Storica città catalana erede della imperiale Tarraco

GPB …. per ”Europa, Città da Scoprire” Edizioni TCI – nellafoto in hp: la Repubblica Spagnola (Catalunya)

spa tarragona romana ridTarragona (poco più di 100.000 abitanti, capoluogo della più meridionale provincia della Catalogna), come l’omologa Girona ha a lungo sofferto la vicinanza di Barcellona, con la conseguenza di essere stata turisticamente sottovalutata. La penalizzazione delle località minori è dovuta soprattutto al recente turismo mordi-e-fuggi (una sorta di fast food dei viaggi) che per un sommario ‘vedere tanto e in fretta’ si lascia alle spalle monumenti e panorami sovente più belli di alcune attrazioni della città ‘più importante’ che si corre a visitare.

Nel caso della ‘sofferenza turistica’ di Tarragona nei confronti di Barcellona (distante solo un centinaio di kilometri), si è usato il passato prossimo perché da un paio di decenni è avvenuto il grande riscatto grazie al boom dell’adiacente Costa Daurada (in catalano, Dorada in spagnolo o castellano che dir si voglia) ulteriormente rafforzato dall’apertura dell’immenso Parco Tematico ‘Universal Port Aventura’ (tra Salou, capitale della Costa Daurada e Tarragona). Con l’aiuto di queste due attrazioni turistiche (oggidì, in politichese ‘volani’) Tarragona comincia pertanto a guadagnare l’attenzione che le spetta, tale da meritare certamente la visita di un viaggiatore non superficiale.

Per descrivere la storia città non si ricorra alla leggenda di Giove, che ripudiò la sposa, la mortale Tiria, perché innamorato della città di Tarragona che lo aveva ammaliato. E’ invece più interessante e pratico risalire alle vicende di Roma nella penisola iberica, perché –quanto agrandeur- né Mèrida (Emerita Augusta) e ancor meno Leòn (Legio VII Gemina) devono tanto all’impero Romano quanto Tarragona (Tarraco).

Le legioni della futura Caput Mundi conquistarono parzialmente la Spagna poco prima del 200 A.C. sconfiggendo i Cartaginesi nella seconda Guerra Punica. Nel corso di un secolo l’occupazione si

completò, per una divisione amministrativa in Spagna Citeriore e Ulteriore. Nel 27 A.C. per decisione di Augusto si ebbe una nuove suddivisione della penisola iberica in tre province: Lusitania (Merida), Betica (Cordoba), Tarraconensis (la ex Citeriore, Tarragona). Per documentare la crescente importanza (economica, politica, militare, culturale) della Spagna romana, a fronte di un progressivo indebolimento della stessa capitale dell’impero, basta ricordare che a sud dei Pirenei nacquero due imperatori (Traiano e Adriano), scrittori e filosofi (i due Seneca, Marziale, Quintiliano, Lucano).

In questo affascinante, plurisecolare scenario storico, Tarragona fu subito protagonista e tale restò a lungo. Nel 218 A.C. Gneo Scipione la crea base logistica e militare, porta di ingresso della penetrazione romana nella penisola iberica attraverso la Valle dell’Ebro, nel 45 A.C. Giulio Cesare la nomina Colonia. Ma fu Augusto -che a Tarragona risiedette tra il 27 e il 24 A.C. per la bontà di un clima che garantiva tiepidi inverni- ad arricchire la capitale della Hispania Tarraconensis (in quel tempo estesa su 60 ettari, con più di 3.000 abitanti) con monumenti e altri edifici che il prestigioso archeologo tedesco Shulten ha definito tra i più interessanti del mondo romano. Poche città dell’impero, oltre alla opulenta Tarraco, potevano favorire la cultura e il divertimento degli abitanti con la contemporanea presenza di un circo, un teatro, un anfiteatro.

Tarragona romana

Tarragona romana

Dopo il passaggio di Franchi e Alemanni e il dominio visigoto (469), Tarragona fu invasa dagli arabi (716) che la distrussero mentre il territorio circostante diveniva terra di nessuno nelle dispute tra cristiani e saraceni. La situazione migliorò con la Reconquista e conobbe un certo benessere dopo l’unione dinastica tra Aragona e Catalogna. Nei secoli più recenti, prima dello sviluppo

industriale del porto e dello sfruttamento turistico della Costa Daurada, la città visse dignitosamente grazie a un ricco retroterra, il Camp de Tarragona, cui si aggiunsero le coltivazioni nel bonificato, non distante delta dell’Ebro.

