Biografie del Passatore e Strigoli, William Gran Chef e il Pasticcio di Maccheroni, la casa natale di Guerrini/Stecchetti e gli Zuccherini, Anita Garibaldi e la ‘veneziana’ Comacchio…

gpb per mondointasca.org del 22/7/11

ita - ro beicamina targaConsigli e dritte di una fastosa e festosa combriccola di “Amici” (con la “A” maiuscola) “laddove” si scopre (direbbe l’estensore) cosa ci sia di bello – geogra/storicamente – da vedere, gustare e sorseggiare. In marcia, dunque!

Panini all’anguilla marinata
Ogni anno, ai primi di luglio, compio una canonica (34 anni) gita nel Ferrarese e nelle Romagne. Motivo della trasferta la “festa” (antan superiore ai 12° gradi Gay Lussac, ultimamente in diminuzione per motivi anagrafici) per il genetliaco del Nicola. L’happening è officiato a Ro Ferrarese (vabbè, è il paese di Sgarbi, ma non è il caso di prendersela con un centro abitato) alla Beicamina, avita e storica ‘Casa de Campo’ del mio amico. Una bella costruzione, monastero nel ‘700, descritta dal Bacchelli nel Mulino del Po (n.b.: romanzo che il cortese lettore vorrà accuratamente evitare trattandosi di una noiosa rottura di palle superata soltanto dalla proustiana Recherche, che tutti citano saputellamente ma nessuno ha letto; forse nemmeno Proust). Quest’anno, poi, questo mio Grand Tour di inizio estate è risultato vieppiù logorante per colpa di un aggiuntivo soggiorno dal Paolo al Lido di Spina, sotto splendidi pini mediterranei che però, con il trascorrere dei giorni, somigliavano sempre più a salici piangenti per via dei profluvi di Albana e Sangiovese fuoriuscenti dalla residenza del mio amico (nonché mio vicino di tomba e precario pescatore di telline).

Nelle “Legazioni” di Ferrara e Ravenna

Pellegrino Artusi

Pellegrino Artusi

Una bella gita, quindi, lardellata di amene esperienze (bere, mangiare e qualche visita dai risvolti vagamente culturali) da cui tante scoperte (e riscoperte) così valide da doverle raccontare, e chissà che non voglia prenderne nota il cortese lettore (già impegnato a perdonare la leggera vacuità dei miei pensieri, ma si sa, con tutta quella gente che scrive prendendosi tremendamente sul serio, penso che uno che si ride un filino addosso possa non guastare). Mi scuso poi per il disordine geografico della mia esposizione, però non così grave perché quanto descrivo è ritrovabile in spazi davvero minuscoli, nell’estremo nordest del fu Stato della Chiesa, per la precisione nelle Legazioni di Ferrara e Ravenna per secoli governate dai Prit (in romagnolo i Preti, informa Paolo mio scout e interprete della lingua locale, più ostica di quella dei Sioux).

Nel Ducato, fra libri e pasticcio di maccheroni

Ed eccomi al Grand Tour. Cominciato all’estero, nel Veneto, alla trattoria Belvedere (andarci solo per i primi, massime i Ricchi e Poveri, cappelletti nel denso brodo della Pasta e Fagioli) a Polesella. Questa amena località del Polesine non solo dista solo 2 chilometri da Ro Ferrarese, sull’altra sponda del Po (appena passato il ponte visitare il da me già descritto Mulino, copia fedele di uno dei 180 posti di macinazione di grano e mais un tempo galleggianti su quello che Guareschi chiamò il Piccolo Padre). Polesella è pure a un tiro di schioppo da Bagnolo Po, località in cui nacque (e di lì spiccò il volo con atterraggio al carcere di Opera) il vate del Gossip nazionale Lele Mora (ho suggerito a un oste locale di organizzare visite alla sua casa natale, c’è da far soldi).

Lugo, Pavaglione

Lugo, Pavaglione

Durante i soggiorni Roensi è sempre compiuto un blitz (18 chilometri) a Ferrara, laddove costituiscono un ‘must’ (obbligo): una visita al Caffè Europa (corso Giovecca) per un delizioso miniPasticcio di Maccheroni (il gentile maitre vi serve nel frattempo un fresco Gewurz Traminer) e una sosta dal Libraio di Piazza del Municipio (2 bancarelle ripiene di libri interessanti soprattutto il turista: guide locali, storie del glorioso Ducato – finito ai Prit nel 1598 – cucina ferrarese ed ebraica per via dell’importante presenza israelita nella città, vedi il Giardino dei Finzi Contini).

