Renzo Druetto, Lìder Maximo (ret) della Stampa Turistica del Belpaese (in copertina: Carne cruda, beninteso con aglio…. neh?….).

Centoventisette km dalla mì querida Milano (laddove i manzoniani Spagnoli, ahimè, mica governarono accortamente, e vabbè), oltretutto di autostrada, potrebbero convincermi ad andare più spesso a Torino (laddove i Savoia non governarono poi così male, salvo poi fare una figura di cioccolata nel resto del Belpaese, da loro occupato, tra metà ‘800 e metà ‘900, in nome e per conto del cosiddetto Risorgimento, e fu così che a Milano finì il Buon Governo absburgico di Maria Teresa & C.).
Invece, nella un tempo Augusta Taurinorum, mi reco piuttosto raramente, fosse solo per il rischio di incontrarvi aficionados all’Impero del Male, nel senso di Juventus. Gobbi che, però, nella capitale piemontese si contano sulla punta delle dita, e per fortuna di una mano sola: gli aficionados a quell’Impero del Male, dal grande Mago Herrera detto anche Giuve, allignano infatti, e in prevalenza, a sud di quella che Sciascia definì La linea della Palma, isole comprese.
A Torino, ad esempio, andai per nascere; poi a visite mediche tendenti a non dover servire la Patria “anche” facendo la guardia a un bidone di benzina (che casino, in quell’ospedale militare a lottare per la conquista di un Ram, Ridotta Attitudine Militare); e infine mi toccò andare qualche volta al Perroquet, un night alla moda laddove i miei amici, e a quel tempo concittadini novaresi portavano le loro morose taurinensi (e io lì a far flanella per poi tenerli svegli al ritorno, capita).
A Torino, pertanto, dicevo, poche gite (solita scusante: il rischio di trovarmi a tu per tu con qualche scherano bianconero colluso con la malefica e ben nota Sottrattrice di scudetti).
Fin quando il Maurizio Di Lallo mi arruola per andare a trovare il DRUETTO. E qui il discorso si complica mica poco. Nel senso che occorrono dettagli.
Il DRUETTO (che di nome fa RENZO) fu a lungo Pontefice Massimo dell’editoria turistica (tipo il management di un periodico sveltamente chiamato TTG nel senso di Travel Trade Gazette), nei tempi in cui il Turismo, T maiuscola, contava qualcosa. Contava ‘nonostante’ le non eccelse capacità culturali dei suoi facitori, nel senso degli agenti di viaggi, che, poi, d’amblè, diventarono tutti, o quasi, tour operators (parola che, in effetti, faceva più chic di  ‘dettaglianti’).

Dalla Bagna Caoda alla Pizza Kazaka…..

Dopodichè anche per il DRUETTO passano gli anni e, stufo di girare il mondo (una volta lo trovai pure in una fumosa piola dell’angiporto porteño….), resta a riposare nella natia Torino (laddove nel contempo, andatosene il Mago Herrera la maldita Giuve continuava a rubare scudetti a  querida Inter, ma questa, avrebbe detto Kipling, è un’altra storia….).
Per farla breve, dopo tanto tempo torno a Torino “in quanto che” il sullodato Di Lallo mi porta colà a “salutare DRUETTO”.
Un saluto meglio definibile uno Sbafatorio Happening Oceanico.
Nel senso che per andare a trovare il Druetto si finì (pare ovvio non meno che umano) con le gambe sotto il tavolo di una trattoria torinese. Laddove di tracce sabaude alle pareti, per fortuna, nisba. Epperò m’è capitato di incontrare forse troppi ramati quadretti (e meno male che monsieur Daguerre non inventò la macchina fotografica prima della XIV dinastia) di Faraoni e quant’altro faceva pensare alla Valle del Nilo piuttosto che a quella del Po (ma in cucina mi fu pure garantita cuoca torinese doc, non so, però, se Vecchio cuore granata).
Dopodichè, per concludere, se è, sì, vero nessuno è perfetto, è però anche vero che nella Carne Cruda piemontese  (quella che, conoscendomi come gran sbafatore, convinceva il mai troppo compianto mio fedele dubat pugliese Mimì, a darmi del cannibale), l’aglio ci vuole, perdìo se ci vuole, oh, basta, là….. Cerèa, neh….     

Aaaahhhh (Social Happening Report….) al TORINO & DRUETTO AMARCORD PERFETTO notata la sbafante presenza (sorry per i tanti dimenticati, ma sono mica la Louella Parsons e di gossip ne so poco…) ….. di …
Di Lallo (già detto, solo che – e quindi merita un bis – ha guidato lui l’auto Mi/To/Mi ancorchè non mi abbia portato a Superga, a ricordare quel tragico 4 maggio 1949) – Bruno Colombo (fortemente indiziato di tutto l’ambaradam di cui a queste scomposte righe) – Giorgio Zentilomo (che per esser viepiù zentil  s’era pure intabarrato in giacca & cravatta propi un fioeu per bèn) – X Donati (toh chi si rivede ma sorry perché non ricordo il nome) – Buonfino (forse Paolo) che a prima vista potrebbe sembrare serio – Cassano (très chic, il contrario del suo omonimo pallonaro) – Renato Scaffidi (per l’umile, e qui scrivente, che è pure periodista  spagnolo, Very very vip in quanto Lìder Maximo di ispanica compañia aerea) – Mimmo Cristofaro nel senso di Contur (Santo! subito! stai per mettere la mano in saccoccia e invece ha offerto lui la pappata) – “Bosco” (che per gli agnostici fa pure Scuro) – Franco Lucignano simpatico benchè romano nonché Big, che più Big non si poteva, alla Ventana, quella che, con riferimento ai biglietti della Finale di Coppa dei Campioni, cantavano, tutti “Juve puttana ti vendi alla Ventana….” (e questo, ditemi se è poco…).    

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