Una località posta tra un mare pescoso e una terra fertile può solo vantare una cucina ricca, saporita e intrigante. Accade, ovviamente, anche a Tarragona, quando andare a tavola costituisce un momento di festa (è nota la ricercatezza della gastronomìa catalana, che sposa profumi e sapori del sud della Spagna con le spezie, le carni e le elaborazioni della vicina Francia). Tra le salse, oltre al ben noto Allioli, va assolutamente assaggiato il Romesco (olio, peperoni, nocciole, mandorle, cipolle, aglio, pomodori). Un buon Suquet (pesce cotto in tegami di terracotta con verdure ed erbe) può essere anticipato dal tipico Rossejat (riso o vermicelli tostati e cucinati nel brodo di pesce). Contrasti di colore, invece, tra l’Arròs Negre (riso cucinato con l’inchiostro di seppia) e il Menjar Blanc (un dolce ottenuto dal latte di mandorle cagliato). Chi passa dalle parti di Tarragona tra dicembre e marzo non dimentichi di ordinare la Calçotada, che non è composta dalle sole Calçots ( cipolle fresche cotte sul fuoco e intinte nella salsa Salvitxada) ma è seguita da carne d’agnello e salsiccia alla brace insaporiti dall’Allioli e accompagnata da pane diPayès. Quanto ai vini, buoni i bianchi del Camp de Tarragona, eccellenti e noti in tutta la Spagna i rossi del Priorato.

VISITA

La cattedrale

Bandiera della Catalunya

Bandiera della Catalunya

Iniziata tra il 1170 e il 1180 e terminata solo a metà del XVI secolo, testimonia l’importanza di Tarragona nella diffusione del cristianesimo (è assodato che durante il suo viaggio in Spagna San

Paolo predicò in città) e domina la città antica come tante altre chiese-fortezze coeve. Il romanico e il gotico si fondono piacevolmente nella facciata, incompiuta (bel lavoro scultoreo del Maestro Bartomeu, XIII secolo), mentre si richiamano al romanico la base a croce latina e l’abside. All’interno prevale il gotico con un gran rosone centrale, il coro (XV secolo), bellissimo il Retablo (la pala dell’altare maggiore) con scene della vita di Santa Tecla dello scultore Pere Johan, degna di una sosta la statua giacente dell’arcivescovo Juan de Aragòn (1334).

L’anfiteatro

Fuori dall’antico centro urbano, la Part Alta, in magnifica posizione vista-mare sulla spiaggia del Miracle, poteva accogliere fino a 12.000 spettatori per spettacoli pubblici e lotte tra gladiatori. Al centro dell’arena i resti della chiesa romanica (XII secolo) di Santa Maria del Miracle, costruita su una basilica visigota del VI secolo.

Museu Arqueologic e Museu d’Historia de Tarragona

Ospitati nel Pretorio e in un adiacente edifico moderno, praticamente un tutt’uno, conservano eccellenti testimonianze per conoscere le origini e la storia della Tarraco non solo romana: statue, sarcofagi (splendido quello di Ippolito), mosaici (eccellente quello con il volto di Medusa), una famosa bambola di avorio, un Bacco praxiteliano.

Passeig Arqueologic

Museo Dalì a Figueres.....

Catalunya … Museo Dalì a Figueres…..

Nella Part Alta (la zona storica). Una interessante passeggiata, con stupendo belvedere sul Camp de Tarragona, lungo le Mura Romane del II secolo, con base di pietra megalitiche e un muro di 12 metri di pietre da taglio (una contromuraglia risale al XVIII secolo). Il percorso, ideato nel 1932, è abbellito e arricchito da porte di accesso e frammenti archeologici, torri (Arquebisbe, Cabiscol, Minerva) e merli, alberi e piante (e una statua di Augusto, regalo dell’Italia).

Foro Romano

Bellissimo restauro del settore che costituì il fulcro della città romana dal I al IV secolo, fiancheggiato da un’alta torre -nota come il Pretorio oCastell del Rei o di Pilato- nel medioevo residenza reale. La visita avviene tra colonne, capitelli, resti di mura e quant’altro reperito durante gli scavi. Sono inoltre ben visibili le cripte e le gradinate del Circo fino all’attuale piazza La Font.

Museo e Necropoli paleocristiana

Una delle più importanti necropoli in Spagna (III e IV secolo) con un adiacente museo che conserva sarcofagi, mosaici, tombe, urne funerarie. Nella esposizione Il mondo della morte sono documentati le credenze, i rituali le cerimonie e le consuetudini in relazione alla morte nell’epoca romana.

Acquedotto Puente del Diablo

A 4 kilometri da Tarragona, sulla strada per Lleida, questa magnifica opera di ingegneria –probabilmente costruita all’epoca di Traiano- presenta due ordini di arcate, 11 le inferiori e 25 le superiori, per una lunghezza totale di 217 metri. E’ considerato di grande valore per il perfetto stato di conservazione.

