per mondointasca.org – nella foto di apertura: Figueres, Catalunya, Dalì nella città natale

Tassa di soggiorno anche qui? (Le dune di Merzouga, Marocco)

Tassa di soggiorno anche qui? (Le dune di Merzouga, Marocco)

Turisticamente parlando, e a proposito di scemenze, chi, a proposito di dazi, gabelle, furtarelli (beninteso legalizzati) tasse a capocchia etc etc,  pensa al Medio Evo, è il caso che si aggiorni.
Queste insensate (e stupidotte) gabelle esistono infatti tuttora, e turisticamente parlando si legga la (sacrosanta) lamentela del sig. Ernesto Tempesta di Napoli (in Lettere al Corriere) laddove condanna la (stupidotta, anzi scemissima, anzi malfamata) tassa di soggiorno, per la precisione a Roma e per l’esattezza 6 euro a cranio al dì. Una gabella che i Padroni del Borgo impongono (appunto in stile medioevale) per spiegare che stando in un posto tu ci fai la pupù e allora occorre la costruzione eppoi la manutenzione delle cloache, se vai per monumenti devi attraversare le strade e allora (ma questo non accadeva nel Medio Evo, almeno ai pedoni, mentre i cavalieri se la vedevano a colpi di spada) devi pagare il rosso il verde e pure il giallo dei semafori, etc etc etc. I tanto rapaci quanto molto spendaccioni gabellatori fanno però finta di ignorare che il turista, viaggiatore e/o chi per tanti altri motivi si ritrova nella loro città (nel caso del sig. Tempesta, Roma) a parte la cacca giornaliera (se non stitico) e l’”uso” di qualche semaforo) tutto il resto –come del resto vvvio- lo paga (e in certe città “turistiche”,  vedi Roma, pure profumatamente), vedi lu magnare e lu dormire, i tram, il ‘cappuccio e briosc’, etc etc etc in tal modo ingrassando i cittadini che poi pagheranno le tasse a quello stesso comune che rapacemente comincia col fregare i soldi a chi porta ii soldi (il turista/viaggiatore) mediante la suesposta (e definita scema) tassa (di soggiorno).

Ohibò ohibò finita l’Expò il santo si gabbò….
Eh sì, l’Expò milanese è ormai finita da 6 mesi e a parte il solito ‘income’ (danèe) cuccato come in tutte le feste di paese da alberghi, bar e ristoranti (quest’ultimi però fregati dalla sopravvenuta decisione di tenerla aperta anche la sera imperocchè a Milano meno cene…) per il resto, per quanto riguarda i grandi progetti: nisba. Ad esempio (‘lo dice’ il Corriere/Milano, 1/5: “Expo, l’eredità incompiuta”) a se si parla di progetti in grande, tipo “Nutrire il Pianeta”, fino a un anno fa tanti blablabla, poi, appunto da un anno, “finita la festa gabbato lo santo”, e il Pianeta (ormai trascorso un annetto) continua ad avere un certo appetito, C.v.d. Come Volevasi Dimostrare.

Una sposa uzbeka

Una sposa uzbeka

Spigolatura “Lo sapevate che…?”
Lo sapevate che, oltre al turismo sciistico invernale e più genericamente a dar da mangiare (se è vero l’antichissimo proverbio “Sotto la neve, pane”) l’ormai sempre meno frequente fenomeno atmosferico invernale  può anche influire su altri rami dell’economia? A Molteno la Koenig, fabbrica di catene ‘intelligenti da neve’, 106 dipendenti, chiude, motivo: inverni sempre più caldi quindi sempre meno neve…

Poesia Turistica … “I colti viaggiatori italiani, e transalpini, sempre più incazzati col ministro” (un tempo ‘anche’ del Turismo, adesso, in pratica, solo dello Spettacolo e dei mondani tagli dei nastri) “Franceschini: visitando l’Italia si resta cretini”.
“Corriere della Sera/Milano, 1 maggio: “Porte ancora chiuse al Cenacolo e Brera. Dopo il 25 aprile visitatori di nuovo in strada. Rispettate le regole….” (e il quotidiano milanese, per doverosa e professionale precisione, aggiunge “Aperti altri musei” …. Ma sai che gioia, ad esempio per uno che viene da Sydney o San Francisco, e pensava di ammirare “L’Ultima Cena” ritrovarsi (invece) davanti a una crosta di un quasi madonnaro???. Mah … Turismo (in Italia): quante cagate si commettono nel tuo nome…. .

In (cortese) omaggio …. Aforisma….
“Un tempo volevo diventare ateo. Ho lasciato perdere. Non hanno giorni festivi”. Henry Youngman.