ORIGINI ED EMOZIONI DI UNA BELLA GITA ANDALUSA
gpb x mondointasca.org del 12/4/07 …. nella foto di copertina: una spiaggia della Costa de la Luz
Il “Sole” di Huelva nella buia Valle Antrona di Viganella
Viganella è un sereno, operoso paese di circa trecento anime. “Sereno”, come lo sono tutti i piccoli centri abitati che non devono organizzare “marce notturne per la sicurezza”, perché tutti si conoscono tra di loro e la sicurezza nasce dal conoscersi e frequentarsi; “operoso” come lo è la gente che sui monti trascorre la vita in un continuo saliscendi, perché non tutti possiedono un mulo e tantomeno un fuoristrada da 50.000 euro, spesso usato dalle “sciurette”soltanto per andare a comprare i pasticcini in centro; “trecento anime” fortunatamente (per loro) meno colte di quelli di pianura, così al corrente delle gesta di Lele Mora e Corona’s nonché del costo di un grammo di “neve”, ove si intende quella del laboratorio chimico importata dalla Colombia.
Nuove province, “ricche” di capoluoghi
La piazza del paese
Per ulteriore informazione, Viganella è posto a poco meno di seicento metri di altitudine nella Valle Antrona, Alpi del Belpaese (dalle parti del Monte Rosa), provincia ex Novara e adesso Verbano-Cusio-Ossola (un bel casino: una volta una provincia godeva di una sola capitale – salvo quella “fasista” di Pesaro ‘lineetta’ Urbino, adesso invece si assiste financo a Triplici Alleanze di territori e/o città cosicché non sai, ad esempio in questo caso, se andare a cercare “Sua Eccellenza il Prefetto” a Verbania o a Omegna o a Domodossola, il che fa pensare che il relativo triangolo stradale sia piuttosto trafficato). Localizzata Viganella e descrittine (tutti) i vantaggi (di un piccolo centro abitato rispetto ai grandi agglomerati urbani, una volta era il contrario) si passa ed elencarne i problemi, che poi sarebbe uno solo, ma di una certa importanza (per chi considera l’abbronzatura uno status-symbol, ma di costoro possiamo anche fregarcene, mentre per i freddolosi e i cagionevoli di salute la faccenda si fa seria perché tosse e brividi possono anche dare fastidi).
Una valle senza sole
La chiesa con l’antico campanile
Il Problema? Dall’11 novembre al 2 febbraio di ogni anno che dio sforna, Viganella non è raggiunta dai raggi del sole eppertanto le sono negati i due più importanti benefici che baciano chi li riceve: il calore e la luce. Ma perché tanta perfidia della Natura (e se la mettiamo sul religioso sarà il parroco locale a spiegare ai fedeli perché a loro il sole no mentre agli altri il sole sì, noi facciamo solo cronaca e glissiamo pure su Dico e Pacs)? Facile la risposta: una barbina montagna di poco meno di 1000 metri si frappone tra le case dei Viganellesi e quell’importante e soprattutto bollente punto di riferimento dell’Universo che gli antichi Greci chiamavano Elios, il Sole.
Ma mai disperare. Accade infatti che nella storica (e allo scrivente cara) Huelva (capoluogo della provincia più occidentale dell’Andalusia, confinante con il Portogallo, di lì partì per ‘la Merica’ il “misterioso” non meno che rapace Colombo –vedi nelle Capitulaciones de Santa Fè, 17 aprile 1492, cosa non riuscì a scippare a Los Reyes Catolicos tra postille, distinguo e nota bene -) un bel giorno dello scorso anno si resero conto che di luce ne possedevano davvero troppa e sarebbe stato giusto e simpatico regalarne un po’ a chi di luce era invece privo.
Breve inciso: gli Onubensi (i cittadini di Huelva, dal nome ‘romano’ della città, Onuba, poi divenuta Huelva dall’arabo Città del Mare) non contavano balle né esageravano: di luce, da quelle parti, appena oltre le Colonne d’Ercole, ce n’è davvero tanta, tantissima, onnipresente e magnifica (perché di luci ce ne sono anche di brutte, ad esempio quel grigio chiarore prodotto dalle intristenti nebbie padane).
E’ pertanto più che giustificato il “lema”, lo slogan “Huelva La Luz”, la luce, che accompagna le presentazioni turistiche del territorio tra Siviglia e il portoghese Algarve.
Huelva: quanto sole! A chi ne diamo?
Andalusia, spiaggia a Huelva
Deciso che di luce ce n’era a volontà (tanta da non essere necessario un contatore) e che questa luce poteva essere convenientemente accesa per illuminare una campagna promozionale, di immagine, per sviluppare un turismo ancora (fortunatamente) non selvaggio (anzi, di centoventi chilometri di spiagge immacolate ben ottanta sono soggette a vincoli che le preservano dal cemento) Huelva (più precisamente, il suo Patronato provinciale del Turismo) si mise alla ricerca di chi aiutare perché obbligato al buio per una parte dell’anno.
Ecco allora nascere tra Huelva e Viganella un “hermanamiento” (gemellaggio) bislacco (di solito fraternizzano località con le stesse caratteristiche, un porto di mare con un porto di mare, un territorio lattifero con un altra territorio lattifero) non meno che tenero (quando mai – di questi tempi in cui si parla solo di budget, business e danée – si aiuta un amico “senza fini di lucro”?).
…Specchio delle mie brame ….
Simulazione del raggio solare riflesso
Ma come si è materializzata questa invero bella e curiosa vicenda? Elementare, Watson: quelli di Huelva sono andati a Viganella (17 dicembre scorso) hanno montato uno Specchio Gigante sulla già accennata barbina montagna, dopodiché è stato un giochetto far girare lo specchione secondo il ruotar del sole e come in una sorta di gran gibigiana riverberare sul paese i benefici raggi. Ma non poteva finire tutto lì, con un match, incontro “di andata” giocato in Italia senza quello “di ritorno”.
E fu così che a fine marzo (pronubo il Carlìn Hernandez, infaticabile Lìder Maximo del Turismo Spagnolo nel Milanesado e dintorni) una delegazione di Viganella (il ‘sindic’ sempre alègher, in testa, più il suo factotum Daniele perfetto sosia di Iacchetti, più la frizzante bambina Vanessa vincitrice del concorso per il disegno commemorativo, più la stampa proveniente dalla accennata, strana ‘triplice triprovincia’) si è ritrovata nella terra onubense.
Per ringraziare, da Viganella a Huelva
Una bella gita, per ringraziare per la luce (alla quale, contrariamente a quanto sempre accade, non ha fatto seguito la solita bolletta), per amicizia e per godere quei raggi benefici che in Andalusia arrivano direttamente senza bisogno di specchi e gibigiane in quel dell’Ossola.
Bello bellissimo, anzi magnifico. Telegraficamente: Caravelle Colombiane e Jamòn de Pata Negra (beninteso, “de bellota”), Rocìo (il più fantastico pellegrinaggio del mondo, garantito! e pochi sanno che è copyright di Huelva) e Coquinas (telline, belle sode queste onubensi, da noi sempre più rare), Paesaggi Minerari dal grande interesse e Visioni Marine elargenti spiagge sabbiose a perdita d’occhio, Marismas del celebre Parco di Doñana e verdi bricchi (con funghi) della Sierra de Aracena. Che più?
Viva Huelva e la sua Luz!
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