IL FU-TURISMO, C’ERA UNA VOLTA QUESTO BUSINESS….
(TURISTA IN ITALIA, TRA POCO A “CHI L’HA VISTO?”….)

 

Niña in Etiopia, foto di Diego caballo

Niña in Etiopia, foto di Diego caballo

“Lo dice” il Corriere della Sera (Gian Antonio Stella, prima pagina, 5/4, “Turismo,i numeri – La Grande Bellezza –sprecata-”). E da un po’ lo dico anch’io (beninteso molto più modestamente, ça va sans dire, ancorchè, bene o male, di riffe o di raffe, da addetto ai lavori “della mutua”, nel ‘mundillo’ dei Viaggi&Vacanze, oltretutto a diverso titolo e attività –guida, operatore, scrivano-, ci ho campato….).
…….Dopodichè il tanto prolisso (e quindi forse poco chiaro) suesposto pistolotto merita un breve e conciso riassunto che potrebbe concentrarsi nel seguente, telegrafico enunciato: “Il turismo in Italia (per spiegarci, l’Incoming, quelli che vengono dall’estero, poi c’è anche quello ‘interno’, ma si tratta di altro discorso) sta andando (pardòn, ma quando ce vò ce vò, eppoi liberalizziamole ‘ste parolacce, i problemi nazionali sono ben altri…) in merda”.
E non è assolutamente facile riassumere tutte le magagne turistiche belpaesane segnalate nell’articolo di Stella, perché sono tante. Comincia col lamentare che –vabbè che i cinesi, essendo tanti, “abbiano 65 milioni di persone occupate nel turismo”- epperò, perché “a dispetto delle vanterie sul Belpaese, ricaviamo dall’industria turistica meno della Germania o della Gran Bretagna sia in termini di occupati sia di soldi?”. E Stella cita le tabelle del Wttc (World Travel Tourism Council) definendole “impietose” (si indovini nei confronti di quale Paese). Rispetto al 2014, nel 2015 –precisa l’articolo- “siamo scesi di un altro gradino, eravamo settimi al mondo per contributo del Turismo puro al Pil: siamo all’ottavo. Irraggiungibili gli Stati Uniti (488 miliardi) e la Cina (224) fatichiamo con 76,3 dietro Germania (130), Giappone (106), Regno Unito (103), Francia (89), Messino (80), Sul comparto allargato all’indotto, ci lasciamo indietro il Messico ma ci supera la Spagna. E ottavi restiamo”. “Certo” prosegue Stella, “rispetto al 1970, quando per numero di visitatori eravamo i primi è cambiato il mondo” (ma –breve inciso- e non me ne voglia Stella, sembrami ovvio non meno che logico chiederci che cacchio sia mai accaduto nel mondo per cui il Turismo incoming italiano sia sprofondato così in basso…). “Nel 2000 incassavamo da Viaggi & Turismo 28 miliardi e mezzo di dollari (d’oggi) contro il 25 della Germania, i 17 della Cina, i 3,2 di Macao. Nel 2013 noi stavamo a 46, la Germania a 55, la Cina a 56 e Macao a 52. Nonostante fossimo ancora quinti per numero di arrivi. Nettamente davanti (oltre che ai turchi) agli amici tedeschi”.

Monti Olga in Australia

Monti Olga in Australia

Dopodichè l’autorevole (come i giornali radio Rai definivano antan il quotidiano cairota Al Arham) giornalista del Corriere commenta (giustissimamante) che “Vantarci di avere più siti Unesco di qualunque altro sulla terra (51 più 2 del Vaticano, più alcuni immateriali più il teatro dei Pupi e lo Zibibbo di Pantelleria) è non solo inutile (sventoliamo un record ereditato, immeritatamente, dai nostri nonni) ma autolesionistico”. Ma veniamo al sodo, e(sempre Stella/Corriere) “Colpisce l’apatia che pare aver accolto gli allarmi lanciati giorni fa a Cernobbio dal rapporto Confturismo e Ciset. E’ davvero positivo che gli arrivi di stranieri dal 2001 al 2015 siano saliti del 48% se nello stesso tempo i turisti (nonostante le Torri Gemelle e altro terrorismo) sono cresciuti nel mondo d circa il 75%? E non è piuttosto preoccupante la sforbiciata che gli stranieri hanno dato alle vacanze da noi (la permanenza media è passata da 4,1 giorni del 2001 a 3,6 giorni del 2015)?”.
Dopodichè, tra tanti numeri e dati (interessantissimi quindi importanti, grazie, Stella) l’autore di questo vero e proprio J’Accuse a chi gestisce il Turismo del Belpaese butta lì una domanda tanto ovvia quanto: “Perché la politica, davanti a un tema così centrale, sembra distratta?”.
Già, bella domanda, forse di difficile risposta da parte dei carneadi tuttologi turistici, ma, visto che già varie volte nel passato ho tentato di porvi una risposta, rieccomi a riprovarci.
Allora: perché in Italia il turismo (nella sua più vasta accezione, viaggiare, girare il mondo, vedere, togliersi, appagare curiosità …) non è, poi, così “ben visto”? (E rispondo subito alla obiezione che il cortese lettore per certo mi opporrà –“ma cosa c’entra il viaggio all’estero di un suddito italico appetto alla venuta di uno straniero nel Belpaese?- spiegando che una avversione a viaggiare, vedere, conoscere altre verità, oltre che culturale può essere globale –Urbi et…Orbi- quindi “viaggiare” non va bene tour court).

