Açor in portoghese vuol dire nibbio … quindi le Isole dei Nibbi … non ci sono mezze misure …. piacciono o non piacciono …. ad ogni buon conto, perchè non andare ad ammirare le balene di Pico? (foto di copertina: Sao Miguel ….

Ponta Delgada

Ponta Delgada

Nonostante la loro quasi quotidiana citazione da parte delle nostrane televisioni, le isole Azzorre sono poco conosciute (e molti non saprebbero nemmeno dove sistemarle sulla carta geografica). E’ infatti da quelle parti che si forma il ben noto anticiclone -appunto delle Azzorre-, un’area di alta pressione che tanti benefici (nebbia invernale a parte) arreca al clima di casa nostra.

Oltre al copyright sul ciclone, le Azzorre vantano un’altra particolarità, in questo caso turistica: la loro visita non lascia soddisfatti a metà, piacciono o non piacciono, non ci sono discussioni né vie di mezzo, c’è chi ne ritorna entusiasta e chi giura di non tornarvi più. E a titolo di maggior chiarezza va anche aggiunto che la percentuale degli scontenti è superiore a quella dei soddisfatti.

Una spiegazione c’è e va data con estrema franchezza. Le Azzorre sono difficilmente vendibili per varie ragioni. Per la loro posizione geografica non proprio tropicale, (sono situate tra il Portogallo -del quale costituiscono una provincia, a circa 1.500 kilometri, due ore di volo da Lisbona- e New York, a poco meno di 2.000 kilometri), per un clima assai mutevole, per assenza di vita mondana e soprattutto perchè non vantano spiagge e acque da Mari del Sud (con il risultato di essere evitate dal turismo dei tanga e della tintarella).

Grandi passioni e soddisfazione sono invece suscitate dalle Azzorre nei viaggiatori che amano la natura, i paesaggi dai colori forti e decisi, un bucolico relax, la tranquillità e i ritmi di vita da noi ormai scomparsi.

Le Azzorre (secondo la leggenda, quanto resta dello scomparso continente dell’Atlantide) furono visitate dai Fenici nel VI secolo A.C., poi dai Normanni, vennero esplorate da navigatori genovesi e infine occupate, nel 1439, dai Portoghesi (che, vedendole sorvolate da uccellacci scuri simili agli avvoltoi, in portoghese açor -ma in realtà si trattava di nibbi- le battezzarono Açores).

azzorre whale watching espaco talassaLa Scoperta dell’America fece dell’arcipelago (9 isole, poco meno di 300.000 abitanti su una superficie complessiva di circa 2.350 kmq, all’incirca le dimensioni della provincia di Mantova) uno scalo navale di ovvia importanza; a creare ulteriore ricchezza si aggiunsero in seguito i proventi della caccia alle balene (da meno di vent’anni non più cacciate ma osservate dalle alture dell’isola Pico, un tempo base baleniera).

La natura vulcanica, da cui la grande fertilità della terra, un clima reso dolce dalla Corrente del Golfo e un non basso tasso di umidità, poco meno dell’80%, spiegano le grandi bellezze naturali delle isole: le occidentali Corvo e Flores; le centrali Terceira, Sao Jorge, Graciosa, Pico e Faial; le orientali Santa Maria e Sao Miguel -la più importante, con la capitale dell’arcipelago, Ponta Delgada-.

Pico

Pico

Visitare le Azzorre tra maggio e settembre (sconsigliati i mesi piovosi da ottobre a gennaio) rigenera la vista e lo spirito, in un trionfo di fioriture: le ortensie blu, le profumate camelie, hibiscus, magnolie, azalee. Chi si addentra nell’interno delle isole ammira laghi blu incastonati in crateri di vulcani estinti, supera verdi colline, si arresta davanti a sorgenti d’acqua calda e geyser borbottanti. Tutto questo ben di dio in silenzi irreali, impensabili dove vige il turismo di massa. I charter sorvolano le Azzorre, non vi atterrano. Una destinazione per viaggiatori, non per turisti.