Il giornale Travel Quotidiano (12/2) pone una domanda ‘pleonastica’ (nel senso di superflua, la risposta è già nota) scrivendo: “Commissioni alle Agenzie Viaggi: cosa succede?”.
Succede infatti che col cacchio, ormai, che le Agenzie Viaggi cucchino commissioni, antan dette “provvigione” a riconoscimento dell’intermediazione, (o se gliele danno, costituiscono poco più di un’elemosina o di un ‘contentino’). Ma perché? Elementare, Watson. Fin quando l’agente di viaggi costituiva un mediatore tra il cliente e un albergo e/o una compagnia aerea e/o una compagnia di navigazione, quest’ultime erano (se non umanamente quantomeno commercialmente) “obbligate” a scucirgli qualche soldo (la già citata commissione/provvigione), se non che, adesso, con internet, apps, uotsàp (o quel che l’è) l’utente (che ritienesi furbo e crede di risparmiare –e a volte in effetti accade- o non gli sta simpatico l’agente di viaggi) schiaccia un paio di tasti e vai con il booking, l’acquisto, l’offerta scontata & diretta, appunto “on line”, di camere, pasti, tickets di aerei & cabine di nave e quant’altro, il tutto ‘al netto’ di quanto antan dovevasi elargire all’agenzia viaggi). Morale? Mah. Poca roba. Se non concludere che, a suo tempo, invece di bearsi pappa & ciccia fidandosi di alberghi & compagnie aeree, le agenzie viaggi avrebbero dovuto stare un filino in campana o quantomeno rendersi conto (anche se poco o nulla si sarebbe potuto fare per evitarlo) che prima o poi i loro amichetti avrebbero provveduto a “fargli la festa” … cosa che sta puntualmente accadendo … c.v.d. come volevasi dimostrare.
p.s. antan “qualcuno” agli agenti di viaggi glielo “aveva detto”….
(nella foto di copertina: Sensali al mercato delle vacche, gli è riconosciuta una commisssione/provvigione nelle vendite, e pure congrua,,,,,)….
Scrivi un commento