AMARCORD VIAGGIATORIO DI UN ANTICO CURIOSO …
Qualche decennio (tanti), in gita, tra terre e mari, isole comprese.

1° Tomo … AFGHANISTAN – ALBANIA

Camino de Santiago (in copertina: gita in Antartide)

Questa prefazione può risultare prolissa e mi scuso anticipatamente. Epperò sono tanti i punti da chiarire con l’aficionado lettore. In primis questo Amarcord Viaggiatorio non è un libro per il semplice motivo che fin dalla più tenera età (desideroso di vedere campare i pioppi, ahiloro destinati all’abbattimento per generare carta) giurai a me stesso che non avrei  mai fatto parte di quella sterminata categoria di bipedi che “hanno scritto un libro”. E i giuramenti vanno rispettati (oltretutto, nel frattempo, hanno inventato il web eppertanto di carta se ne consumerà sempre meno, evviva!, lunga vita ai pioppi!).
Parimenti, questo Amarcord non vuole essere una delle tantissime “guide turistiche”, un tempo sciccosamente dette Baedeker dal nome dell’editore tedesco che, a inizio ‘800, spiegò agli epigoni del Grand Tour
cosa andare a vedere. N.B. Evidentemente, già a quei tempi, non erano pochi i globetrotter sciur , che però viaggiavano ben vestiti e azzimati, mentre oggidì ti ritrovi negli aeroporti gente apparentemente così sfigata che, se li incontrassi in centro gli slungheresti un’elemosina per comprarsi una pagnotta: ruit hora, i tempi cambiano, baby.
Quanto segue, pertanto, costituisce soltanto un ensemble di informazioni e / o commenti (tra cui, pare ovvio, e umano, qualche puttanatina), segnalazioni più o meno interessanti, e/o utili, sui Paesi / Stati da me “visti” (preciso più avanti) e presenti nel mai troppo lodato “Calendario Atlante De Agostini”, per me una vera e propria Bibbia Viaggiatoria avidamente consultata fin dalla più tenera età. Una aficiòn, quella per la geografia forse dovuta anche al dettaglio che, in quei lontani tempi, vivevo a Novara, sede del benemerito Istituto Geografico, ed ero pure amico dei padroni. Con il risultato che il nonno, avvocato, mi portava nel locale tribunale ed io, sottoposto a quiz geografici da avvocati e cancellieri non sbagliavo risposta che fosse una, in una sorta di “Lascia o Raddoppia” ante litteram, in cui avvocati e cancellieri anticipavano il ruolo del Mike Bongiorno (e non ricordo bene se il presidente del Tribunale fece pure la parte del signor notaio…). Tra le domande “milionarie” (ma il mio monte premi era una gazzosa più il sorriso di un raggiante nonno Guglielmo), la più gettonata era “La capitale dell’Honduras?”, e io, d’amblè, “Tegucigalpa”, mentre mi pareva uno scherzo tra ragazzini sentirmi chiedere “La capitale di Ceylon?” laddove in souplesse rispondevo “Colombo”. NB E pensa tu cosa non ti combina la storia (e in ‘sto caso anche la geografia): trascorsi pochi anni dalle mie suesposte esibizioni, Ceylon passò a chiamarsi Sri Lanka mentre Colombo fu (calcisticamente parlando) retrocessa e capitale dell’ex Ceylon divenne “Sri Jayewardenpura Kotte” (un nome che potrebbe anche sembrare uno scherzo, se non lo dicesse l’Atlantino…).   

Cartagena (Colombia), Palenquera

Sempre a chiarimento di quanto il cortese lettore potrebbe avere il coraggio (e molto spirito di sacrificio) di leggere, ça va sans dire che ho proceduto secondo un ovvio non meno che  doveroso ordine alfabetico, dopodichè ho pensato bene di segnalare in “Corsivo” quei Paesi in cui “non sono (mai) stato”, mentre in “Neretto” ho elencato quei Paesi che potrei affermare di “conoscere”, o più sommariamente di “averli visti” (e tra questi ultimi, ma solo per non creare una ingombrante terza categoria ho pensato bene di inserire il Belpaese, isole comprese …).
E le mie precisazioni non sono ancora finite. Edotto da una sorta di querelle scoppiata anni fa tra i soci di un bizzarro non meno che stravagante Club di Grandi Viaggiatori (fu pure cuccato uno che barava sui “Paesi visti”, robb de matt….) chiarisco che “non vale” (troppo comodo…) nel conteggio dei “Paesi visti”, il solo Stopover (sosta) in un aeroporto di quel Paese e tantomeno un veloce blitz oltre confine per qualsivoglia motivazione (lo facevo io, ragazzo, espatriando in Svizzera, ma solo per comprare le sigarette…. non per dire che “ero stato all’estero”).
E visto che si parla di Genti & Paesi informo che mando, appunto, a quel Paese,  chi prendesse sul serio questo divertissement  turistico / viaggiatorio, e concludo precisando che (inverno 2018) i Paesi da me non (ancora) “visti” (i veneti direbbero volgarmente, mai coverti…) sono (ben) 61. Mentre, tra quelli “visti” (e a tale proposito ci siamo capiti…) sono (molto) lieto (ma non ancora soddisfatto…) di poterne annoverarne (e ci infilo un … ben….) 117. Tantini, o almeno a me sembra (epperò speranzosamente aumentabili, tant’è che, come ben disse Amatore Sciesa, Tiremm Innanz … e infatti penso alla prossima gita… .

