“MIGUEL VAAZ, IL CONTE DI MOLA” (Nicola Fanizza, Cacucci editore, Bari)
Il racconto di una vita avvincente, una intrigante Storia, meritante una S maiuscola per la sua coinvolgente complessità, in uno scenario sud europeo che inizia sulla costa atlantica del Portogallo per svilupparsi, e concludersi, nel sud dell’Italia mediterranea.
Sul finire del ‘500, prima metà del ‘600. Un periodo della storia che ‘più spagnolo non si può (casa regnante – quella che ha reso bellissima Madrid – Los Austrias, gli Absburgo).
A contrastare i due Paesi iberici, in quel tempo unificati (1580 – 1640, Filippo II), in tutta l’Europa non restano che la Francia e il Regno Unito (o Gran Bretagna: non per ‘dare lezioni’, ma se si parla di ‘quel che c’è oltre la Manica’, Irlanda a parte, è un errore chiamare Inghilterra una sola delle tre componenti di quel Paese, a cui, appunto, vanno aggiunte Scozia e Galles…).
Miguel Vaaz nasce (probabilmente) a Oporto, poco dopo il 1550, da una famiglia di ebrei sefarditi (in ebraico, Sefarad, Spagna), conversos – convertiti al cristianesimo, quindi Cristaos novos, noti anche come Marranos (in spagnolo maiale, porco, quando le religioni invadono la… gastronomia).
Per farla breve, il Nostro si ritrova nel regno di Napoli (sempre di… Hispanidad, si parla) dopo aver fatto financo il Corsaro. Ma niente paura, Salgari a parte, a quei tempi questa expertise bellico – marittima, la Guerra di corsa, non era poi così infame: bastava solo rapinare qualche navigante nel nome di uno Stato riconosciuto, in questo caso, appunto, la Spagna.
Dopodichè l’intraprendente Miguel Vaaz diventa hombre de negocios e da bravo mercante gli è facile entrare nel business della finanza (ma con tanto di masserie e greggi sparse tra Capitanata, Terra di Lavoro, Terra d’Otranto e Principato Ultra).
Tanti danèe tanta nobiltà (per info citofonare Rothschild…) e tanti, anzi tantissimi, più o meno pomposi, e reboanti titoli (come se non avessimo letto abbastanza i Promessi Sposi) a cominciare, appunto, da Conte di Mola (con tanto di ovvio palazzo – ahinoi scomparso – a mò di magione, mentre ai nostri giorni, a Napoli, un vico porta il Suo nome).
Davvero una storia interessante, con descrizioni di un sud Italia non poi così antico, posti, luoghi, leggi e comportamenti che, alla fine del racconto, ci permettono di capire alcune realtà moderne.

per mondointasca.org