Mausoleo di Centcelles

A Constanti, 5 kilometri dal centrocittà, importante monumento funerario del IV secolo formato da due corpi quadrati. Merita una visita per il bellissimo mosaico della volta raffigurante Daniele tra i leoni.

 

TARRAGONA

Tarragona (poco più di 100.000 abitanti, capoluogo della più meridionale provincia della Catalogna), come l’omologa Girona ha a lungo sofferto la vicinanza di Barcellona, con la conseguenza di essere stata turisticamente sottovalutata. La penalizzazione delle località minori è dovuta soprattutto al recente turismo mordi-e-fuggi (una sorta di fast food dei viaggi) che per un sommario ‘vedere tanto e in fretta’ si lascia alle spalle monumenti e panorami sovente più belli di alcune attrazioni della città ‘più importante’ che si corre a visitare.

Nel caso della ‘sofferenza turistica’ di Tarragona nei confronti di Barcellona (distante solo un centinaio di kilometri), si è usato il passato prossimo perché da un paio di decenni è avvenuto il grande riscatto grazie al boom dell’adiacente Costa Daurada (in catalano, Dorada in spagnolo o castellano che dir si voglia) ulteriormente rafforzato dall’apertura dell’immenso Parco Tematico ‘Universal Port Aventura’ (tra Salou, capitale della Costa Daurada e Tarragona). Con l’aiuto di queste due attrazioni turistiche (oggidì, in politichese ‘volani’) Tarragona comincia pertanto a guadagnare l’attenzione che le spetta, tale da meritare certamente la visita di un viaggiatore non superficiale.

Per descrivere la storia città non si ricorra alla leggenda di Giove, che ripudiò la sposa, la mortale Tiria, perché innamorato della città di Tarragona che lo aveva ammaliato. E’ invece più interessante e pratico risalire alle vicende di Roma nella penisola iberica, perché –quanto agrandeur- né Mèrida (Emerita Augusta) e ancor meno Leòn (Legio VII Gemina) devono tanto all’impero Romano quanto Tarragona (Tarraco).

Le legioni della futura Caput Mundi conquistarono parzialmente la Spagna poco prima del 200 A.C. sconfiggendo i Cartaginesi nella seconda Guerra Punica. Nel corso di un secolo l’occupazione si

completò, per una divisione amministrativa in Spagna Citeriore e Ulteriore. Nel 27 A.C. per decisione di Augusto si ebbe una nuove suddivisione della penisola iberica in tre province: Lusitania (Merida), Betica (Cordoba), Tarraconensis (la ex Citeriore, Tarragona). Per documentare la crescente importanza (economica, politica, militare, culturale) della Spagna romana, a fronte di un progressivo indebolimento della stessa capitale dell’impero, basta ricordare che a sud dei Pirenei nacquero due imperatori (Traiano e Adriano), scrittori e filosofi (i due Seneca, Marziale, Quintiliano, Lucano).

In questo affascinante, plurisecolare scenario storico, Tarragona fu subito protagonista e tale restò a lungo. Nel 218 A.C. Gneo Scipione la crea base logistica e militare, porta di ingresso della penetrazione romana nella penisola iberica attraverso la Valle dell’Ebro, nel 45 A.C. Giulio Cesare la nomina Colonia. Ma fu Augusto -che a Tarragona risiedette tra il 27 e il 24 A.C. per la bontà di un clima che garantiva tiepidi inverni- ad arricchire la capitale della Hispania Tarraconensis (in quel tempo estesa su 60 ettari, con più di 3.000 abitanti) con monumenti e altri edifici che il prestigioso archeologo tedesco Shulten ha definito tra i più interessanti del mondo romano. Poche città dell’impero, oltre alla opulenta Tarraco, potevano favorire la cultura e il divertimento degli abitanti con la contemporanea presenza di un circo, un teatro, un anfiteatro.

Dopo il passaggio di Franchi e Alemanni e il dominio visigoto (469), Tarragona fu invasa dagli arabi (716) che la distrussero mentre il territorio circostante diveniva terra di nessuno nelle dispute tra cristiani e saraceni. La situazione migliorò con la Reconquista e conobbe un certo benessere dopo l’unione dinastica tra Aragona e Catalogna. Nei secoli più recenti, prima dello sviluppo

industriale del porto e dello sfruttamento turistico della Costa Daurada, la città visse dignitosamente grazie a un ricco retroterra, il Camp de Tarragona, cui si aggiunsero le coltivazioni nel bonificato, non distante delta dell’Ebro.

