla Vera Trifola, e notificato al Sandro che anche altrove, extra Langa e Monferrato, si osa andare a cercarla, lui dapprima si adonta eppoi s’incazza quando lo informo che il cane coadiuvante in Romagna la “preziosa ricerca” (si parla ormai di 4/5000 euro, ma per fortuna non ancora al grammo) appartiene almeno a una razza che per di più possiede anche un nome, e pure leggiadro (“Lagotto”). Capita invece che, forse a causa di scarsa fantasia, nel peraltro da me amato Vej Piemont  dei miei pur amati semi Paìs, il cane non solo è volgarmente chiamato tout court “Trifolau” ma è pure privo di pedigree (strano, nella terra d’Aleramo, nella cui capitale non sono rari i salotti in cui -stante una certa puzzetta sotto il naso tipicamente sabauda- tuttora non si oda il rituale “Come nasce?” a proposito di pover crist finiti al setaccio della Torino-bene).
Il Sandro (astigiano), Torino (Vej Piemont sabaudo, o meglio, ex, ma forse non ancora di testa), lo scrivente (mezzosangue), e tanti blablabla, il tutto (soltanto) perché il (rumagnòl ) Vanni Dolcini m’ha detto di scrivere che sabato & domenica prossimi sulle dolci colline del cesenate ci si diverte ammirando il già lodato “Lagotto” alla ricerca della Trifola, ça va sans dire Bianca (ma –visti i prezzi che corron…- anche una bella grattata di quello nero … più un’altra di Parmigiano…)…..