Dalle “collane” di aglio ai Catamarani dell’Adriatico

Fame?…. Ai Bagni Piramidi del Lido di Spina per un buon piatto di seppie fritte con salsa di pomodori, strigoli e prezzemolo…………………
Ma Tiremm Innanz e come cantava Secondo Casadei in “Romagna Mia ….lontan da te non si può star…” si prosegua. Eccomi allora con Paolo in marcia di avvicinamento (dopo blitz a Voghiera, capitale italiana dell’Aglio, Grande Fiesta il primo weekend d’agosto) destinazione finale il Lido di Spina (road map: Ro, Copparo, Formignana – doveroso stop in onore delle ascendenze del direttore di Mondointasca, “lo dice” il cognome; autostrada, si fa per dire, Ferrara-Porto Garibaldi).
Siamo ormai a un tiro di schioppo dalla Terra del – cosiddetto, ma in realtà era un fior di brigante – Passator Cortese (di cui acquisto una interessante biografia alla Libreria Romagnola di

Andrea Relencini, bruciato dai "Prit"

Andrea Relencini, bruciato dai “Prit”

Bagnacavallo; vi faccia un salto chi è interessato alla cultura, alla storia, alle tradizioni e alla gastronomia dei posti che visita, il negozio abbonda di pubblicazioni, riviste, ‘lunèri’ e financo vocabolari italiano-romagnolo). Ma prima di attraversare il confine ferrarese-romagnolo, io e Paolo compiamo un paio di escursioni (bel 16 chilometri tra andata e ritorno) e una bella pappatina ai Bagni Piramidi del Lido di Spina (William, sommo padrone e pure chef, ci prepara Tapas Variadas eppoi seppie fritte decorate con una salsa di olio, pomodori, salvia e aglio, un mangiare ‘da inginocchiatoio’). Nella vicina Magnavacca, oggi più nota come Porto Garibaldi, si va nel Porto Canale ad ammirare i Catamarani che propongono andate in mare con divertente pesca sportiva (sgombri e aguglie, una volta ne cuccai a chili): il “Vincent” di Angelo parte il mattino e torna nel pomeriggio (dopo magnata di pesce e grappa) ma ci sono anche arditi con canna (da pesca) che si imbarcano alle 21,30 e tornano alle 5.
Niente male è anche la visita alle adiacenti Valli & Saline di Comacchio (gran bella cittadina, non solo per i Treponti, ma pure per il profumo di Venezia che si respira). E al Bettolino, punto informazioni e partenze, si può anche mettere qualcosa sotto i denti (ovvia Anguilla, il veneto Bisàto, ma non male anche un’umile piadina arrotolante alici e pomodoro).

Un “pensiero” per Anita, un altro per Olindo e “pesce azzurro”

Le Beicamina, Buen retiro a Ro Ferrarese

Le Beicamina, Buen retiro a Ro Ferrarese

E infine, valicato il Passo di Primaro (che non è un valico ma solo un ponte sul fiume Reno) le Romagne! Ancora 5 minuti d’auto e tra le Mandriole e Sant’Alberto si medita laddove spirò Anita Garibaldi (ma ‘ste femministe cosa aspettano a ‘scoprirla’? e quelli della festa dell’Unità d’Italia, che non le hanno ancora dedicato un rigo?). Un po’ più in là (verso Sant’Alberto, laddove si vorrà visitare la casa natale ora museo di Olindo Guerrini o se preferite Lorenzo Stecchetti) sosta nell’unico Forno a legna della bassa Romagna (comprare biscotti Zuccherini, ancorché carucci) e must mangereccio al ristorante La Rucola (oltre che splendide tagliatelle, grandi, in stagione, quelle con gli Strigoli, il padrone è un ben deciso fratello nerazzurro, ah, i fichi giulebbati). Ma Paolo insegue una irrinunciabile mèta e quindi non rinunciamo: appena aperto, a Milano Marittima, il selfservice Pesceazzurro per 11 euro (ma puoi anche mangiare con 8,50) ti ammannisce 2 antipasti, 1 primo, 2 secondi, 1 contorno, 1 quartino di vino, mezza minerale, pane e coperto. Copyright della Cooperativa Pescatori di Fano (altro selfservice a Cattolica), numeri da capogiro, toccati i 2500 coperti in un giorno.
Pesce Azzurro, una prece.