Bucoliche (non meno che alcolico/cultural/gastronomico) vacanze lungo il placido dio Po…)
gpb x mondointasca.org (nella foto: pratici consigli padani)

comacchio

comacchio

Altro che sudaticce e affollate spiagge agostane… C’è chi è andato al mare “a mostrar le chiappe chiare”, a me è bastata la Bassa Ferrarese, isole e golene del Delta del Po comprese

Vacanze in grazia di dio sulla riva sinistra del Po
Divitias alius fulvo sibi congerat auro … gli altri accumulino pure ricchezze, a me basta e avanza una vita tranquilla, sentenziò Tibullo. Un outing, quello del sommo esponente dell’elegia erotica latina, che, turisticamente parlando, e riferendomi al per me tremendo agosto (in alta stagione corro il rischio di pagare quanto, mercè al mio status di scriba, nel resto dell’anno riesco a ottenere scontato quando non gratis) tradurrei come segue. Gli altri si abbronzino pure su sudaticce spiagge incasinate o si spintonino in charter raggiunti dopo code autostradali ‘bollino rosso’ … io me ne vado in campagna in grazia di dio.

In riva al Po per assaporare le cose buone della vita

E fu così che per l’ennesima volta, reduce da belle non meno che dotte gite (come ovvio sempre puntualmente descritte) in India e Uzbekistan piuttosto che alle Maldive (laddove, per inciso, andarvi adesso non è cosa per colpa dei monsoni) a cui vanno aggiungete le mie periodiche trasferte nella mì querida España, ho pensato bene di dedicare una ventina di giorni agostani alla ahilei troppo poco nota Bassa Ferrarese, isole e golene del Delta del Po comprese. Laddove, preciso, tra Ferrara e Rovigo, godo di un (molto) buen retiro g.c. nella casa del Nicola, che alla faccia del ben interpretare la parte del sussiegoso notaro milanese non ha (fortunatamente, per lui, e in ‘sto caso anche per me) ripudiato le Radici provincial – campagnol – ferraresi eppertanto appena può molla la Milano/Bene ricca sì ma un filino tristarella e monotona (forse forse per i troppi danèe) e se ne viene in riva al Po a vivere una vita meno finta. Casa, si fa per dire, quella del Nicola, in quanto trattasi di una signora magione pertanto dotata di nome, la Beicamina, in quel di Ro Ferrarese (lo so, è il luogo natale di Sgarbi, ma anche i Genius Loci non sfuggono alla regoletta che Nessuno è perfetto).

Le Beicamina, Buen retiro a Ro Ferrarese

Le Beicamina, Buen retiro a Ro Ferrarese

Tra biciclettate, tende beduine e Salama da Sugo…
Dalla Beicamina (la recensì Bacchelli nel Mulino del Po, buon libro/mattone che – se già non se l’è sciroppato – consiglio al lettore di cominciare a leggere dopodiché veda lui fino a che pagina può arrivare) spazio à gogò potendo far di tutto: cultura, biciclettante ecologia, sport, gastronomia (e persino social life in una sorta di tenda beduina montata nel parco e giustamente dotata di Salama da Sugo e Lambrusco). Delizie (niente a che vedere con le omonime fastose dimore, sparse nel Ducato, volute per goduria da quei balossi degli Estensi) che passo a disordinatamente narrare con l’auspicio che servano da ancorchè goffa guida per chi continuerà, sì, a frequentare l’esclusiva Beach di Montecarlo e/o ad andare a vedere gli yachts dei Vips alla fonda a Portofino, ma, vivaddio, potrebbe pure ritagliarsi un weekend per vedere posti e cose che, ne son certo, non gli spiaceranno.
Gite e gustose fiere

Escursione a Santa Maria in Punta
Di Ro (e della Beicamina) già scrissi in abbondanza e già descrissi il Mulino ricostruito e alla fonda nell’adiacente Po nonché la Sagra della Miseria (e altre Feste gastronomiche estive sono officiate nei dintorni (del Somarino a Tresigallo, della Lumaca a Casumaro, del Salame alla Brace a Dodici Morelli, dello Storione a Burana, per non parlare della Fiera dell’Aglio a Voghiera, a me cara in quanto gemellata con la Feria della leonesa Santa Marina del Rey patria di un Ajo Morado da inginocchiatoio).

Emilia adriatica, anguille e loro  testimone....

Emilia adriatica, anguille e loro testimone….

Nuova è invece risultata una escursione a Santa Maria in Punta (laddove poco distante si separano il Po cosiddetto di Venezia e quello di Goro) eppoi, direzione nordest e lasciata sulla destra Taglio di Po, su su fino a Loreo e alla sua frazione Tornova. In questa località, a pochi metri dalla riva dell’Adige, il turista ammirerà (io entusiasticamente, l’ho trovata una delle mie più intriganti scoperte dei miei giri nel delta) una lastra marmorea (double face, notevoli le dimensioni).
Memorie della Repubblica veneziana…

Le tariffe dei traghetti incise
Datato 1785, questo (almeno per me) monumento notificava le tariffe dei traghetti su questo fiume il cui corso fu deviato dalla a me cara Repubblica di Venezia affinchè non interrasse la laguna (naturale non meno che magnifica difesa della potenza della Serenissima). E leggendo quanti schei costava il passaggio dal delta alla terraferma l’aficionado alle scienze politiche apprende pure che in tema di furbizie i Dogi (giustamente) non scherzavano: chi sgarrava facendo la cresta sul conto veniva dapprima incarcerato eppoi espulso (si parla del tempo che fu, oggidì in un caffè di piazza San Marco hanno fatto pagare 100, 40 euro per 7 caffè e l’ex sindaco Cacciari non solo non ha fatto un plissè ma ha pure difeso i peraltro legali rapinatori). Ma si è fatto tardi e sindacalmente mi fermo. Alla prossima puntata la narrazione delle (tante) altre visioni godute lungo il Po e dintorni, tipo la già citata Santa Maria in Punta, Loreo, Mesola, corse dei cavalli a Ferrara (!!!), un gioiellino di miniMuseo delle Acque a Crespino ecc. ecc. ecc. –

1 Continua, la seconda parte giovedì 12 settembre.