UN FADO PER LISBONA

Monumento alle scoperte portoghesi

Monumento alle scoperte portoghesi

Alla scomparsa di Amalia Rodriguez Lisbona espresse il suo pianto in un imponente funerale. Più recentemente, in occasione di Amalia, un musical a lei dedicato, le ha rinnovato il suo affetto con applausi e tifo da stadio calcistico. La capitale portoghese deve molto alla regina del Fado, la canzone popolare lusitana, melanconica melodia che costituisce una sorta di inno nazionale ufficioso (facile il paragone con il flamenco per gli andalusi). Oltre alla ben nota Coimbra e a Una Casa Portuguesa, la Rodriguez cantò Lisboa Antigua nel mondo, per una promozione turistica recentemente rafforzata dagli scritti di Pessoa, Saramago e dal film di Wim Wenders.

Tutto serve, ma a dire il vero di promoters e sponsors Lisbona non ne avrebbe proprio bisogno. La città possiede infatti tutti i suoi bravi requisiti per essere visitata e amata da ogni tipo di turista, il romantico, lo storico, il mondano, il gastronomo e lo shopping-dipendente.

Ponte sul Tago

Ponte sul Tago

A Lisbona un sostanzioso pedigree storico non manca certamente. Fondaco dei Fenici (grandi navigatori, forse trasmisero la loro abilità nel navigare ai portoghesi che nel XV secolo scoprirono mezzo mondo), divenne importante città della Lusitania romana (Felicitas Julia, in onore di Giulio Cesare), poi fu visigota e in seguito araba (nei primi anni dell’VIII secolo). Riconquistata ai Moros nel 1245, Lisbona è stata capitale di un immenso impero, il cui atto di morte risale a poco tampo fa (la restituzione di Macao alla Cina): sulle rive del Tago -alla Alfandega, dogana, prospiciente l’odierna Praça do Comercio- navi di ogni tonnellaggio scaricavano merci di diversa provenienza coloniale (Brasile, Goa e altri possedimenti in India, Angola e Mozambico, Cabo Verde, Timor).

Tante ricchezze (in parte andate perdute con il tremendo terremoto del 1755 che rase al suolo la città) contribuirono ad abbellire Lisbona, a renderla monumentale con un’architettura, il barocco portoghese (la stessa parola barocco é di origine portoghese e si riferisce a una perla anomala, irregolare) che insieme a molti esempi di neoclassico delizia la visita del turista in riva al Tago.

Su strade e piazze (la più nota é il celebre e indaffarato Rossìo, centro tradizionale e cuore pulsante di Lisbona: siamo nella Baixa, il quartiere storico e artistico) domina il castello di San Jorge, antico quanto Lisbona, a protezione dei dedali e delle viuzze, simili ai caruggi genovesi, della romantica Alfama (di giorno si visiti la romanica Sé cattedrale per tornarvi di notte ad ascoltare il Fado nei ristoranti, bar, taverne).

Oltre a due ponti (vere e proprie attrazioni turistiche: il XXV Aprile sospeso sul Tago per ben 3.200 metri e quello modernissimo dedicato a Vasco da Gama) e all’Expò (l’Acquario più ricco d’Europa e altre costruzioni assai modernistiche) Lisbona propone due ‘classici’ del suo tour cittadino: la Torre di Belém, simbolo della città, e il monastero dei Jeronimos, splendido esempio di stile manuelino.

Tra una visita e lo shopping di souvenirs (su tutto, il gagliardo galletto portoghese) il palato è deliziato dai frutti di mare e soprattutto dal bacalhau, sapientemente cucinato (si dice che esistano 365 ricette, una al giorno, per ammannire il sapido pesce conservato) anche nella più umile delle trattorie.