RACCONTO DI UNA BELLA GITA NELL’EX PERSIA (2)

“Anche gli eroi sono stanchi”… (in copertina: ma che bella Persepolis).

Riassunto del 1° tomo… 24 novembre: parto da Madrid, (stranamente) accettato in una gita in Iran organizzata dalla spagnola Federaciòn dei Giornalisti di Turismo (alla quale, ad ogni buon conto, appartengo più o meno degnamente ma anche ‘regolarmente’).
Sono stati descritti i voli fino a Shiraz e lu magnare servito a bordo della Qatar (financo il vino!) dopodichè si è viaggiato in bus fino a Tehran (nb: ritorno a Madrid il 3 dicembre). E’ stato inoltre brevemente narrato l’Iran (quant’è ‘grande’, abitanti, geografia, religione, un po’ di distanze, lingua, Patrimoni Umanità etc etc etc….). 

2° tomo. Iran storico – Iraniani – Magnare & Bere
IRAN STORICO
 Per capirci, se si parla di ‘anzianità’, ‘stato di servizio’, Yazd (1400 slm nonché Patrimonio dell’Umanità, che in Iran abbondano…) è la “Seconda città più vecchia del mondo”. Ancorchè non tutti “Patrimonio” l’ex Persia conta (ben) 3300 Sitios Historicos (vanta la guida, in castellano, ai miei ispanici compagni di gita). E ce credocon tutte quelle migliaia di anni di Storia che l’Iran può vantare. E oltretutto che Storia. Dici Elam e ti contano che si parla della Prima Civilizzazione spuntata proprio da queste parti. Vedi una collinetta sormontata da un plurimillenario catafalco di rossiccia pietra e ti informano che trattasi della tomba di “Ciro il Grande”. (NB Nelle vicende dell’Iran ci sarebbe un altro Ciro, il “II” – o giù di lì… – e nostro contemporaneo, nel senso del figlio dell’ex Scià (“quello della Soraya”) e di Farah Diba, vivente in grazia di dio negli States in quanto impossibilitato a tornare laddove gli ayatollah gli farebbero la festa…).

Mercato a Tehran … spezie che passione….

Scolpite in una rocciosa parete (per la cronaca a Raqsh-e Rostam) ammiri le tombe di grandi imperatori: Serse I, Serse II nonchè Artaserse e Dario, dinastia Achemenidi, 500 A.C. (nomi che ti fanno tornare al liceo, alla faccia dell’abolizione dell’insegnamento della Storia nelle scuole recentemente perpetrata dalla repubblica Italiana). E Zoroastro (o se si preferisce Zaratustra, ma Chi era costui? temo si chiedano molti lettori già alle prese con l’autobiografia di Pippo Baudo…) con le sue Torri del Silenzio (vabbè ci sono ‘anche a Bombay’…). Eppoi tantissimi altri (appunto: ce ne vuole per arrivare a 3300…), luoghi storici, tra Santi Sepolcri e santuari (beninteso sciiti, tipo la moschea Aqaali Abbas (impressionante per luci nel buio della sera), tombe, palazzi (a Tehran, inquieta il Golestan, perchè, va bene le ricchezze e le opere d’arte, ma est modus in rebus…). A Shiraz peste lo colga a chi non va ad ammirare la Tomba del grande poeta Hafez. Né, sempre a Shiraz, va perduto il Shah-e-Cheragh Shrine, “Santuario del re della Luce”. (Detto tra noi…) fortunatamente (per l’arte) i Persiani resistettero abbastanza bene ai Mongoli—- .

IRANIANI

Vabbè, nessuno è perfetto (mica male la 3a, in piedi, da sinistra….).

Gente (tutto sommato, e religione a parte…) tranquilla (basta non dirgli che sono arabi…), legata a culto del passato e tradizioni. Può spiegare qualcosa l“Homa”, l’”Aquila-Grifo” (onnipresente a Persepolis) simbolo della compagnia aerea di bandiera e di una catena alberghera. Quanto alle etnie, curiosa quella dei Qasqai, nomadi. Se si parla di cultura può interessare il dettaglio di un alfabeto che non cambia da 3300 anni, eppoi la  elegante, scrittura Sufi.

MANGIARE & BERE
Vabbè, di “Bè” (nel senso “romagnolo”, di vino…) manco parlarne (già detto che lo Shiraz proviene dall’omonima, descritta città iraniana, si aggiunge solo che, un tempo, secondo (sciocco, ndr) ‘uso greco’ si beveva questo vino con aggiunta di acqua. Quanto al “dio” Caviale (un tempo sinonimo di Iran, e prima ancora, Persia) sembra che da un po’ di tempo se ne produca di più nelle (purchè limpide) acque della Lombardia (zona Paullo, Lodi e nel bresciano) che negli ex possedimenti dello Shah (e da lui a Khomeini, a proposito, chi se lo ricorda più?).

Teheran (quasi Bergamo… con dietro le Alpi…).

In Iran la produzione del caviale è gestita da un ministero e, quanto alla vendita, è in pratica reperibile (mercato nero a parte di cui,  però, non ho verificato esistenza..) solo all’aeroporto di Tehran. Ma, detto tra noi, si spende meno andando a Parigi a… comprarlo da… Cartier, ‘sto benedetto caviale: 50 gr. costano, anzi, costavano (l’inflazione non va al passo, galoppa) 13.500.000 rial, alias (più o meno) 150 euro. Da cui si evince che, in Iran, non resta che scatenarsi sui pistacchi (300 gr. 700.000 rial ancorchè ‘inflazionati’).
Ad ogni buon conto, in Iran (tra alberghi e ristoranti) si mangia più che decorosamente (tra sapori e profumi di piante ed erbe sconosciuti nel Belpaese – zafferano a parte – o comunque poco presenti, il tutto all’insegna di quella semplicità che tornerà a prevalere dopo l’attuale orgia di chefs e cucinieri stellati starlets nelle nostrane tivù).
Oltretutto sembra che il Kebab iraniano (contrariamente a quanto accade in un Paese a sud … delle Alpi) non provenga, in toto, da una unica megaindustria turcomanna operante nel Paese di Frau Merkel. Infatti il Kebab iraniano è (ovviamente) fatto in ogni singola bottega, e per questo è saporito. Ciao.
(segue 3° e ultimo tomo…. per mondointasca.org)