Le dune di Merzouga (Marocco)

Le dune di Merzouga (Marocco)

Forse eccedo (oltre ad andare troppo addietro nel tempo, ma così era, almeno una volta) nel volerla vedere religiosamente ma, appunto un tempo, Viaggiare era sinonimo di spender soldi (mentre non lo era l’acquisto di un’auto o una pelliccia…) e siccome il denaro (almeno a livello cattolico, il protestantesimo la pensava diversamente, leggasi Montanelli) era (adesso non so) “Lo sterco del diavolo” (tant’è che, ragazzino, pregai il diavolo di venire a cagare in camera mia …) ecco la demonizzazione del Viaggio (in cui un po’ di danèe non puoi non spenderli …). E mica per nulla tanti (ancorchè importanti, uno è proprio quello di Stella….) giornali hanno sempre faticato (e almeno qui la so lunga … quanta pruderie e fariseismo bacchettone…) a creare rubriche di Turismo (laddove nel presentare un viaggio c’era sempre chi squallidamente commentava “Per quelli che se lo possono permettere”). E aprendo un’altra parentesi sulla demonizzazione dei viaggi (non nel Belpaese) ecco poi la tremenda accusa di “andare a spendere, quindi portare soldi all’estero” (alla faccia della Fratellanza, del Volemose Bene, del Villaggio Mondo, dell’Europa Unita e/o anche solo della Reciprocità).

Grecia, golfo Termaico

Grecia, golfo Termaico

E forse perché il Viaggio nel senso del Turismo era così demonizzato (vedi sopra) ecco che (quando si decise di istituirlo, e si era già in ritardo appetto ad altri Paesi, in Spagna Fraga Iribarne fu sì un maledetto franchista ma mise in piedi un business turistico – ministeriale di tutto rispetto) il dicastero dell’Incoming era considerato così bassamente sfigato da essere regolarmente assegnato a mò di contentino al più scafesso della più smunta corrente diccì, quella della Sinistra (a rompere una sì lunga suite fu, lo ricordo bene, e -non perché mio amico- qualcosa tentò di combinare, il socialista Gianni Usvardi sindaco di Mantova). E sempre politicamente parlando, il Turismo non conta un cacchio perché il suo serbatoio elettorale non è concentrato, è troppo sparso sul territorio (meglio un pacchetto di 1000 voti in un collegio che 100.000 tra l’Alto Adige e la Sicilia ….). Un’ulteriore (ma è proprio l’ultima) dimostrazione/spiegazione che il Turismo alias andare in giro, viaggiare, quindi (quando si è in giro) aver bisogno di parlare, chiedere, spiegarsi domandare) parlare una (se non qualche) lingua: ma quanti (che si danno tante arie e si credono all’onor del mondo) sanno oggidì dire qualcosa di più di tenchiù e mersì? Provinciali, l’orticello cittadino, massime quello regionale (giusta l’Italia dei Comuni, e il Papato con un po’ di latino rum) e va bene così.

Perù, tra oceano e Ande....

Perù, tra oceano e Ande….

E qui, cara aficiòn lettrice, e caro Stella, è il caso (come diceva il mio caro amico Angiolìn Pagani: ….. per carità di patria) di fermarci ….
Perché se si attacca a elucubrare Chi è e Cosa Fa (pardon, non fa, anzi non ha –proprio- mai fatto) l’Enit, beh, son troppo vecchio e non mi resta abbastanza tempo, se non di salutare il Matteo Marzotto, che dell’Enit fu ‘Presi’, forse non –manco lui- fattivissimo, ma quantomeno umano e civile, a tal punto da non infierire su miei incazzati commenti ….).

Ma forse forse i soldatini dell’Incoming turistico nazionale, ci sarebbero. Sono i loro capetti che mancano (e gli manca pure la modestia, basterebbe un buon portiere d’albergo a insegnargli un paio di lingue…).
Per concludere: il Turismo in Italia? Che dio ce la mandi buona (diceva qual capofamiglia in attesa della nuova colf ….):

per mondointasca.org  – nella foro di copertina; una famiglia uzbeka, suggerisce “Viaggiate gente, viaggiate…”