12 OTTOBRE – SPAGNA E AMERICA RICORDANO IL GENOVESE, L’ITALIA NO

GPB da … www.mondointasca.org del 18/10/06 …nella foto in ho: Terra Terra!!!

lazzarotto malocello naveCome sempre gli Italiani riescono a fare casino, a buttare al vento buone occasioni, non senza dimenticare quel che c’è (oltretutto non un gran che, visti i secoli di servaggio) di buono nel loro passato.

Prendete la vicenda di Cristoforo Colombo. Il 12 ottobre l’America festeggia a New York il Columbus Day e mentre scrivo queste righe, a Madrid si celebra il Dia de la Hispanidad (sotto Franco si chiamava il Dìa de la Raza) con le Forze Armate che sfilano tra il re e la statua del navigatore genovese.

Italiani in America. Per Colombo? No, per lo shopping…

Festeggiamenti per il Columbus Day per le vie di New York
A Genova, invece, “nisba” (o al massimo ci sarà qualche “manifestazioncina del putt” di routine, visto che nessun giornale ne parla). Dopo la morte di Paolo Emilio Taviani – grande studioso del “Almirante del Mar Oceano” – e fatta eccezione per un paio di intriganti libri del mio amico Ruggero Marino, sembra che al Belpaese di Colombo non gliene freghi proprio niente. Salvo ricordarsene – vedi articolo di Stella sul Corriere – per combinare una bella “scampagnata colombiana” a New York, come accaduto alle delegazioni della campana signora Mastella e della Regione Lombardia. Sembra però trattarsi di “quisquilie”, faccende più connesse allo shopping nella Grande Mela che con l’omaggio del (Bel)Paese al più noto dei suoi “Poeti, Santi, Eroi. Navigatori ecc” (devozione -semmai esistente- oltretutto macchiata da bassi interessi di bottega perché – asserirono i Lumbàrd e i Terùn – la gita era solo in funzione di andare a piazzare due tarallucci e un paio di bottiglie di Valcalepio).
A ‘sto punto, visto che in Italia se qualcuno si ricorda di Colombo lo fa soltanto “perché il dollaro è basso e così si piazza meglio la merce”, ho pensato bene di fare un salto a Siviglia a godermi (nello splendido Archivo General de Indias) l’Esposizione titolata “Colòn desde Andalucìa”.

… mentre a Siviglia, per esempio…

Una bellissima Mostra, grande documentazione, alcune novità (gli studi dell’Università di Granada sul Dna di quanto resta del corpo inumato nella Cattedrale di Siviglia ne hanno confermato l’appartenenza a Colombo) e soprattutto una intelligente suddivisione in quattro blocchi tematici. Che passo a elencare con brevi segnalazioni e commenti.

“Colòn y su Entorno” (Colombo e le sue Relazioni)

La mostra dedicata a Colombo
Profondamente legato al culto della famiglia, visse sempre circondato dai parenti. Non solo i due figli, Diego (nato in Portogallo nel 1480 dal matrimonio con Felipa Moniz de Perestrelo) e Hernando (nato a Cordoba nel 1488 dall’unione con Beatriz Enriquez de Arana), i due fratelli (Bartolomè e Diego) e la cognata portoghese (Brionlaja Muñiz) ma pure i nipoti.
E a proposito di questi ultimi ecco una piccola ma valida prova della tanto contestata “genovesità” (o quantomeno italianità) del Navigatore: mentre il resto della famiglia non esitò a cambiare il cognome in Colòn, i nipoti Juan Antonio e Andrea vollero continuare a chiamarsi Colombo, nonostante le fortunate vicende ispaniche dello zio.

Monastero della Cartuja
Quanto agli amici, oltre ai frati della Rabida (monastero vicino a Huelva) Juan Perez e Antonio de Marchena, intriga l’amicizia dello scopritore con Gaspar Gorricio.
Ma chi era costui? Si tratta di una mia vecchia amicizia; lo “conosco” da prima dell’Expò di Siviglia 1992 e cercai -invano: da quelle parti hanno sempre e solo pensato alla ormai perduta Banca Popolare, alla (da tempo) irizzata Pavesi e alla De Agostini- di saperne di più sfruculiando varie volte il vescovato di Novara (ove vissi la mia gioventù) Gorricio (Gorrizio) era infatti nativo della città piemontese e con due fratelli (anch’essi frati) si trasferì (!) a Siviglia nel monastero cistercense della Cartuja (è stato da poco riaperto, visitarlo, è bellissimo) e una volta conosciuto Colombo ne divenne il tesoriere (sì, un Marcinkus ante litteram, niente di nuovo sotto il sole).

“El Bagaje Cientifico” (Le Nozioni Scientifiche)

Archivio Generale De Indias
Colombo non mise mai piede in una Università, come disse ai Reyes Catolicos, ma imparò mettendo “Mucha Diligencia en la Experiencia” (per la nota serie: val più la pratica della grammatica). Ma quantomeno lesse (a differenza dei nostrani senatori e deputati che non sanno nemmeno chi è Mandela e cos’è il Darfur) il Milione di Marco Polo, la Storia Naturale di Plinio, la Imago Mundi e la Historia Rerum del papa Pio II al secolo Enea Silvio Piccolomini. Completò le conoscenze marittime con la lettura di altri classici, ancorchè, nel ritoccare le distanze terracquee fornite da Toscanelli e Alfagrano, “toppò” non di poco (visto però come finì la vicenda è il caso di non infierire).

“La Organizaciòn de los Viajes” (l’Organizzazione dei Viaggi)

In questa sezione della Mostra, Siviglia la fa (ovviamente) da padrona. Cominciata, almeno a livello di accordi e carte da bollo, l’Operazione America a Granada (firma delle Capitulaciones a Santa Fè il 12 aprile 1492) fu poi la capitale andalusa, almeno fin quando il Guadalquivir fu navigabile da navi che pescavano poco, a organizzare (imbarchi, merci) conteggiare e introitare (dazi, gabelle, dogana) spedire e importare: inizialmente, di oro mica tanto, ma almeno la gastronomia – in pratica ancora ferma all’orrido Garum romano – si rinnovava con peperoni, tacchini, patate, pomodori, per non parlare dei soldi tirati su dai nostrani Monopoli con l’arrivo del Tabacco.

“El Fracaso del Virrey” (l’Insuccesso del Vicerè)

Il palazzo sede dell’esposizione
Eh sì, bravo Almirante, Colombo non ebbe altrettanto successo come Amministratore e Politico. Nel settembre del 1500 Francisco de Bobadilla fu inviato dai Re Cattolici a Santo Domingo alla testa di quella che oggidì si chiamerebbe una Commissione di Inchiesta e (contrariamente ai lavori talvolta pluridecennali delle attuali commissioni) in breve scoprì che il Nostro ne aveva commesse di cotte e di crude. Tant’è che con i fratelli Bartolomè e Diego tornò a Siviglia debitamente “impacchettato” (nel testo della Mostra è scritto, più elegantemente, “encadenado”).
Due anni dopo Colombo realizzò un altro viaggio in America come Almirante, ma non più come Virrey e Gobernador de las Indias.
Una bella Mostra per davvero, quella su Colombo in Andalusia (non so però se sarebbe piaciuta alla campana signora Mastella e a Formigoni, Gobernador della Lombardia, ex Milanesado spagnolo).