Una località posta tra un mare pescoso e una terra fertile può solo vantare una cucina ricca, saporita e intrigante. Accade, ovviamente, anche a Tarragona, quando andare a tavola costituisce un momento di festa (è nota la ricercatezza della gastronomìa catalana, che sposa profumi e sapori del sud della Spagna con le spezie, le carni e le elaborazioni della vicina Francia). Tra le salse, oltre al ben noto Allioli, va assolutamente assaggiato il Romesco (olio, peperoni, nocciole, mandorle, cipolle, aglio, pomodori). Un buon Suquet (pesce cotto in tegami di terracotta con verdure ed erbe) può essere anticipato dal tipico Rossejat (riso o vermicelli tostati e cucinati nel brodo di pesce). Contrasti di colore, invece, tra l’Arròs Negre (riso cucinato con l’inchiostro di seppia) e il Menjar Blanc (un dolce ottenuto dal latte di mandorle cagliato). Chi passa dalle parti di Tarragona tra dicembre e marzo non dimentichi di ordinare la Calçotada, che non è composta dalle sole Calçots ( cipolle fresche cotte sul fuoco e intinte nella salsa Salvitxada) ma è seguita da carne d’agnello e salsiccia alla brace insaporiti dall’Allioli e accompagnata da pane diPayès. Quanto ai vini, buoni i bianchi del Camp de Tarragona, eccellenti e noti in tutta la Spagna i rossi del Priorato.

VISITA

La cattedrale

Iniziata tra il 1170 e il 1180 e terminata solo a metà del XVI secolo, testimonia l’importanza di Tarragona nella diffusione del cristianesimo (è assodato che durante il suo viaggio in Spagna San

Paolo predicò in città) e domina la città antica come tante altre chiese-fortezze coeve. Il romanico e il gotico si fondono piacevolmente nella facciata, incompiuta (bel lavoro scultoreo del Maestro Bartomeu, XIII secolo), mentre si richiamano al romanico la base a croce latina e l’abside. All’interno prevale il gotico con un gran rosone centrale, il coro (XV secolo), bellissimo il Retablo (la pala dell’altare maggiore) con scene della vita di Santa Tecla dello scultore Pere Johan, degna di una sosta la statua giacente dell’arcivescovo Juan de Aragòn (1334).

L’anfiteatro

Fuori dall’antico centro urbano, la Part Alta, in magnifica posizione vista-mare sulla spiaggia del Miracle, poteva accogliere fino a 12.000 spettatori per spettacoli pubblici e lotte tra gladiatori. Al centro dell’arena i resti della chiesa romanica (XII secolo) di Santa Maria del Miracle, costruita su una basilica visigota del VI secolo.

Museu Arqueologic e Museu d’Historia de Tarragona

Ospitati nel Pretorio e in un adiacente edifico moderno, praticamente un tutt’uno, conservano eccellenti testimonianze per conoscere le origini e la storia della Tarraco non solo romana: statue, sarcofagi (splendido quello di Ippolito), mosaici (eccellente quello con il volto di Medusa), una famosa bambola di avorio, un Bacco praxiteliano.

Passeig Arqueologic

Nella Part Alta (la zona storica). Una interessante passeggiata, con stupendo belvedere sul Camp de Tarragona, lungo le Mura Romane del II secolo, con base di pietra megalitiche e un muro di 12 metri di pietre da taglio (una contromuraglia risale al XVIII secolo). Il percorso, ideato nel 1932, è abbellito e arricchito da porte di accesso e frammenti archeologici, torri (Arquebisbe, Cabiscol, Minerva) e merli, alberi e piante (e una statua di Augusto, regalo dell’Italia).

Foro Romano

Bellissimo restauro del settore che costituì il fulcro della città romana dal I al IV secolo, fiancheggiato da un’alta torre -nota come il Pretorio oCastell del Rei o di Pilato- nel medioevo residenza reale. La visita avviene tra colonne, capitelli, resti di mura e quant’altro reperito durante gli scavi. Sono inoltre ben visibili le cripte e le gradinate del Circo fino all’attuale piazza La Font.

Museo e Necropoli paleocristiana

Una delle più importanti necropoli in Spagna (III e IV secolo) con un adiacente museo che conserva sarcofagi, mosaici, tombe, urne funerarie. Nella esposizione Il mondo della morte sono documentati le credenze, i rituali le cerimonie e le consuetudini in relazione alla morte nell’epoca romana.

Acquedotto Puente del Diablo

A 4 kilometri da Tarragona, sulla strada per Lleida, questa magnifica opera di ingegneria –probabilmente costruita all’epoca di Traiano- presenta due ordini di arcate, 11 le inferiori e 25 le superiori, per una lunghezza totale di 217 metri. E’ considerato di grande valore per il perfetto stato di conservazione.

Mausoleo di Centcelles

A Constanti, 5 kilometri dal centrocittà, importante monumento funerario del IV secolo formato da due corpi quadrati. Merita una visita per il bellissimo mosaico della volta raffigurante Daniele tra i leoni.