Prima che mi… dimentichi …. l’8 il 9 e il 10 giugno Lonely Planet, in collaborazione con  l’Assessorato al Turismo della Romagna – Emilia, celebrerà a Rimini (e tante saranno le manifestazioni, non solo ludiche) la “ULISSE FEST”, la Festa del Viaggio …. il tutto in ….  ulissefest.it 

Il mitico (non meno che felliniano) GH di Rèmmin ….

Chapeau! Quei diavoli di rumagnòl balneari ne inventano una più di Bertoldo! Ma non si riposano mai? Perchè le loro balde (e tante) idee turistico – promozionali fanno aggio sui weekend annualmente disponibili per materializzarle ….
E dire che per attirare il turismo balneare (a cui si aggiunge il giulebbe di altro divertente tempo libero nelle retrostanti, dolci colline romagnole) basterebbe il Lìssio. Unico ballo agglutinante del Belpaese (se, quanto a leggiadrìa, non siamo al tango, poco ci manca), perché, e con tutto il rispetto, mica vorrete ammannire la tarantella o il tracchelallà alle  burdèle  tedesche (o bustocche che siano) sognanti spiaggiaioli languori al chiar di luna. (Vabbè, ogni tanto ci scappa una casadeiana mazurca, ma solo perché un po’ di folklore rumagnòl  non guasta).

La Caveja romagnola (bella e nobilmente utile: ferma il giogo dei buoi).

E quanto al genius loci turistico di chi fa promozione tra la Marecchia e il Serchio (se ben ricordo un discorso di un politico guarda caso nato da quelle parti..) la va sempre a finire così, è regola ormai canonica. Finisce l’inverno milanese, tra smog e polveri sottili, l’umile cronista viaggiatorio quasi dimentica (salvo chi la pascoliana Romagna solatia, dolce paese… ce l’ha nel sangue…) l’ultima visita dei facitori di turismo di Rèmmin, quand’ecco che ti ri-appaiono alla Terrazza Martini.

Lugo, il Pavaglione (mercato della seta).

Non solo (ça va sans dire) armati di benefica piè nel senso di piadina scortata da porsùt, squaquerone e forma. Laddove si fa riferimento al parmigiano – reggiano, da qualche stolto detto grana, vabbè proveniente da un posto, noto come Emilia, che, ahimè, solo per bieco ordine alfabetico, precede la terra di (tanto per far nomi) Pascoli, Baracca, Baldini, Longanesi, Artusi – tra un mesetto suo Festival a Frampùl o se si prefersice Forum Populi – Pipazza Minardi, Malatesta, Stecchetti, Fellini ‘da Rimini’ (come la Francesca) e se proprio il cortese lettore non si adonta (non senza un bel basìn alla Lina sposa del Vanni che di cognome fa Dolcini, garanzia che più rumagnòl non si può….) vorrei pure infilarci il mio babbo, lughese (e aggiungerei anche Rossini, a lui il teatro di Lugo, che vabbè nacque a Pesaro, ma rumagnol furono babbo e mamma, musica ok, anticipò i tempi, ma niente di speciale i suoi tournedos). Sempre a proposito dei grandi rumagnòl, oportet, bisogna parlare (stavolta ‘da Forlì’) anche della Caterina, beninteso Sforza (ma lo sanno i milanès da dove venivano gli artefici del loro più grande momento storico, Leonardo etc?), proprio quella che a quei baloss che l’assediavano minacciando di accoppare i suoi figli, presi in ostaggio, sollevò l’ampia gonna e indicando quell’ambito dettaglio femminile così caro a machos bagnanti sulle spiagge riminesi, e ai loro bagnini, informò l’inimico che di figli ne avrebbe potuto sfornare quant’altri à gogò.
E a proposito di forni, ne conosco uno alle Mandriole dove fanno la miglior brazzadela  – e vabbè, forno a legna – di tutte le Romagne, il problema è trovare l’Albana – evviva quello secco – laddove intingerla, ma, chissà, un salto ai ravennatiMulnèr….dopo finito di tirar su niente, o quasi, al capanno del mio sodale Paolo in quel di Casalborsetti, e quanta umidità, quella notte, ma forse era solo  San…giovese (poi dicono che quei blasfemi dei romagnoli – vedi l’arcinota barzelletta che, per delicatezza, sarò lieto di omaggiare ma solo a gentile e diretta richiesta – non onorano gli dei e i santi del cielo … e già che ci sono, tra i vini rumagnòl, ricorderò il Pagadebit).
Basta, sennò va a finire che faccio sbadigliare quel paio di lettori rimastimi: oltretutto, se milanesi, così impegnati a vedere se son salite le Montedison e se anche stavolta i fiuciùrs glielo hanno messo in quel posto (ay ay ay i danèe…. e intanto mangiano il porsùt fatto con le cosce francesi congelate, mentre che buoni quelli di Carpegna, e se si parla tajadèl, se non son quelle del mulinobianco menano la mogliera….).
Romagna solatìa… dolce paese …. ma adesso, cara gent, anzi, burdèl, tutti a Rèmmin…    

per mondointasca.org