Semmai l’anziano cronista di viaggi potesse dare consigli e suggerimenti, il più saggio e illuminato consisterebbe nell’evitare paragoni (talvolta molto improbabili) e nel rifuggire da graduatorie e classifiche (spesso, se non sempre, impossibili: è più bello il Pan di Zucchero o il Duomo di Milano? ai posteri l’ardua sentenza).
Ma nessuno è perfetto, ed ecco che anche chi predica bene finisce con il razzolare male, con un’asserzione dalla perentorietà inferiore solo alla certezza: il Pacifico è l’oceano più bello del mondo, niente a che vedere con l’Atlantico e l’Indiano.
E forse l’anziano cronista non ha tutti i torti, a dimostrazione della famosa eccezione che conferma la regola: il Pacifico è davvero un oceano ‘diverso’ -non solo per dimensioni- e le sue diversità sono sinonimo di tipicità e soprattutto di bellezza. Quanto alla sua ‘grandeur’, niente da eccepire: contiene la metà delle acque del nostro pianeta, detiene il primato della profondità media (4,200 metri) e di quella assoluta con alcune ‘fosse’ abissali (quella delle Marianne 11,521 metri, solo sei in meno la fossa delle Filippine), è contornato da un’infinità di vulcani che quotidianamente ne definiscono paesaggi e confini.
Per un bravo viaggiatore non è facile pensare all’oceano Pacifico e decidere dove andare: di imbarazzi della scelta non ne esiste soltanto qualcuno ma un’infinità. E tutti interessanti, ammiccanti, intriganti.
Partendo da sudovest, dall’Australia, in senso orario, il viaggio comincia dall’incredibile Grande Barriera Corallina e prosegue per la tuttora misteriosa Papua Nuova Guinea, con una sosta nella dolce Bali prima di approdare nell’indaffarata Singapore (simbolo del business imperiale britannico) non lontana dalla dorata e chiacchierata Bangkok. Si punta a nord, verso la “novità” turistica del Viet Nam e si prosegue per Hong Kong, Shanghai e Pechino, non senza dimenticare le candide spiagge delle 7,707 isole delle Filippine. Il Fuji Yama segnala i templi di Kyoto e il formicaio della Ghinza nel centro di Tokyo, poi si va oltre, cambiando continente, verso i maestosi ghiacci dell’Alaska e le metropoli yankees della California (di fronte, i verdissimi picchi dei vulcani delle Hawaii). Dopo Acapulco le località turistiche del Pacifico cedono il passo a coste e paesaggi dominati dalle nevi delle Ande: di fronte all’Ecuador, le Galapagos offrono al viaggiatore l’esperienza dell’animale che ci tratta come un suo simile.
Il virtuale tour del Pacifico si chiude con uno stop nell’isola di Pasqua e una sciata sui ghiacciai della Nuova Zelanda. In mezzo a tutto questo ben di dio, i resorts di lusso sulle spiagge delle Fiji, le Rock Islands della Micronesia (tra i fondali più belli del mondo, l’ha garantito Cousteau), i Customs Villages delle Vanuatu, le palme contornanti le isole vulcanico – coralline della Polinesia. Per non parlare di Tonga, Rarotonga e per i grandi viaggiatori le remote (ma non poi tanto, vi arrivò Gauguin con i mezzi di comunicazione di allora…) Marchesi.
Buon viaggio … nel Pacifico (che va visto, almeno “una volta nella vita”, sennò non potete dire “di avere viaggiato” ….).
per mondointasca, 9/2007, foto Piero Oliosi
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