Gite a sud dei Pirenei (e forse ne manca qualcuna …)

Qui giunti, non mi resta che concludere con un caldo (e sentito) incitamento, oltretutto privo di fini di lucro (una volta ho fatto pure il tour operator, ma come disse Rick/Bogart in “Casablanca”, è passato tanto tempo…), alla cortese aficiòn lettrice: viaggiate, cara gent, viaggiate (perché a restare in spiaggia, sotto l’ombrellone, si rischia di inscemire …).
P.S. Sono a (piacevole e disinteressata) disposizione di chi volesse sfruculiarmi a proposito di Posti & Paesi visti (e pure di alcuni non visti, datosi che, come diceva Totò, siamo gente di mondo…). Viaggiate… cara gent… Viaggiate …(già detto…).  


N.B. Come precisato:
Paesi Non Visti, CorsivoPaesi ‘Visti’, neretto.

AFGHANISTAN
Due volte più grande del Belpaese (653.000 kmq), ma meno della metà (28 milioni) gli abitanti. Dei quali, se ben ricordo (essendo, avrebbe detto Rick/Bogart, “passato tanto tempo”, circa 72 anni) ho conosciuto (ma solo ‘di vista’) la regina. Per la precisione, sul lungolago di Stresa, una (molto) vecchia signora, a bordo di una carrozzella (e tutti, “E’ la regina dell’Afghanistan”). Adesso, invece, nell’Afghanistan ci sono (anche) i Pashtun, che però (arroccati tra i monti) sono poco visibili in quanto impegnati a far la guerra contro gli invasori di turno. Tutta colpa della poco invidiabile posizione del Paese, tra imperiali(sti) appetiti: un tempo gli Inglesi della regina Victoria, e da sempre i Russi, prima degli Czar eppoi dei tovarich di Breznev. Col risultato che, in tutto quel casino, mica per niente si era andato a nascondere financo il Bin Laden. Da cui si evince che (e non per giustificare una delle peraltro non tante visite da me non compiute in posti del mondo che meriterebbero una gita) andare in Afghanistan non è mica poi così facile (e tantomeno igienico…). Ma chissà….

ALBANIA

Tirana

Detto “Il Paese delle Aquile” e da loro chiamato Shqiperia (ma provate voi a pronunciare ‘sta complicata parola, che a me viene da ridere…). Grande come Piemonte & Val d’Aosta (che, però, forse possono vantare più aquile …) é abitato da poco meno di 3 milioni di abitanti, di cui mezzo milione nella capitale Tirana (tanti anche quelli in Italia, tra le new entries da poco immigrate e le old entries arberese tipo Piana degli Albanesi, Ururi, Lamezia Terme etc etc.
Paese montagnoso, quindi piuttosto povero, al quale, ciò nonostante, l’Italia pensò bene di andare a rompere le balle (cacciando il mite re Zog e la di Lui consorte Geraldina, 1939) talchè per qualche anno (per fortuna, pochi) quando si citava di S. M. Vittorio Emanuele III (detto anche “Sciaboletta” stante la sua irrisoria, e si è già generosi, statura) oltre a definirlo “Re d’Italia” si aggiungeva (pure!) “e di Albania” e infine (ma, “per carità di patria”, sarebbe meglio lasciar perdere)… si concludeva con ’”Imperatore di Etiopia” (pensa tu…) .

Albania ai tempi di Hoxha….

Dopodichè, non ancora soddisfatti di secoli di dominio dei Turchi ottomani, e di quello (per fortuna, considerato quanto sfigati sono sempre stati i Savoia) assai più breve del re “Sciaboletta”, gli Albanesi si sono –pure!- trovati alle prese con i Comunisti di Hoxha (e questa ditemi voi se non è Sfiga pura …). Turisticamente parlando, in Albania si può andare”, nel senso che qualcosa da vedere, c’è, quindi “vale la pena” (soprattutto per l’aficionado alla storia, in quel casino dei Balcani, e per chi ama panorami selvaggioni e posti non consumistici). Basta soltanto non essere gastronomicamente esigenti (si mangia genuino) e, quanto alla lingua, l’albanese può anche risultare più facile di certi idiomi terùn (parlati da genti antan emigrate nel sud del Belpaese dall’Albania…). Gli albanesi. Maschi, in genere non adoni ma (peraltro rarissimi) ricchissimi, tipo Kashoggi, riccotti invece alcuni calciatori (giocanti nel campionato italiano, il primo dei quali fu tale Kriezu, attaccante nella Roma anteguerra). Bellezze (muliebri) locali, francamente, non un gran che, tant’è che, quando gli veniva voglia di (dicesi oggi) far sesso, il conte Galeazzo Ciano (per la giusta  ammirazione dello suocero Benito Mussolini, nel quale prevaleva il rumagnòl machismo sulle corna della figlia Edda) si portava le morose dall’Italia. Vettore (pilotato dallo stesso Ciano) della scappatella un idrovolante della Regia Aeronautica  ammarrante sulle belle (anche perché, ancor oggi, non affollate) spiagge verso il confine con la Grecia, dalle parti di Aghios Saranda (che, tradotto dal greco, vuol dire Santi Quaranta….).  

Fine 1° tomo  …