Club Taurino Milano: la Spagna che vive in Lombardia …. Viaggio tra presente e passato laddove si racconta di (ormai trentennali) strani “mostri” viventi col corpo in Italia e la testa in Spagna

Giovane promessa (mai mantenuta)

Giovane promessa (mai mantenuta)

Sapessi com’è strano esser ‘aficionado a Los Toros’ a Milano. Eh sì, mi riferisco a un bislacco club di bipedi (al quale m’è toccata la suerte nonché il piacere di appartenere) che a prima vista, se li vedi per strada, al bar, ti sembrano gente normale. E invece no. Quelli, il corpo ce l’hanno in Italia, e anche un po’ di cervello (ma solo quella parte che insegna a sopravvivere e a trovare da campare) mentre la testa, nel senso di mente e quella parte cerebrale che si chiama sentimenti, entusiasmo, la pasiòn, l’hanno stabilmente (e assai felicemente) domiciliata in Spagna. Sto parlando di nostrani aficiònados taurinos, appassionati di corride, che amano la tauromachia a tal punto da aver creato addirittura un organismo che di nome fa Club Taurino Milano.

Trent’anni di lunga e intensa vita
Dopodichè l’accorto lettore non si stupirà se (dopo tanti decenni di mie gite a sud dei Pirenei e più di 200 articoli scritti raccontando la Spagna) pure io faccio parte di questa balda congrega, mentre una certa sorpresa potrebbe coglierlo alla notizia che il CTM ha recentemente compiuto 30 anni. Da cui feste a non finire, culminate in un, ricchissimo, numero speciale della rivista (!)El Coso (la plaza de toros) e particolari entusiasmi nel ritrovarsi, pappare e bere e quindi procedere alla consegna del Premio a la Emociòn. Trattasi di un ormai tradizionale riconoscimento quest’anno conferito non al solito torero andaluso – è infatti noto che tra i bravi espadas prevalgono i terùn – bensì a un riojano (terra di vini) Diego Urdiales. Che oltre ad essere stato assai valiente (così, almeno, ha deciso il presidente del Club, il francese Jean Louis Personne) in una corrida dell’estate scorsa (non ricordo più dove) possiede pure la chance di assomigliare molto a Javier Zanetti ex Gran Capitàn dell’Inter (e ditemi se è poco ….).

A Pamplona

A Pamplona

Il fasto della Corrida in Italia
Trent’anni di (beninteso ahimè solo evocati e visti in video)Toros a Milano, fermo restando che la Corrida in Italia può vantare una sua brava storia, dallo scrivente già notificata mediante opportuni scritti (Quando siesclamava Olè anche in Italia). E tra tantifestejos taurinos nello Stivale ne descrissi uno svoltosi a Bergamo Alta in un giorno di febbraio verso la fine del ‘500. E ricordo pure che nei primi dell’800 si celebrò una sorta di mini, ma molto mini, Pamplona (si liberarono tori per festeggiare qualche Vip di passaggio) nella piazza del Duomo di Novara (città a me nota e che, quanto a entusiasmi, onestamente non potrei definire caliente).
Dolci ricordi del passato

Un torero della ‘mutua’
Ma veniamo alla storia del Club Taurino Milano (dopodiché chi vorrà saperne di più sulla Tauromachia in Italia vorrà consultare il mio sullodato scritto, non senza essere avvertito che in giro c’è forse qualcosa di meglio). Arruolato poco dopo la sua fondazione, ho vissuto le vicende del CTM con sommo piacere, fosse solo perché mi piace la gente intelligente, e datosi che (così assicurano saggi e psicanalisti) i matti (come solo possono esserlo quelli che vivono con la testa in Spagna e il resto del corpo in Italia) sono gente intelligente, eccomi da tre decadi in giro nella geografia spagnola a godere quella che a sud dei Pirenei è chiamata la Fiesta Nacional. Quante corride avrò visto? Mah, ne ho viste comunque tante da aver imparato quand’è il momento di gridare Olè! e quando invece è meglio callar, bocca chiusa. C’è pure qualche mia foto in cui mi ritrovo con un drappo rosso tra me e un’innocente vaquilla, ma non è coraje, era solo qualche bicchiere più del previsto (e d’estate i vini duri -roba che la forchetta restava in piedi nel bicchiere- che una volta giravano in Spagna, pegaban, picchiavano, ricordo il Valdepeñas, ragazzi che ciocche). E quella volta, a Pamplona, che un’altra vaquilla, forse invaghita, mi puntò dalla parte opposta dell’arena, e io, temendo di subire violenza (ancorchè la vacchetta fosseembolada –una palla di piombo copre la mica simpatica estremità appuntita delle corna-) zompai oltre la valla, steccato, e cadendo di schiena rimasi un po’ di ore senza parlare).

bonomi va alla scuola taurinaSocio d’onore
Ma (come diceva Bogart/Rick inCasablanca) “è passato tanto tempo”, anzi, per l’esattezza trent’anni, né posso dire di non essermi fatto largo nella vita, quantomeno quella con ascendenza taurina: sono infatti stato nominato socio d’onore (anzi de honor) de sullodato Club. E m’è andata di lusso perché, solitamente, questeonorificenze vengono assegnatealla memoria, mentre, datomi un pizzicotto, scopro di esser tuttora non solo vivo e vegeto ma pure in grado di andare baldamente in giro, a la buena e dios, nella Piel del Toro (si indovini cos’è e dov’è) . Dopodichè, ancora fortunatamente in carne ed ossa (passo a immediata toccatina allecriadillas) e viste le prime avvisaglie di bel tempo penso già alla prossima, ennesima, temporada taurina. Que dios reparta suerte dicono i toreri affrontando il paseillo, la canonica sfilata nel ruedo. (Ma forse forse sono meno pericolose le corna di un hemingwayano Miura di quella vacca di intasatissima autostrada sulla riviera ligure …. destino la Spagna…. laddove avevo lasciato la testa….). Olè!
(05/03/2015)