Spettabile Karpaten Turismo (proponente“Escursionismo, tour nei Carpazi etc etc….”).
Vi sono estremamente grato per l’ennesima proposta (tra le tantissime da Voi inviatemi da un po’ di lustri, con quasi brianzola perseveranza) di “andare a vedere i Carpazi” (ma solo, come da Voi precisamente, non meno che cortesemente, suggerito, quelli “meridionali”).
E detto tra noi, non nego una certa curiosità, se mai tiraste su un bella gita ai citati monti del vostro Bel (ma senza allusioni alla Galbani di Melzo…) Paese (beninteso inclusa la Dacia, che, forse non stranamente, mi ricorda la romana Colonna Traiana).
Perchè Romania è un nomen mutuato – ahilei – da Roma (ad ogni buon conto, la Roma “giusta, quella degli antichi romani, mica la ‘Roma ladrona’ che sta tanto sulle balle a noi nordici / insubro / ticinesi ….).
Ciò premesso e ad ogni buon conto, alle gite da Voi proposte parteciperei, ça va sans dire, volentieri. Meglio, però, se fuori Bucarest, e solo perchè ci son già stato tante volte, “per via del Tennis” (Tiriac, Nastase, Coppa Davis) e per i matches di Calcio (nei sorteggi delle Coppe europee una squadra bucurestiana finiva regolarmente sorteggiata contro una italiana, e io, lì, a organizzare, scrivere e descrivere, Viaggi & Sport).
La Transilvania. Che bello sarebbe, se, ad esempio, si organizzasse una sana scampagnata “molto gastronomica e No Draculiana” (anche perchè, ma resti tra noi, se si parla di Dracula, tra Mel Brooks, Marty Feldman etc. mi sono rotto le balle di vedere ‘sto succhiasangue in frack coi denti di vampiro ….).
Eccomi pertanto a proporVi una separazione tra gli appeals turistici in Romania, dicotomia a mio modesto avviso fattibilissima sempre che siano adottati opportuni accorgimenti.
E mi spiego.

Una gita sopraffina, “bele tose” in Bucovìna…
Quanto alle vicende draculiane, invece di una preoccupante escursione alla location del dentato mostro limitatevi a un ricordo – mediante foto – del (grande!) Marty Feldman in“Young Frankenstein” , 1974 (e grandi! anche Mel Brooks e Gene Wilder).
Se invece si parla di gastronomia, il discorso si complica, beninteso piacevolmente, se si fa riferimento alla Mamaliga.
In tal caso eccomi ricordare (“è passato tanto tempo”, avrebbe detto il Rick/Bogart di “Casablanca” e vabbè) gli eductours inventati dal Turismo romeno, a quei tempi (c’era una volta Ceausescu) ubicato nella milanese via Dogana.
Con le pierre – amarcord bene – affidate a un ridanciano semper alègher dal nome complicato, per metà antico romano circense e per metà milanès doc, Spartaco Bertoletti, persona molto intraprendente non meno che (davvero) perbene.
E proprio durante una di ‘ste gite rumene alla (allora) periferia dell’impero Urss (in seguito dissolto da Mrs Reagan…) ebbi palatale certezza che per Mamaliga di altro non si tratta se non della nostrana polenta (doc dopodichè ci sarebbero pure la polenta Concia e la barzelletta sconcia sulla Nonna & la Polenta, ma meglio glissare…).
Dopodichè, datosi che il giallo, anzi, aureo, alimento, chez nous viene ammannito in montagna (mica per niente molta gente preferisce andare al mare a mangiare la zuppa di pesce), ecco che, se si parla di Romania, ebbi la certezza che la Mamaliga non potevo che averla degustata nei Carpazi (beninteso “meridionali”).
Elementare, Watson!…..
Ciao Karpaten (e grazie per l’invito) …. gpb
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