colore -FaunoE parimenti temo ahimè di sforare la pazienza del lettore (sempre che abbia di meglio da fare e non finisca davanti alle tivù generaliste) nel prosieguo di questo umile reportage laddove tento di spiegare perché mi sono (davvero) piaciute tante altre chicche turistiche del Salento. Mi riferisco a Galatina, Nardò, la costa del Canale d’Otranto e Castro. Oltre, beninteso, last but not least (così dicono i bravi scrivani di turismo) la barocca capitale, Lecce, che – non me ne vogliano i baresi – è per me la città più importante delle Puglie, soprattutto per arte e cultura. Eppoi c’è anche la messapica Cavallino, che fortunatamente è località turistica (davvero) ben meritevole di una visita – castello e chiesa Madre – sennò avrei dovuto comunque elogiarla imperocché a Cavallino la Musa Carmen medita e progetta le gite per noi gazzettieri.
Pasticciotto Show

Il tipico pasticciotto leccese
Ed entro in cronaca diretta informando che a Galatina mi sono: 1) “Culturalmente intrigato”; 2) “Palatalmente divertito”; 3) “Turisticamente incazzato”.
E mi spiego. “Cultura”: curiosa la vicenda della tarantola, Lycosa Tarantula così chiamata da fine ‘400 dalle parti (di qui il nome) di Taranto, un ragno abbastanza innocuo (il morso ti fa solo zompare, e balli la Tarantella, figlia del Tarantismo, tutto spiegato nella Cappella di San Paolo) mentre in aree più selvagge del mondo consimili pelose aracnidi producono danni peggiori (ma per gli indigeni di Brasile, Cambogia e Venezuela costituiscono pure una leccornia).
“Divertimento palatale”: in un bar (con una cameriera di cui mi sono innamorato d’amblè, ay ay ay quando mai fu invitata alla gita pure la mia sposa …) fianco alla Chiesa Matrice un Pasticciotto Show voluto dalla Musa Carmen mi ha permesso di conoscere questo dolce che (mi han detto) più salentino non si può. Buono.
Monumento nazionale

Chiesa di Santa Caterina – Affreschi della terza campata – Storie del Nuovo Testamento
“Incazzatura turistica”: sopravvenuta durante e dopo la visita della romanico – gotica basilica di Santa Caterina d’Alessandria, dichiarata monumento nazionale nel 1870. Una meraviglia storica: Raimondello Orsini del Balzo, il principato di Taranto, la principessa Maria d’Enghien, le Crociate….quante vicende non solo cittadine all’interno di questa basilica alias Leggenda Aurea di Galatina. Ma Santa Caterina costituisce soprattutto una meraviglia artistica, quelle cinque navate affrescate, e pensi a Giotto, agli inizi della gloriosa pittura che fiorì nell’Italia Felix del Rinascimento. Ahhh l’”incazzatura turistica”, ça va sans dire vitupera chi dovrebbe (o almeno tentare di) promuovere, operare, gestire, il Turismo nel Belpaese e conduce a una domanda. Premesso che tanti se non tantissimi potenziali turisti (belpaseani, non parliamo, poi, stranieri) poco o niente sanno dell’eccelsa Santa Caterina di Alessandria a Galatina (e parimenti poco o niente sanno di tanti altri eccelsi monumenti e/o località cosiddette minori ‘sparse’ nel Belpaese: qualche esempio tra mille? Sabbioneta, la Certosa di San Lorenzo a Padula, Montecarlo nella Lucchesia, Este etc etc etc…), ciò premesso, mi chiedo perché mai gli Addetti ai Lavori Turistici Ltaliani (in primis l’Enit, ma chi è/era costui?) l’hanno sempre, e solo, menata facendo la rèclame sempre e solo a Roma, Venezia e Firenze, città già arcinote in tutto il mondo? Perché mai, dunque, invece delle solite ripetitive menate (i tiggì a ferragosto: “vaporetti affollati sul Canal Grande” –e ce credo…-) ricordanti le solite città che mai hanno avuto bisogno di “pubblicità” (ancora un po’ e a Venezia entreranno solo tot turisti -beninteso a pagamento- andata e sosta di mezzora in piazza San Marco) non si parla, quasi mai, di chicche turistiche quantomeno nuove?
E vabbè, ubi maior minor cessat, ma Santa Caterina di Alessandria a Galatina è davvero bellissima, anzi (come garantiva un cartellone sull’autostrada Torino – Milano reclamizzante un ristorante, antàn c’erano pure quelli, poi li hanno tolti perché distraevano) vale il viaggio…
(mondointasca.org 30/04/2015)