TORREMOLINOS, EUROAL, DI QUA E DI LA’ DEL ”CHARCO”

Nella capitale turistico/balneare della Costa del Sol, Feria del Turismo collegante le due sponde dell’ispanico Oceano Atlantico… gpb x mondointasca.org del 4/7/13

España España y nada mas....

España España y nada mas….

Una delle tante Fiere del Turismo che cercano di promuovere, far capire e consolidare l’importanza mondiale di tale (almeno in Italia) bistrattato settore. Questa volta a Torremolinos, in Andalusia, dove l’Atlantico abbraccia il Mediterraneo

Lo stand della Repubblica Dominicana al Salón deTurismo di Torremolinos
Il titolo di questa narrazione esige immediate non meno che doverose spiegazioni. Charco in spagnolo vuol dire pozzanghera ma più familiarmente (quasi con un pizzico di nostalgia imperiale) designa l’Atlantico, quel Mar Oceano attraversato in primis (sempre che non si incazzi il vikingo Leif Erikson che, dicesi, lo precedette) da Cristobal Colòn. Il quale Colombo fu, ma vai a sapere, genovese o portoghese o ebreo ma c’è pure chi l’ha fatto nasceremandrogno, quindi nella piemontese campagna alessandrina. Un bel busillis, le sue origini, salvo che per Taviani che sapeva tutto sul – quasi certo, ma dicesi anche, involontario – scopritore della Merica, solo che il sullodato (storico per diletto nonché boss della diccì anni ‘60) era troppoxenese doc per credergli ciecamente).
Tutti ‘figli’ di Cervantes

Torremolinos, shopping in calle San Miguel
Altro chiarimento: per Euroal si intende il Salòn Internacional de Turismo, Arte e Cultura de America Latina, da 8 anni felicemente celebrato a Torremolinos. Spiegata la parte finale dell’’acronimo Euroal (laddove al sta per America Latina) preciso poi che per euro più che Europa (oltretutto nella cacca per colpa di pochi padroni del vapore e/o pirla che credono di poter far convivere il sud e il nord del continente: ma mi faccia il piacere!) si intende la Spagna (nel Salòn gli altri Paesi latitavano). Spagna perché (salvo Portogallo-Brasile e altra poca terra di lingua inglese o francese) fu madre nutrice allattante quasi tutti i Paesi dell’America Latina. E poco importa se recentemente qualcuno di questi figliocci ricorre a un difficile disconoscimento di maternità (ma senza le opere di Cervantes – e la correlata cultura e tradizioni – come si sarebbero capiti tutti ‘sti tanti popoli divisi da una miriade di lingue e dialetti? è un po’ la storia dell’India maledicente i british …).

Periodistas a Torremolinos

Grazie a quanto precisato, il lettore adesso sa che a Torremolinos (a due passi da Malaga, capitale andalusa del turismo balneare medio-basso, i vip chic vanno a Marbella) si è svolta una Fiera sulle vicende viaggiatorie tra Paesi americani di lingua ispanica. Assenti quindi i non hablanti spagnolo nel continente che ha preso nome da Vespucci Amerigo (almeno lui di provate italiche origini perché certamente nato a Firenze). E se l’attento lettore si chiedesse cosa c’entra lo scrivente con vicende turistiche soltanto ispaniche procedo a una terza spiegazione. Fondata (cosa non si fa per campare) una Asociaciòn de Periodistas Latinos de Turismo e battezzatola Vision, l’uruguayo Julio Debali mi chiese se volevo farne parte e io gli dissi sì (ormai non si batte più chiodo e pur di girare e scrivere mi iscriverei pure ai Testimoni di … Genova). Precisato infine a Euroal faceva ovvio comodo la presenza di scribi Latinos, eccomi Visionario a Torremolinos.
Euroal, turismo del Charco

Visita agli stand della Colombia e di Cuba
Sul Salòn c’è poco da narrare in quanto (pare ovvio) non dissimile dalle tante altre Fiere viaggiatorie disseminate nei Paesi vocati al Turismo (o che solo ce provano). I soliti stand coi soliti ammiccanti standisti che almeno nei giorni non prevedenti il barbaro pubblico ti sbirciano con attento sguardo professionale dopodiché ti slungano un orrendo badge o una pennetta. Unica curiosità (guai a dire stonatura) la presenza di Paesi che col Latino hanno poco da spartire, tipo Gabon (che però sull’Atlantico s’affaccia) ed Egitto (con un signore vestito da Tutankamen dal volto se possibile ancor più triste di quello del giovane Faraone che sperava di rappresentare). Ma con questi chiari di luna (a proposito, si farà la Bit 2014? e se si farà sarò solo perché è in arrivo l’Expo) stai a vedere se uno parla bantù o arabo, todos caballeros, l’importante (disse l’olimpico barone de Coubertin) è partecipare (e se poi un espositore, oltre a partecipare, paga, meglio ancora, e comunque se ciò non accadesse ha pur sempre riempito spazi vuoti che, in una fiera, producono tanta tristezza). Ma su Euroal ho forse già scritto troppo (aggiungo solo un plauso all’andino Cesar Guaña, direttore di Ecuamundo, rivista dedicata alle sue genti) e bene dicono gli Yankees che ‘ste fiere non servono a niente ma bisogna parteciparvi.
Delizie della Costa del Sol

