Chi non vi è andato il weekend scorso (20  luglio, come sempre prevista il terzo sabato di questo mese), dovrà aspettare un anno, ma una ‘escapada’ a Venezia alla plurisecolare Festa del Redentor deve assolutamente programmarla.
D’accordo, ‘il Redentor’ non è più “quello di una volta”, dicunt i venexian doc con una certa (forse anche un filino snobistica) aria di sufficienza (come se oggidì il Carnevale di Rio, o quello di Colonia, o il ‘Fasching’ di Monaco di Baviera fossero ancora ‘quelli di una volta’….).
Ma anche ‘gli altri’ (per capirci, chi dal resto del mondo viaggia a Venezia), non sbagliano asserendo che vale la pena, costituisce un ‘must’, obbligo, per ogni grande, o piccolo viaggiatore che sia,  assistere a questo happening storico – folkloristico – religioso.
Il tutto anche al netto dei Fuochi d’artificio, 45 minuti di autentica emozione.
Perchè ‘il Redentor’ è ‘anche’ quella vicenda che coinvolge tantissimi a conquistarsi un posto fin dalle prime ore del mattino, e una volta conquistatolo, a difenderlo (con veri e propri turni di guardia, roba da ‘assedio di Fort Apache’…) da tentativi di occupazione più o meno subdoli.
Fin quando il sole, finalmente, si fa meno feroce, si comincia a disporre il cucinotto da campo, e spuntano le tradizionali Sarde in Saor. Che fa rima con Redentor…. .
A Venezia, ammirando il tutto dalla Giudecca, davanti il bacino di San Marco, palazzi, chiese e campanili, la Salute e la Dogana etc etc etc.
(D’accordo sulla scemenza dell’inventare ‘paragoni turistici’ – tipo ‘è più bello il Colosseo o il Golden Gate a San Francisco’ – ma dove trovi tanta incredibile bellezza, quasi da non crederci?)….