Il professo viaggiatore… Viaggiare è conoscenza e scoperta. Ciò che non si è visto lo si trova dove non si è mai stato. Spesso vogliamo visitare il mondo e dimentichiamo di guardare gli angoli “di casa nostra” e lasciarci affascinare dalle persone. È il caso di Lucca e di Viviana, che hanno incantato il nostro professo viaggiatore….
La Viviana….
Mica facile vedere tutto il nostro pianeta (come dovrebbe convenirsi a ogni persona dotata di un minimo di cultura, fosse solo per scimmiottare il dantesco Ulisse) ancorché uno si dia da fare fin da giovane. Io ci provai fin da studente quando pur di andare in giro divenni tour leader di viaggi (o più spregiativamente, accompagnatore, a dar retta ai meschini clienti che portavo in giro) col risultato che impiegai qualche anno di più per diventare dott. (ma in compenso cominciai a vedere un po’ di mondo, non senza cuccare – a quei tempi si usava e oltretutto l’Italia felix godeva un piacevole boom economico – generose mance a fine viaggio). Dopodiché, l’appetito vien mangiando, per poter vedere più Paesi e continenti, pensai bene di non accompagnare più i viaggi bensì di organizzarli, e, già che c’ero, di descrivere, raccontare i posti visti nonché di fotografarli. Una incombenza, fotografare, che a quei tempi creava all’autore qualche disagio (mica quelle macchinette del giorno d’oggi che ti stanno nel taschino della gilet).
Visitati (e fotografati, quasi tutti) circa 130 paesi… Per tornare a casa con qualche diapositiva si girava infatti con pesante macchina fotografica e svariati obbiettivi, il tutto contenuto in una valigetta d’acciaio che una volta si rivelò quasi letale (scendendo da un aereo, colpii alla tempia un ragazzino con un angolo di quell’arma impropria, roba da prognosi riservata). A ‘sto punto l’accorto lettore avrà afferrato che – grazie al suesposto moto perpetuo – di mondo ne ho veduto parecchio. Secondo un fanciullesco, nessuno è perfetto, conteggio da me effettuato (a imitazione di tutti i consoci di una buffa congrega di Grandi Viaggiatori a cui ebbe l’ardire di appartenere) dovrei aver “visto” poco meno di 130 dei circa 200 Paesi che l’Onu dovrebbe regolamentare (se non che non combina una bella fava di niente per colpa di opposti interessi, a cui aggiungere gli stolti diritti di veto dei suoi 5 Big storici, da cui si evince che aveva ragione un giornalista francese, Raymond Cartier, che definì l’Onu il Tempio della Viltà).
Ma tanti anche i luoghi “lasciati per strada”….. Tanti, dunque, tutti quei Paesi “visti”, ma tanti anche i posti, le città, ancora sconosciute, sarebbe il caso di dire “lasciate per strada”. E anche nel non eccessivamente vasto orticello di casa nostra. Così impegnato a cercare dove ascoltare e vedere il tango nella Boca di Bue (nos Aires), e/o e ad ammirare i bagnini in parata sulla Bondi Beach di Sydney (avevo giurato di andarvi dopo averli visti in quel magnifico film documentario, Mondo Cane, di Gualtiero Jacopetti, musica di fondo, More, di Riz Ortolani) m’ero ad esempio dimenticato di non avere ancora “visto” Lucca (tra virgolette, quindi nel senso giusto della parola, dicasi conoscere e informarsi nei dovuti tempi, mica le visite, anzi blitz, vendute durante le crociere ma solo per cuccare le ricche commissioni di tappetai e mercanti di paccottiglie).
Viviana, dall’enoteca alla Locanda Alloro (a Capànnori ….).
E Lucca (San Frediano….)…
Ma fortunatamente a colmare la suesposta, mia grave lacuna globtrotteristica, ha recentemente pensato la mia amica Viviana. Che, giustamente stanca (mica facile l’attività di oste e ristoratore, eppoi quanto stressa lavorare mentre gli altri si divertono, ma anche nel suo nuovo business la Viviana si esibisce in cucina) di dedicarsi alle fortune di una valida (sono sempre molto serio quando si parla di cercare dove bere, e non mi riferisco alla Boario) enoteca messa su col marito nella quasi milanese Paullo, ha pensato bene di aprire un agriturismo, al secolo la Locanda Alloro, nelle proprietà di famiglia a Capannori (due passi da Lucca, p.f. seconda A accentata, non faccia il lettore la figuraccia dei nostrani mezzibusto tivù che non indovinano mai un accento della geografia italiana). Un gran bel posto, l’Agriturismo (ma spiegano tutto e meglio i due contatti: www.locandaalloro.it e [email protected] ) in un contesto naturale di grande bellezza. Si è in una terra, la Lucchesia (credo si dica così), della quale sapevo poco ma tanto avevo sentito dire, e -gastronomicamente parlando- mi riferisco ai (bei) tempi di una Milano di (mia) gioventù in cui non si contavano (centinaia) le trattorie toscane i cui proprietari provenivano in gran parte dai dintorni di Lucca (e di lì, beffando il vigile dazio posto agli ingressi in città, facevano arrivare prelibatezze mangerecce tanto buone quanto semplici).
Un angolo dove la Toscana è particolare
L’Agriturismo “L’Alloro”
Eccomi allora, grazie al fischio fattomi da Viviana, nella sua “doppia struttura” (camere e appartamenti con o senza cucina, viva la libertà) per ricevere turisti con vocazione all’agro, alla campagna, in questo angolo della Toscana secondo me ‘molto meno Toscana’ (o lo è assai diversa, e aggiungo Livorno e la Maremma) dai soliti stereotipi di Firenze e Arezzo (tanti bla bla bla forse solo per dare aria alla bocca). Prova ne siano i tanti secoli della repubblica indipendente di Lucca. A ‘sto punto non mi resta che fornire un paio di dritte informando che (oltre che, ça va sans dire, all’Agriturismo della mia amica) si mangia e si beve bene (peraltro impresa non difficile da queste parti) in una vicina “Cantina” che di nome fa Toti (parenti del di lei sposo) dopodiché è un must, un obbligo correre a visitare la poco distante Montecarlo (il cui teatro è un prezioso bijoux, un cioccolatino da godere: quanta cultura si faceva antan nel centro Italia, anche in località piccine).
…. Ahhhh eppoi ci sarebbe (anche) Lucca. Ma adesso che l’ho (finalmente) visitata comme il faut scopro trattarsi di una chicca turistica tanto importante da non ritenermi degno di descriverla, esistendo oltretutto tante guide e scribi (ormai pure gratis su internet) ben più bravi del qui scrivente. Ad ogni buon conto, Lucca è davvero bellissima (e quanto ti scalda il cuore quel freddo marmo di Ilaria del Carretto, che bellezza).
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