Malaga, tranci di tonno fresco
Meglio parlare d’altro, di amenità turistiche, posti e cose viste. Ad esempio di quel bel, ultimo lembo di costa mediterranea andalusa noto come Costa del Sol. È trascorso più di mezzo secolo dalla mia prima apparizione ma la calle San Miguel di Torremolinos è rimasta identica (struscio di turisti, forse cheap, nel senso di non dilapidanti buzzurri, ma un po’ di pecunia è rimasta eppertanto il rito dello shopping è felicemente officiato). A Malaga rituale, canonica visita enologica alla Bodega Guardia, sulla Alameda, anche qui niente è cambiato negli ultimi cinquanta è più anni, ed è proprio lì il suo bello (freschi però i mejillones (cozze) che degusti solo bolliti. E al vicino Mercado pubblico che goduria vedere il magnifico pesce di quella fetta di Mediterraneo che sta per congiungersi al colombiano Mar Oceano. Tonni, scampi, vongole, le sugosissime telline-coquinas da noi ahimè ormai rare, rombi e i rossi, gustosi carabineros… (“Rinuncio a tutto tranne che alle tentazioni”, Oscar Wilde).
 (04/07/2013)

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TORREMOLINOS, RECORD DEL MONDO TURISTICO

Come scritto sull’etichetta di un famoso whisky scozzese anche questa famosa località balneare spagnola ”Va ancora forte” è un record di longevità del turismo mondiale
gpb per mondointasca.org del 15/4/2010

gp0269Suggestiva storia di un centro balneare famoso nel mondo. Da semplice villaggio di pescatori, alla crescita costante ed equilibrata di una cittadina divenuta perfetta per ospitare i turisti. Torremolinos, nata da una “costola” della vicinissima Malaga

Agli inizi di un business divenuto ormai bicentenario, per annunciare che il successo del loro prodotto non conosceva soste, i titolari della più celebre distilleria di whisky scozzese – quella dell’omino camminante in abiti vittoriani e della curiosa bottiglia quadrata – scrissero sull’etichetta (storta a 24 grad, altra idea geniale, che in seguito permise l’invenzione di un altro azzeccato slogan pubblicitario): “Still going strong”, “Va ancora forte”.
Parimenti, se il discorso si sposta dal commercio al tempo libero, si può affermare che dopo tanti e tanti anni di notorietà (sessanta e anche qualcuno di più, un vero e proprio “record mondiale turistico” di longevità) la capitale della Costa del Sol, Torremolinos, è “Still going strong”. E oltretutto non dimostra l’età, quasi si trattasse di una sorta di Dorian Gray; resta sempre giovane, il suo adattamento alle esigenze e alle richieste di un turismo in continua e costante evoluzione non conosce soste. Mentre tante altre località balneari della stessa costa mediterranea spagnola mostrano la corda, denunciano stanchezza o si ritrovano alle prese con numeri e dati negativi, Torremolinos “Va ancora forte” e si avvia a superare anche la crisi del turismo mondiale.

Nel XV secolo, avamposto nella lotta contro i Moros
Sono, come accennato, più di sessanta gli anni della “storia turistica”, quella che conta (e importa a chi lavora nell’industria del tempo libero e ai quasi 50.000 abitanti) e con tutto il rispetto per la storia con la “S” maiuscola relega in secondo piano le precedenti vicende della località. Perché, come peraltro ovvio sulle coste del Mediterraneo, il mare più “storico” del nostra pianeta, il passato di Torremolinos risale addirittura all’Età del Bronzo (resti umani, crani trovati nelle grotte e caverne delle montagne retrostanti) e nel corso dei secoli vide la presenza di Fenici, Greci, Romani e Arabi. Più recentemente, alla fine del XV secolo, sul posto, già noto come Torre de los Molinos (ma il nome del toponimo variò frequentemente, fu anche Molinos de la Torre e Torres de Pimentel) sorse il quartier generale dei Re Cattolici assedianti i Moros nella vicina Malaga, distante poco più di dieci chilometri.
Si doveva attendere la metà del ‘700 per vedere Torremolinos riportata su una carta geografica come borgo, località abitata. E ancor più in qua nel tempo, fino a poche decine di anni fa, per l’esattezza il 1988, l’odierna capitale della Costa del Sol appartenne, fu parte integrante di Malaga.

