jean paul rid-JP, Jean Paul nasce a Novara nel giugno del ’73. Suo padre (chi scrive) e sua madre, Marcella, abitavano a Milano, ma il genitore poteva considerarsi novarese, perché lo era la famiglia della madre, e per aver vissuto a Novara dal ’43 al ’66. Già, “Novara”, che il papà di JP ha forse un po’ dimenticato (non certo i suoi meravigliosi, ‘antichi’ amici di gioventù) ma, si sa, vai a Milano, nella grande città, eppoi ti piace girare il mondo, col risultato che il “posto delle fragole” ti capita di viverlo sempre meno ancorchè poco distante dalla metropoli ‘da bere’.
JP invece, cosa ti combina? Ti combina che – seppur non impegnato ‘per via dei natali novaresi’ (in fondo di nascere lì l’avevano…. deciso i genitori) – resta voluttuosamente legato alla città natale (e dai novaresi è stato ripagato con tanta, meravigliosa stima e affetto, quanto ne sta arrivando in questi maledetti giorni della sua scomparsa, difficile, ma ci tento, abbracciarli tutti…..).

Ma andiamo con ordine …
A Milano JP compie i suoi studi, liceo, università, gioca a Tennis (imitando il suo genitore qui scrivente, giocatore/monello al novarese Unuci) e anticipando la ‘pasiòn’ della racchetta di suo figlio Xavier (fino a poco tempo fa allievo al, ça va sans dire …… novarese Piazzano).
E a Milano JP “fa” il tour operator (c’è già la bottega del babbo, che anche a Novara aveva messo su un’agenzia col Sandro Milone … e riecco JP, in Piemonte, andava a giocare coi suoi figli…); un mestiere, il tour operator, che ti fa girare il mondo…. col risultato che, a ‘sto punto,, quasi quasi, JP diventa quantomeno “milanès”.
Se non che, il mondo è piccolo, e per JP un importante angolo dell’universo resta (indovina un po’…) Novara, e i suoi dintorni. Accade infatti che, il papà e la mamma, un po’ che ogni tanto non vanno d’accordo (capita), un po’ che non demordono dalla voglia di andare in giro per il mondo, cosa non combinano? Ogni volta che scuola o altre vicende gli concedessero libertà, portano JP ‘al lago’ dalla Nonna Milìn (che pertanto Lui idolatrava), nonna Milin che a Novara risiedeva ma nella “novarese” Meina trascorreva lunghi mesi estivi ‘chez’ gli amici Bossetti.
Un triangolo Milano – Meina – Novara, quindi, nei sogni e nelle realtà del mio adorato JP (e qui passo a scrivere in prima persona … e spero di arrivare in fondo senza troppo lacrimare…). Triangolo che diventa una linea retta, un asse, Meina – Novara. Perché JP molla Milano e va a stare laddove ha vissuto tranquillo, appunto a Meina, nella villetta della ormai scomparsa ‘Nonna Milìn’, e lì JP si sistemerà con la compagna, che 14 anni fa gli dà un figlio: il ‘grande’ Xavier (futuro Top Player del ranking tennistico mondiale…. tranquilli, garantisce il nonno…).
Quel (grande) Mr X(avier) che, dove va a imparare il Tennis? Ma, a Novara (al Piazzano), ça va sans dire… mentre il padre dalla terra rossa dei campi da tennis si sposta sull’erba del vicino campo di Calcio del Novara e comincia a seguirne le imprese. E fu così che JP è anche diventato apprezzato giornalista del Pallone, scrivendo e commentandone le partite (a proposito … quanti aficionados novaresi mi stanno scrivendo … grazie, amici, grazie e un forte abbraccio…).
E finisco, pensando anche a un “JP eroe”, e mi spiego. Secondo me (beninteso col massimo rispetto) gli “eroi” non sono quelli (o lo sono anche loro…) che, infilati in una trincea e provocati da qualche schioppettata, tirano una stampella addosso all’odiato nemico. Gesti nobili, vabbè, ma pur sempr istintivi. No. “Eroe” è (per me, soprattutto, ma diciamo “anche”) chi, nel silenzio, indefessamente, diuturnamente, quotidianamente, sempre, tutti i giorni, si fa un mazzo così, si sacrifica, sopporta senza blabla, il tutto per conto e a favore di altri. E JP? Ahilui, circa un paio d’anni fa, la compagna di JP. e madre di Mr X. molla tutto e se ne va, a figliare con altri nell’Europa nordoccidentale (n.b. beninteso, ‘ognùn fa i sò’…”, ci mancherebbe … ma c’era un figlio… e vabbè……). Per farla breve, ‘el mè fioeu’, mio figlio Jean Paul, si ritrova d’amblè (mica male, come scherzo…), lì, in quel parco di Meina, Lui e il dodicenne Xavier. Loro due, soli (non so se mi spiego…).
E fu così che in questi ultimi due fottutissimi anni JP si danna, campa, lavora, la sfanga dura (testimoni i suoi amati cani, adorava gli animali…) pensando solo (24h su 24h, professione + più lavoro casalingo ex materno) al suo nuovo idolo: Xavier. Per lui vive, stravede, s’ammazza (sarà mica poi vero, questo verbo, in questa vicenda…? ed è proprio così folle pensare che anche questo stress abbia contribuito? … e proverà mica un certo rimorso, per aver atto fagotto, ‘sta persona? … chi scappa non ha sempre torto? … va a sapere … ma tiremm innanz…). JP, tutto solo al comando,  pensa a tutto… scuola, mangiare, vestire, giocare, vacanze, salute, tempo libero, tutto tutto tutto  … “padre e madre” di Mr X ….
“Eroe”, dunque???????????? chissà ….
Infine, come se non bastasse, Jp pensa (pure) al futuro di Mr X. Va pertanto dalle parti dell’equatore, in un posto meno umido e freddo (maledetto quel diabete, JP), a progettare una loro futura vita, tranquilla & serena, insieme ….. JP e Mister X.
Solo che venerdì 27 gennaio 2017, di ritorno da quello che poteva definirsi l’ultimo sopralluogo, prima del definitivo viaggio di JP & X, Jean Paul mi torna indietro, erano le 13, alle 17 mi chiama Marcella e mi dice “E’ morto”.
(Ma perchè, JP?) …. qui giunti,, dopo aver tanto resistito, torno a piangere ….

Jean Paul Bonomi …  (e tu, Xavier, devi migliorare il “rovescio”….)  ….