Poareto, non sa chi è Cinzia Incorvaia….

Allora, finalmente una fantastico / meravigliosa news che invece di dar per ultima (come usasi in musica nei galop finali) comunico subito senza esitazioni: “Chi è Clizia Incorvaia la fashion blogger moglie di Francesco Sarcina”.
Solo che, adesso ‘che mi viene in mente’, non so (e aggiungo ahimè) nemmeno se sottoposto al siero della verità saprei confessare “Chi è Clizia Incorvaia” a tal punto che mi vedo obbligato a consigliare al querido lettore di andare ad abbeverarsi (una volta recensiva Hemingway e Pirandello, pensa tu….) al “Corriere della Sera” di oggi. E con le monàte (direbbero nella vis – à – vis , veneta Polesella, avrei finito).
Quanto al resto, dalle parti del rush (si fa per dire, più svelto il Toce) finale del Po, quindi dalle parti di Ro (tutti nomi corti, ma che risparmiosi ‘sti padani! mentre i terùn, Castellllaaammaaaare di etc etc…) più che ad abbeverarsi (comodo compiere qualche rinuncia con il Prosecco a mezz’ora d’auto) pensano a mangiare.
Pensano a mangiare, di quà (non ricordo più se occorre l’accento, e nel dubbio lo metto, tanto è ‘a gratis’) e di là (stavolta so che l’accento ci vuole) del Po laddove (oltre che “tutti figli di Nicolò”, recitava un detto rinascimentale a proposito di un Estense scopereccio) si offrono vispe tante belle Sagre non solo palatali. Ce n’è per tutti.

E’ tempo d’estate, la messe è matura, su gente, trebbiate fin che la dura...

A Frassinelle Polesine (prov. di Ro, stavolta nel senso di Rovigo), Festa della Bondola, che, nonostante il nome, credo abbia poco a che fare con l’affettato bovino tanto caro (ci metteva su olio, limone e pepe) a mio nonno, lui pure padano ma dalla parte opposta del fiume Sacro a Bossi. Anche perchè manca una ‘I’, alla Bondola. Ad ogni buon conto, ‘inviato’ dalla cortese non meno che minima aficiòn lettrice, mi informerò de visu (ma, Frassinelle, chi era costui? oltretutti non possiedo nemmeno il navigator ormai installato financo sui tricicli dei bimbi ricchi) e doverosamente narrerò.
E andrò pure a Casaglia (Fe, pertanto no Po crossing) alla Sagra del “Balanzon di San Giacomo”. Che, almeno secondo “Viavai” (un intelligente non meno che informante -chapeau!- “Free Press Settimanale di Cultura Spettacolo e Tempo Libero”viavainet.it) è un “Tortello verde con ripieno di carne e grana, condito con besciamella e ragù”.

Quel volto non mi è nuovo… (avrebbe detto il grande Totò…).

Cosa non ti combina ‘sto baloss del Po. Su una sponda, il Balanzòn altro non è che (v. sopra) una specialità mangereccia.
Sulla sponda opposta, per la precisione nella Bologna “la dotta” (di cui alla ben nota barzelletta che però non oso citare imperocchè passerei per un purcaciùn), il Balanzòn è un dottore che tutto sa, tanto, appunto, saccente, quanto godereccio.
E anche sui muy ricos (certissimamente, se da ‘ste parti non si muore d’infarto “per eccesso di grassi”) nonchè sapidi Balanzòn (di San Giacomo) doverosamente riferiRo (bella, eh, ‘sta quì’… ja ja ja…).
Dopodichè, a ‘sto punto, stufo delle monate fin qui esposte, il querido lettore tornerà ad abbeverarsi, voglioso, alla vicenda di Clizia Incorvaia (per la serie: ‘C’era una volta…. un giornale serio…. se non che …. per tentar di resistere ai social’….).
Ma badi a non intrigarsi troppo, imperocchè, ancorchè lontano, alla fine della lettura di choccanti news il rischio di harakiri mica è da escludersi.
Perchè, vabbè gli ideali, e va anche bene (si fa per dire) “Morìre per Danzica” (milioni: per colpa sua scoppiò la World War II), ma “Morire per Clizia”, su, dai… .