copertina Life 7 4 52 ....A …. (UMILE) RISPOSTA ALLA MAIL… inviata dagli organizzatori di “””TUTTOFOOD 2017”””,la manifestazione che ‘userà’ (nel senso che metterà in vetrina) Obama superstar (come ben noto, appena scaduto il mandato gli ex presidenti USA vanno a fare marchette da migliaia di dollari a botta, spese comprese quasi una sorta di ‘fringe post benefits’), risposta parimenti inviata agli chef da 200 euro a pasto. Testo della mia disperata invocazione: ”A mio modesto parere mediante questi Saloni (o quel che l’è), tipo “Tuttofood”, fate solo del gran “marketing” avente soprattutto per obbiettivo la vendita ai gonzi di sciccosa e costosa roba mangereccia. Perché, invece, insegnate al poppolo (Obama compreso…..), sempre più aduso a comprare cibi cotti e fast food, come si ammannisce un “uovo al tegamino” (alias ‘al burro’) o ‘due spaghi aglio &olio (che ormai nessuno sa più cucinare)? Nella vita non si può mica sempre pensare ai danèe …..  

B A CREMONA “MAGNUM FOTOS” (ENONSOLOQUELLO…). Grande idea del Nicola, andare a Cremona alla mostra “Il fotogiornalismo che ha fatto la storia”. Che bella! In primis, ovvio (ma chiunque gode e impara) per gli aficionados alla fotografia, meglio se storico-bellica, tante foto, molte ormai mitiche, dei grandissimi fotografi della Magnum, Bob Capa, Cartier-Bresson, Philippe Halsman….) in prima linea nei conflitti di Spagna, Mondiale e Viet Nam.

Cremona.... ma che meraviglia....

Cremona…. ma che meraviglia….

Una magnifica mostra (un sentito plauso a chi l’ha organizzata) che chi possiede un minimo di esigenze culturali non dovrebbe perdere, anche perché a quel che ammira può sempre aggiungere una bella visita al Museo del Violino, e a ‘sto punto ci siamo capiti (bastano solo tre nomi, Stradivari, Amati & Guarneri…). Dopodichè, in sede di appeal, possono financo assumere un ruolo di complementarietà le arcinote “Tre T” cremonesi (Torrone Torrazzo e Tette) alle quali si è aggiunta, dalla seconda metà dello scorso secolo, una quarta “T” e mi riferisco al grande  (Ugo) Tognazzi (ma perché i cosiddetti comici sono sempre considerati un po’ meno artisti degli altri? Mah….). E approfitto di questa occasione per inviare un grande plauso “alla provincia”, laddove mi riferisco alle (tante) città mediopiccole (soprattutto del Nord, ricordiamoci dove sono nati e fioriti quei piccoli Stati di grandi civiltà e cultura, Mantova, Ferrara, Parma …) vera essenza e cassaforte di quel che resta di buono in ‘sto sfigato Paese….

C Quanto a “LU MAGNARE” dopo le “Magnum Fotos” cremonesi si è proseguito verso ISOLA DOVARESE, laddove al “CAFFE’ LA CREPA” (un ristorante che un pochino “se la tira”, ma a ragione, per il semplice motivo che i padrùn, fratelli Malinverno sono cresciuti secondo gli insegnamenti e i princìpi degli immortali Cantarelli & Colombani…. ) mi sono piacevolmente pappato dei gustosi “Tortelli amari all’Erba di San Pietro” (vabbè, 2 o 3 di più e sarebbe stato meglio, fosse anche passando dal 12 ai 14 euro la tariffa, siam gente di mondo … ma si sa che un piatto pieno non fa chic…). Pertanto tutto ok, evviva. Solo che nel prosieguo della pappata sono incappato in quel dramma mangereccio costituito dalla  “rivisitazione” di un piatto. A ben pensarci, e ad ogni buon conto, la colpa è stata solo e soltanto mia. Per il semplice motivo che “da sempre” ho degustato (sia in occasione di  alcune visite in Borgogna, nella cui capitale, Dijon, il mitico ristorante dell’hotel “Chapeau Rouge” credo sforni lumache da qualche secolo, sia durante tante pappate col nonno Guglielmo nei novaresi ristoranti “La Cupola” e “Principe”) lumache rigorosamente ammannite solo e soltanto con Burro, Prezzemolo e Aglio (e come massima raffinatezza si poteva anche aggiungere un filino di cognac, ma mica tanto…). Da troppo tempo, dicevo, mangiavo le lumache come (direbbero gli spagnoli) “Dios manda”, ed era pertanto chiaro che prima o poi sarei incappato nella tragica, suesposta “rivisitazione” (forse solo perché fa tanto chic … o solo per la stanchezza di far sempre allo stesso modo le solite cose?.Vai a sapere…). E fu così che, ormai aduso a papparmi le canoniche 12 Lumache (vedi sopra), stavolta non solo me ne vengono portate solo 6 (sarà la crisi, baby) ma scopro pure che della mezza dozzina di gasteropodi ben 3 non erano stati alloggiati nella loro tradizionale e naturale dimora, nel senso di guscio, bensì li ritrovo ubicati in una sorta di contenitore farinaceo, tipo, forse, i tortiglioni che vendono all’Esselunga, ad ogni buon conto pur essi commestibili (mah). Se non che (giusta la famosa serie “Non c’è limite al peggio”, sempre a proposito di “rivisitazioni”) il mio palato istero tradizionalista non va a scoprire che i suesposti gasteropodi sono stati sottoposti a una imprevedibile, e quindi imprevista, (tout a fait nouveau!) intrusione di acciuga (meglio che non lo racconti al nonno Guglielmo sennò  rabbrividisce… e se lo sanno quelli del dijonese “Chapeau Rouge” vapure a finire che s’incazzano)?

I bravi padrùn de La Crepa....

I bravi padrùn de La Crepa….

Ma non si può aver tutto dalla vita (diceva quel tizio che aveva perso la schedina del Totocalcio con su un bel 13) eppertanto non infierirò pù di tanto sull’acciuga nelle lumache di Isola Dovarese.
Anche perché, e soprattutto, il posto “è giusto”, mi intrigano l’Insalata di Faraona e la Scaloppa di fegato grasso d’oca (quindi, “hasta la proxima“) eppoi il loro corposo Lambrusco (pertanto quello mantovano) le lumache te le fa serenamente digerire ancorchè “acciugate” (ma per digerire pure la stolta idea delle “rivisitazioni” mi tocca ricorrere pure a un bel cognachino…).  

Fine della narrazione del mio primo weekend di giugno. Che, tutto sommato, è andato bene assai, fosse solo per la bella mostra della Magnum e al netto delle già vituperate  “rivisitazioni” (solo che, le antiche Lumache della “Cupola” di Novara, con il nonno Guglielmo, vuoi mettere?).

 

per mondointasca.org