
Alessandro Dellafiore (in copertina: “Moriremo, ma non di sete”….).
Come, ogni anno, e da un po’ di anni, (non senza scusarmi per la ripetitività, ma, come disse Rick in “Casablanca” ……“E’ passato tanto tempo”…) informo la cortese aficiòn lettrice che “oggi è l’11 Novembre”.
Nel senso che:
A) ‘Ai miei tempi’ compiva gli anni (ma cosa dico! ricorreva l’augusto genetliaco) di S.M. Vittorio Emanuele III, re d’Italia, imperatore d’Etiopia (e bla bla bla…. nonché, per i maldicenti, stante la scarsa statura, ‘Sciaboletta’). E, se ben ricordo (mica facile risalire alla 1ma elementare), si faceva festa (cosa che, invece, oggidì non accade quando compie gli anni il Presidente della Repubblica, né, tantomeno il Papa… non parliamo, poi, di Lukaku….).
B) Un tempo, in campagna, questa data era sinonimo di cambiamento, nel senso che scadevano i contratti d’affitto, da cui tanti traslochi, nel senso di sgomberi. Talchè, quando l’11 Novembre 1859 re Vittorio Emanuele II si ritrovò in guerra (ndr, con gli Austriaci, ma lasciamo perdere….) dalle parti di San Martino (& Solferino) storicamente sentenziò: “Fioei, in coeu o piiùma san martìn o ai fan fait san martin a noeu”.

La (saporita) Chisola.
C) Infine, come ben noto, “A San Martino il mosto si fa vino”. Mica per niente, ieri, sono andato a Rovescala, laddove i vecchi (non meno che cari, nel senso di affetto) amici della Pro Loco (deus ex machina il fioeu del mai troppo rimpianto, e mio sodale, Giuliano) festeggiavano l’ex mosto diventato Novello (una trovata davvero sopraffina imperocchè per ‘rientrare’ con i danèe investiti non ti tocca attendere l’invecchiamento in botte….).
Ad ogni buon conto narrerò (il lettore la consideri pure una grave minaccia, ma almeno valuti la mia sensibilità nell’avvertire…) quanto goduto nella citata, amena località dell’Oltrepò pavese, in occasione della mia ennesima gita.
Gita, come sempre assai intrigante: stavolta, tanto per dire, oltre al (ovvio) salame c’era la Chisola (focaccia dagli encomiabili sapori), di cui prevedo, e spero, la digestione nelle prossime 72 ore. Ma, sia ben chiaro, il problematico lavorìo del nostro stomaco (da cui rutti attesi troppo a lungo) è tutta colpa nostra, e mi riferisco a noi cittadini metropolitani. Divenuti, chic, mangiatori snob di cibi telesuggeriti dal marketing, talchè, ormai, ci ritroviamo con un apparato gastrico abituato a ricevere soltanto neutre merendine, salate patatine cellophanate e innocui dolcetti in technicolor epperò … beninteso “Non contenenti Olio di Palma”… . Perchè, che palle ‘sta ossessiva, non meno che allarmistica tele Info sull’esistenza di questa New Entry della nostra alimentazione: ma cosa hanno scoperto esser contenuto – evidentemente dopo avercelo, e chissà, quanto a lungo ammannito – in questo sfigato olio? Forse forse la pozione di qualche malefico Satana sterminatore? Mah…..).
Ciao gpb
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