Sì, lo so, ho inventato un titolo che (senza star lì a scomodare l’Ermetismo) necessita immediate (non meno che chiare) spiegazioni (nonché comprensione da parte di chi legge…).
Cominciamo con Karpaten. Con riferimento, senzadubbiamente (direbbe Antonio Albanese), ai Carpazi. Una catena montagnosa che (lo dice la mia Bibbia, il Calendario Atlante De Agostini) trovasi nell’Europa sudorientale, dalle parti della Romania e dintorni.
Colà, un bel dì, un baldo (non meno che fantasioso) tour operator, alle prese con il nome da appioppare alla neonata bottega incoming pensò bene di chiamarla Karpaten. E vabbè.
Tutto chiaro, pertanto.
Salvo, capire perché, con tutto ‘sto ambaradam che c’è in giro (il virus, il Di Battista che vuol far bere il brodo delle undici al Di Maio e viceversa, frattanto di viaggi manco parlarne, anche perchè non resta, ormai, che l’imminente proibizione di attraversare il Ticino, tipo tra Trecate a Magenta…) ‘sto indefesso Karpaten ogni mattina che dio fa mi manda l’areclàm di una gita dalle sue parti, evidentemente sperando che il qui scrivente suggerisca (stoltamente, in quanto oggidì proibito, defendu, forbidden, kaputt…) di andarvi… . Mah.
Dopodichè eccoci a El Alcoyano.
E lì – fortunatamente – la spiegazione (peraltro già sciorinata in un paio di altre occasioni, e mi scuso per la prolissità….) è, almeno turisticamente, meno complicata.
In Spagna (almeno fino a qualche decina di anni fa) nel mundillo degli aficionados al futbol girava il detto Tener mas moral que el Alcoyano (non occorre traduzione, oltretutto qualcuno di noi è anche andato alla Berlitz….).
La spiegazione. Piel del toro (nel senso di Spagna nella versione taurina, qui esibita per evitare ripetizioni ed esibizione …), anni ’40: ultimissimi minuti di un match di futbol, la squadra di Alcoy (Comunidad Valenciana) sta perdendo, per la precisione 9 a 1.
Quand’ecco che, dagli spalti si leva un deciso incitamento: “Dai che ce la facciamo!”.
Se non è moral questo … .
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