Fu-Turismo… Laddove, esistendo due Turismi, quello Outgoing e quello Incoming, si fa riferimento a quest’ultimo (nella fattispecie quelli che visitano il Belpaese).
Dopodichè chi, da una vita, di Turismo ne ha bazzicato abbastanza insiste nel dire che questa cosiddetta “Industria senza Ciminiere” in Italia è gestita demenzialmente, anzi, per dirla col poeta, non è gestita “tout court”. Senza star lì a ricordare nuovamente che, ai tempi della diccì, l’allora neoinventato ministero del Turismo veniva regolarmente assegnato per ultimo (del dicasteri) al più pirla della più sfigata corrente del partito di maggioranza, più recentemente il “Turismo” è finito in Serie B nel senso che “davanti” (alla dicitura) ci hanno messo (con tutto il rispetto) la Cultura (fa anche rima con dicitura…).

Col risultato (però) che, da un po’ di tempo, nel Belpaese l’Incoming non deve mica essere andato tanto bene se (“lo dicono” le statistiche) l’Italia è scivolata dal primato in terza (o fors’anche quinta) posizione nella classifica dei Paesi “più turistici” (incoming) del mondo.
Ohibò, tragedia, almeno economica, datosi che a sfangarla col Turismo sono in tanti: piloti e portieri d’albergo, baristi e guide, bagnini e bancari cambianti dinero, autisti pullman e capi villaggio, posteggiatori e pure qualche entraineuse di night club (ancorchè razza, ahinoi, in via di estinzione….).
Tutte balle infarinate di catastrofismo rato, voluto e qui (cassandramente) cantato da un vecchio aficionado, e in varie forme umile praticante, in questa (già detto) Industria senza Ciminiere?
Mah, va a sapere.

Ad ogni buon conto, domenica 18 marzo, leggendo il “Corriere” (ça va sans dire quello “della Sera”) c’è scritto che….”Enit, il 55% delle spese va agli stipendi … Uno stipendificio da tempo uguale a se stesso … Nell’ultimo decennio al vertice di Enit sono approdati imprenditori (Matteo Marzotto), manager (Pier Luigi Celli), e da ultimo nell’ottobre 2015. Evelina Christillin” (nb vabbè managers – parolona magica che ormai serve a tutto… –  ma gente, con tutto il rispetto, che con il Turismo avrà avuto a che fare ordinando alla segretaria l’acquisto di un biglietto d’aereo e/o la riservazione di un albergo, ndr). “Ad accomunarli, però, non è tanto l’incarico quanto i risultati ottenuti … a riassumerli è la Corte dei Conti  che nella relazione sulla gestione finanziaria muove da anni lo stesso rilievo: i costi del personale assorbono larga parte della spesa dell’Agenzia … per l’attività di promozione del Turismo in Italia resta, insomma, poco … solo il 21% sono state destinate alle attività per promuovere l’Italia all’estero”. (Dopodichè) “A preoccupare i magistrati è anche una contesa da 14,5 milioni di euro che in caso di soccombenza metterebbe a rischio i conti”. Sic! Cuntent?! Il fu-turismo ….   

Frattanto, nella ingessatissima Cuba castrista (turisticamente parlando) qualcosa (pag. 15, sempre del citato “Corriere”) inventano (beati loro): “Rampe di Libertad. Enrique e gli altri skater nel parco di ‘Liberty City’. E’ la nuova Cuba che cerca di connettersi a Internet e aspetta il dopo Castro (Raul)”. Pure a Cuba…..

x mondointasca.org