A parziale conguaglio dei titoli criptati anticipanti i miei umili scritti di Viaggi & Turismo, mi si riconosca almeno l’attenuante di provvedere con immediatezza alla spiegazione dei medesimi.
Allora …
Santo Tomè & Principe, incipit della spiegazione, è uno Stato indipendente (dal 12/7/1975) invero minuscolo (quindi per me ok, perchè, si sa, lo proclamo da sempre, che “Piccolo è bello”, e tanto per essere chiari la Valle del Po mi sembra già un continente troppo vasto…). Si tratta infatti, e soltanto, delle due citate isole, felicemente adagiate nell’africano Golfo di Guinea (superficie totale 1001 kmq, popolazione 192.993 abitanti, unità monetaria, dobra). Completano lo Stato soltanto alcuni isolotti, uno dei quali è però importante perché attraversato dall’Equatore (mentre a Principe furono compiuti importanti studi astronomici con risultati decisivi per la einsteniana Teoria della Relatività).
Dell’esistenza di Sao Tomè & Principe io ero già al corrente, sia ben chiaro, per il semplice motivo che, ragazzino, vivevo a Novara (Vej Piemont) e la mia famiglia era pappaeciccia coi padrùn del mai troppo lodato Istituto Geografico De Agostini, creatore del meraviglioso Calendario Atlante (quest’anno le edizioni sono 113). Una fonte di “sapere geografico, e geopolitico” (vedi la suesposta completezza dei dettagli) che lo scrivente consulta da sempre assegnandole la stessa autorevolezza che Martin Lutero dedicò alla Bibbia.
Epperò di ST&P (da qui in avanti uso le sigle, è più pratico e ancor più snob, come quelli che in vacanza a Forte dei Marmi, bensì, solo “al Forte”…) conoscevo l’esistenza e qualche info, ma per andarvi e conoscerlo ho impiegato quasi una vita (ohèi, nessuno è perfetto, il mondo è grande eppoi nel mundillo degli scribi turistici la concorrenza sbafatoria è nutrita). La tanto sognata conoscenza di ST&P è infatti divenuta realtà solo recentemente, quando il tour operator Filippo Rossi mi arruolò in una gita avente per meta quei due puntini isolati che i navigatori portoghesi scoprirono laddove l’Atlantico si insinua nel continente Nero.
E là, durante la citata spedizione, ebbi il piacere (benchè dottore in Scienze Politiche non intrapresi la carriera diplomatica – a quei tempi riservata prevalentemente ai portatori di sangue blu -) di conoscere la console di ST&P in Italia.
Mi riferisco a Silvia Grosso, una (muito) bela senhora (a ST&P si fala portuguès) di Asti (riecco il Vej Piemont , e mi concedo un piccolo vanto ricordando che astigiano/alfieriana doc fu pure una mia nonna…), che partendo dalla Città del Palio (maledetti toscani, di Palio c’è mica solo quello di Siena….) è finita addirittura alle suesposte isole equatoriali.
E per certo, tra l’Atlantico e il Continente Nero, Silvia Grosso si distinse a tal punto da divenire un prestigioso console del citato, giovane Stato. Una brava diplomatica, pertanto, con un problema in più (oltre al business che coinvolge l’attività consolare): combattere una sorta di ignoranza vigente nel Belpaese quando si parla di geografia. Una materia insegnata nelle scuole nostrane in dosi tragicamente minime (tanto per spiegarci, una domandina: quanti sanno “quant’è grande l’europeo Portogallo, o financo la confinante Svizzera, e quanta gente vi abita”?…”).
Da cui si evince che per far conoscere ST&P Silvia Grosso deve compiere un’impresa più ardua della scalata del Pordoi. Facilitata, però, dall’appeal della destinazione Carneade, non solo ‘turisticamente parlando” (rinvio i più curiosi e vogliosi di dettagli a quanto già scrissi per mondointasca.org) bensì, se non soprattutto, per altre motivazioni, oltretutto di grande spessore. Perché oltre a volare a ST&P (ci pensa la Tap via Lisbona) per appagare l’esecranda fame di tintarella (ci mancherebbe, più equatore di così… ) un acculturato viaggiatore riesce ad appagare tante curiosità e scopre un mondo che (fortunatamente) può apparire in ritardo appetto alla nostra attuale esistenza cosiddetta moderna. Ammira paesaggi e ritmi di vita che si credeva esistessero, ormai, soltanto nei films e nei romanzi ambientati nei mari del Sud. E quand’è il momento di mangiare un boccone o sorbire una bevanda si scopre che a ST&P tutto è ecologico, la parola “pesticida” è vocabolo sconosciuto.
Molto simpatica (e istruttiva), la serata, a Palazzo Visconti, dedicata da Silvia Grosso alla presentazione del libro “Santo Tomè e Principe: la biodiversità al centro del mondo”.
E quel risotto multicolore riproducente la bandiera di ST&P, bella trovata, e pure buono ….
per mondointasca.org
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