AMARCORD VIAGGIATORIO DI UN ANTICO CURIOSO …

Memorabilia balompediche argentine (in copertina, nella Boca, Caminito)
Qualche decennio (tanti) in gita, tra terre e mari, isole comprese (v. prefazione 1° tomo).
NB Paesi ‘Visti’, neretto – Paesi ‘Non Visti’, corsivo.
4° Tomo … ARGENTINA
ARGENTINA
Uno: “Se vuoi diventare ricco compra un argentino per quanto vale e rivendilo per quanto dice di valere….”.
Due: “I messicani discendono dagli Aztechi, i Peruviani discendono dagli Incas, gli Argentini discendono dalle navi….”.
Accennate le sueposte, malevoli dicerie sul gran pueblo argentino, si passi a più serie descrizioni e dettagli su quella terra che non si sa ancora bene se è più italiana o più ispanica (lingua a parte, perchè sentire un argentino parlare español – castellano potrebbe anche creare qualche disturbo psichico). L’Argentina ‘è grande’ (per davvero, almeno in senso geografico) più di nove volte l’Italia (per doverosa precisione 2.780.000 kmq) ancorchè gli abitanti siano soltanto (meno) di 44 milioni. Una fortuna, sennò la Pampa sarebbe abitata da bipedi anziché da quadrupedi, nel senso di Bife, che però, vivendo notte e giorno in totale libertà accumulerebbero eccessivi acidi urici (nb relata refero, perché così commentava allo scrivente – durante il Mundial Argentina 78 – l’allora demiurgo della Nazionale di Pallone, Enzo Bearzot, col risultato che gli Assurri mangiavano bistecche e filetti espressamente in arrivo dal Belpaese).

Papa Bergoglio (foto AP)… NB Vabbè che i nemici erano anglicani, ma un papa mica dovrebbe “fare il tifo” (nemmeno ‘per i suoi’… Super Partes, olè…). O no?
Quanto ai perché della grandeur dell’Argentina – a parte la commedia musicale Evita (Peron) che a Londra furoreggiò per qualche anno e il motivo Don’t cry for my Argentina divenne un vero e proprio secondo inno nazionale – va ricordato (antan) il Tango. Ma se si parla di questa struggente composizione musicale non discutetene con un uruguayo che potrebbe facilmente incazzarsi, precisandoti che l’hanno inventato loro o, in subordine, e massima concessione, che è affiorato sul… Mar del Plata (e in effetti ci sono tanti ferries che fanno servizio tra i due Paesi). Ad ogni buon conto, se si parla di paternità del Tango meglio non immischiarsi, ma quanto al suo massimo cantore, dubbi non ne esistono, e si parla del grandissimo, indimenticato (a decenni dalla sua scomparsa, ogni giorno fiori freschi davanti alla casa di Bue in cui abitò) furlàn Carlos Gardel (in quanto, vabbè, nato a Tolosa, France, ma di chiarissime origini Friùl Tete e Cul, tant’è che chi scrive ne conobbe una cugina, appunto gran afcionada alla polenta …).

Vini argentini, ma che buoni quelli di Mendoza (spiegato: tanta immigrazione dal Vej Piemont…)
Dopodichè, a proposito della più recente grandeur argentina, quanto a personaggi suoi figli (e ci sarebbe pure papa Bergoglio, pure lui Vej Piemont come il Luìs Zanone, vedi in calce, ma entrambi ahiloro pochi noti in quanto mai footballeurs ancorchè il papa abbia accampato giovanili trascorsi balompedici) più che la parola bastano due cognomi e…mezzo. Maradona, Messi e… Dybala. Quest’ultimo è un promettente delantero della Giuve , così il Mago HH, al secolo Helenio Herrera (che per inciso era nato a Buenos Aires) chiamava la squadra bianconera, che in tante occasione provvide a maledire con sacrosanti anatemi (in alcuni casi con risultati felicemente positivi). Quanto al resto dell’Argentina (che in effetti esiste, oltre a Messi e Maradona) meglio, turisticamente parlando, callar (star zitti, ‘abbozzare’) quando ti dicono che Bariloche è la più bella località di montagna, beninteso (si sta parlando con un argentino) del mundo (giudizio del qui scrivente quasi globetrotter: il posto non è male, o se proprio si vuole, è invero bello, ma, vabbè…).
Precisati geografia, carne (con o senza bearzotiani acidi urici), tango, balòn, turismo, non resta che accennare al vino e alla Boca (stendendo un velo pietoso sulle Malvinas, cosiddette a Bue, nel senso di Buenos Aires, mentre secondo la Thatcher si chiamavano Falkland). Il vino è (davvero) assai buono e così garantendo inneggio pure alla magnifica sapienza enologica dei miei Paìs del Vej Piemont datosi che se andate nella zona di Mendoza (nutrice della quasi totalità del vino argentino) di cognomi piemontesi ne trovate à gogò.

Ma quanta carne mangiano, ‘sti argentini!
Quanto alla Boca (aggiungete Juniors e e ci risiamo con il Balòn, Maradona etc etc ma, sennò, di cosa discorri, tutto il tempo, in Argentina?) vabbè si respira Xenès (ma… se ghe pensu…) e alla periferia della Boca, che poi sarebbe il…. resto di Buenos Aires, finisci, come sempre, in Lavalle (bistecconi e shopping, durante il quale ti rendi conto che gli argentini costituiscono (da ormai tanti decenni) il massimo del pensiero economico universale: tutto quel po’ po’ di cervelli della finanza nazionale e mondiale a parlare di inflazione terrificante, di devastante bancarotta, del peso che non vale più un cazzo, e loro, lì, gli argentini, a spendere e spandere, a farsela bene come se nulla fosse. Chapeau! (Con tanti saluti alla formica di La Fontaine….).
Aaahhh… Se il 25 Maggio siete in giro con qualche argentino (in gioventù, tour leader di viaggi, accadde al qui scrivente) preparatevi ad affrontare una giornata rumorosamente incasinata: è il dia della loro festa nazionale e picchiano giù un casino istero nazionalistico come se avesse fatto un gol Maradona (che ad ogni buon conto resta venerato un bel 44,7% più di Messi….) …
P.S. L’Argentina ha portato via un sacco di spazio all’Enciclopedia. Ma (oltre a non voler fare incazzare el mè amìs Luis Zanone, metà bielès e metà porteño) ritenevo doveroso contarla su un po’ di più su un angolo (si fa per dire) del mondo che tanto (ahilui) somiglia al Belpaese …
per mondointasca.org
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