Da due minuscoli villaggi-spiaggia, a luogo di mare preferito
Tra tanti dati e date elencati, mancano però due nomi che diedero vita all’attuale, ininterrotto successo turistico di Torremolinos, furono motivo di grande attrazione divenendo la carta vincente della località. Si parla della Carihuela e del Bajondillo, a “quei tempi” due minuscoli villaggi di pescatori adagiati su due spiagge così pittoresche e multicolori che solo il Mediterraneo può offrire. Siamo alla fine degli anni Quaranta, primi anni Cinquanta; la Spagna si sta leccando le ferite della tragica Guerra Civile, nel resto dell’Europa è appena finita la seconda, tragica Guerra Mondiale. Una situazione drammatica, una voglia di pace e serenità che solo un fenomeno, allora nascente, favorito dalla ripresa economica e dai nuovi mezzi di trasporto e di comunicazione poteva regalare: il turismo. E sulla sabbia della Carihuela e del Bajondillo arrivarono i primi timidi visitatori, leavanguardie di quel turismo (di massa, ma oculatamente gestito e senza il ricorso a obbrobri edilizi, eccessivi e ingombranti grattacieli) che valse a Torremolinos il titolo di capitale della Spagna balneare e di attrazione turistica mondiale. Solo dopo l’affermazione di Torremolinos, e quindi sull’abbrivio del suo successo, sorsero, a cominciare dalla vicina Benalmadena, le altre, oggi altrettanto celebri, località balneari della Costa del Sol, forse più snob ed esclusive, ma proprio per questo meno “alla mano” e a misura d’uomo del variato turismo che affolla i ristoranti della Carihuela. Mare, shopping, “ferias”. Per una lunga, calda estate
Non è retorica né un invito a meravigliarsi il segnalare e commentare che a pochi passi da due umili nuclei di pescatori (che come punto di riferimento contavano su quella Calle San Miguel destinata a divenire una affollata non meno che animata arteria dello shopping e della vita sociale di Torremolinos) sono sorti monumenti quali un Palazzo dei Congressi e delle Esposizioni, un Auditorium, un attrezzato stadio polisportivo. Tanto modernismo, quindi, ma anche un grosso rispetto della vita di un borgo marinaro con vocazione balneare (vedi le vie commerciali del “casco antiguo”, quasi un suk mediterraneo con ogni genere di merce esposta per l’obbligatorio shopping del turista) e una estrema attenzione alle tradizioni.
Come si conviene a un (antico) posto di pescatori, Torremolinos offre (primo giovedì di giugno) tonnellate di “pescaito frito” (la fritturina di pesce che più andalusa non si può); festeggia la Vergine del Carmen (16 luglio) in una profusione di colori e folclore; e come ogni località spagnola che si rispetti vanta, a fine stagione turistica (ancorché le miti temperature suggeriscano soggiorni in ogni periodo dell’anno) la sua brava, variopinta Feria (San Miguel, 29 settembre).

Da qui, verso i luoghi più celebri d’Andalusia
Ma le fortune di Torremolinos non si esauriscono con le due celebri spiagge, l’ottimo clima e la variata offerta turistica (che come detto spazia dalle sistemazioni in locali “popolari” a strutture e ambienti eleganti e raffinati). Un altro “plus” è costituito dalla perfetta, strategica posizione geografica, tale (grazie anche a un’ottima rete di autopistas e autovias) da rendere possibile, in giornata, la conoscenza delle più belle città e località andaluse. In pochi minuti si va nella adiacente Malaga ad ammirare le opere di Picasso, il rigoglioso Parque o a vivere una “tarde de toro”. Dopo un’ora d’auto si godono le bellezze di Ronda, l’elegante Plaza de Toros, il ponte dal panorama mozzafiato. Poco più distanti, e pressoché equidistanti, a nord e a sud, c’è solo la scelta tra un salto a Gibilterra, affacciata sulle mitiche Colonne d’Ercole, e la “moresca”Granada dell’Alhambra (da Torremolinos escursioni in giornata).
E nemmeno la capitale Andalusa, l’elegante Siviglia, è tanto lontana da impedire di conoscerla in giornata. Curiosità della vita, accade nel mondo: dalla Carihuela e dal Bajondillo, due spiagge un tempo ospitanti soltanto tranquille barche di pescatori, a Torremolinos, “record mondiale turistico” (per notorietà, importanza e longevità).