Per chi viaggia in auto, la posizione geografica della località -importante per i suoi monumenti e tipicamente andalusa- permette in brevi spazi di tempo la visita di tante altre importanti località della più coinvolgente regione spagnola
gpb per mondointasca.org del 7/10/10 – foto sotto, Osuna (a sin. palazzo dei Duchi)
Più o meno al centro dell’araba Al Andalùs eccoci a Osuna, cittadina “minore” della Spagna che val bene una visita. A circa un’ora d’auto dalle più note Siviglia, Cordoba, Granada…
Insisto nell’affermare che il turismo più bello (divertente e intelligente, ma ahinoi anche più caro) consiste nel viaggiare con la propria auto liberi e giocondi: fermarsi a vedere, imparare, mangiare e dormire dove, come e quando ci pare. Si tratta di un modo di girare il mondo che suggerisco soprattutto a chi va in Spagna, perché oltre alle solite, grandi città, la ‘Piel del Toro’ è piena zeppa di tanti posti che la letteratura turistica ‘un tanto al chilo’ definisce spregiativamente “località minori” (che indubbiamente piccole sono, ma talvolta contengono – beninteso in rapporto alle dimensioni – più bellezze e monumenti delle strombazzate metropoli).
Il problema è che, come peraltro ovvio e logico, “Ubi maior minor cessat” eppertanto dei grandi agglomerati turistici si sa tutto, sono disponibili tonnellate di info stampate e in video mentre delle sullodate “località minori” poco o nulla si informa (è però anche vero che il dèpliant di una provincia o di una regione mica può pesare più di un volume della Treccani).
Piccolo è bello
Pochi, quindi, si filano queste cenerentole di un viaggio. Un vero peccato, perché in molti casi, soprattutto se ubicate lungo itinerari da percorrere, una loro visita non costa nulla; senza contare, poi, che, se si parla di soldi, mangiare e dormire in una località minore costa meno che nella grande città, oltre a evitarsi rotture tipo il raggiungimento dell’albergo e dove sbattere l’auto. Si lotti dunque (a cominciare da questa balda rivista turistica) per dare più dignità e far conoscere le località minori di una destinazione, chicche ‘last but not least’ di un viaggio.
E già che siamo in Spagna si prosegua per una delle sue più belle regioni (che, se non fosse che se si parla di viaggi predico di evitare le classifiche, meglio lasciarle alle vicende dell’Inter o del Milan, definirei tout court la più bella): l’Andalusia. Ebbene, proprio al centro (o quasi, non faccio il geometra) dell’araba Al Andalùs (Betica romana prima dei Moros e prima ancora terra dei non tanto mitici Tartessi) eccoci a Osuna, che due righe le merita davvero. Non solo per l’epicentrica posizione strategica (sennò Pompeo mica avrebbe trasformato un insediamento degli Iberi in un elegante Civitas, Urso, con tanto di teatro e la Necropolis che oggidì si ammira). Da Osuna in (massimo) un’ora d’auto si va a Siviglia, Cordoba, Granada, Carmona, Ecija, Ronda e poco più tempo occorre per arrivare sulla Costa del Sol, Malaga, Marbella, Torremolinos.
Itinerari “british” e “italian style”
Un posto turisticamente perfetto, soprattutto per gli automobilisti anglosassoni, un po’ meno per quelli italiani. Il nostrano turista su quattro ruote preferisce infatti aggrapparsi al volante percorrendo complicati, a volte circolari itinerari a tappe in una sorta di ‘mordi e fuggi’ che sovente gli impone di dormire ogni notte in un albergo diverso. L’autista britannico ama invece fermarsi nel posto (beninteso tranquillo, easy parking, possibilmente nel verde e meglio ancora se con piscinotta) più equidistante possibile dalle località da visitare e di lì andare e venire in grazia di dio. Così facendo il viaggiatore british evita di perdere quotidianamente tempo nella ricerca dell’albergo, nel canonico check in, nel fare e disfare la valigia eppoi – se ha scelto un agriturismo o un appartamento – ci scappa pure la possibilità di officiare il Tea Five (che se si parla Andalusia è automaticamente spostato dalle 17 a ore più civili).
Città Ducale, con Marchesati, Contee e Viscontee
Chi pertanto (il turista della ‘perfida Albione’ di mussoliniana memoria o l’italiano deciso a scimmiottare i modi di viaggiare anglosassoni) decidesse di fermarsi a Osuna, tra Siviglia e Malaga, e di lì irradiarsi a vedere il resto dell’Andalusia (vedi sopra le tante località in cui fiondarsi) ha oltretutto la possibilità di vedere in loco monumenti ed edifici invero notevoli. A consigliare un itinerario, fare da guida, ci pensa Elena della ‘Casona de Calderòn’, un 3 stelle di dimensioni umane e quanto a stile e ambiente “che più andalù di così non si può” (ma per i più chic o i meno abbienti la città di posti dove dormire ne conta tanti altri). La città, già ricca di opere lasciate dai Romani e dagli arabi Almohades fu ulteriormente e definitivamente abbellita dai Duchi di Osuna, un Casato, nel XIX secolo il più importante di Spagna, che tanto per non farsi mancare nulla vanta altri 13 Ducados, 12 Marquesados, 13 Condados e 1 Vizcondado, davvero un bel record.
Osuna, “encantadora villa sevillana”
E se si parla di Belpaese a Palermo esiste una Porta di Osuna voluta nel 1613 da Pedro Giròn Virrey (Viceré) di Sicilia e appunto Duca di Osuna. Nella città trionfa il barocco, e quello andaluso eccelle per elaborata ricchezza ed eleganza dei dettagli. Si vorrà pertanto percorrere, e forse una volta sola non basta, la Calle San Pedro, dichiarata dall’Unesco “una delle più belle strade d’Europa”. Ma la visita d’obbligo in questa “encantadora villa sevillana” è la rinascimentale Colegiata de Santa Maria de la Asunciòn con il Panteon dei citati Duchi di Osuna (ça va sans dire Grandi di Spagna). E passeggiando tra tanta architettura, c’è pure il tempo per ammirare ben cinque quadri dello (agli italiani ben noto) Spagnoletto (al secolo Josè de Ribera).
Quanto a musei, il visitatore con ascendente Storia visiterà quello archeologico, mentre i cultori del bello si recheranno al Monasterio de la Encarnaciòn, chiesa del 1626; la Spagna bigotta allo stato puro ma anche tante opere d’arte pittoriche e di gioielleria.
Osuna, questa sconosciuta (lo ammetta il cortese lettore). Una delle tante “località minori” che in tanti posti del mondo vengono tenute nascoste all’ignaro viaggiatore. Fin quando un umile cronista turistico non ne diventa un entusiasta paladino e pensa bene di descriverne qualcuna.
O quantomeno… ‘ce prova’.
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