C’è Grecia e Grecia, nel nord del Paese, in Macedonia, lontano dal Partenone e dalle isole dell’Egeo, si ricordano tre personaggi che resero famosa questa terra: Filippo, Alessandro e Aristotele.
gpb per mondointasca.org del 8/6/11 (nella foto: Alba nel Golfo Termaico)
Laddove per “Macedonia” si intende la regione settentrionale della Repubblica Greca. Una regione da sempre in conflitto con la capitale Atene (vedi, un tempo, Milano e Roma). Regione storicamente ricchissima di monumenti, siti, personaggi universali. E anche di belle spiagge e attraenti località….
Filippo, Alessandro, Aristotele… no, non si tratta dell’estremo terzetto difensivo di una squadra di Calcio (tipo il mitico: Sarti, Burgnich, Facchetti, di nerazzurra memoria). Più semplicemente – anzi culturalmente – mi riferisco a tre antichi personaggi che fecero grande la Macedonia.
Che a sua volta non significa soltanto un dessert di frutta variè e tanto meno una vecchia marca di sigarette dell’italico monopolio tabacchi d’antan (questa precisazione non sappia di presa in giro del lettore: informato su certi programmi ammanniti dalle tivù generaliste, e prendendo atto dell’’òdiens’ che vi si abbevera, possiedo sempre meno certezze sulle capacità intellettive della cosiddetta gente).
Luoghi, turisticamente parlando, ancora da scoprire
La Macedonia è quella regione della Grecia settentrionale situata a sud dai Balcani e avente per capitale la bella Salonicco, da me già descritta qualche numero fa.
Unico problema della regione e dell’antica Tessalonica, quella ‘terùna’ di Atene, isole comprese, che, turisticamente parlando, la oscura, o per meglio intenderci le frega la maggioranza dei viaggiatori che decidono di andare in Grecia. D’accordissimo che il maestoso Partenone e le dorate spiagge delle Cicladi o dell’ex nostrano Dodecaneso hanno diritto di precedenza, “ubi maior minor cessat”, ma ciò non esclude che anche la Macedonia possa meritare una visita. E invece resta una regione poco conosciuta. Meno nota, pertanto, salvo per quei pochi che la attraversano andando in auto dall’Albania in Turchia; o per gli altrettanto pochi che si recano nel sud della Grecia provenendo dalla penisola balcanica, ad esempio attraverso il nuovo Stato della Macedonia il cui nome i macedoni greci non vogliono nemmeno che sia pronunciato; e infine per quei curiosoni che, ma anch’essi non molti, vanno a vedere come se la spassano sul maschilista – si fa per dire – Monte Athos (una delle tre penisole dalla bella Calcidica dai reconditi paesaggi marini) tanto vicino a Salonicco quanto difficilmente accessibile, permessi pochini e tanta burocrazia (era più facile passare il berlinese Checkpoint Charlie ai tempi del Muro di Berlino, laddove, oltretutto, le donne non erano ‘verboten’, manco parlarne).
Qui Zeus-Giove, folleggiava
Se poi, oltretutto, si parla in termini di santità e sacralità, la Macedonia non è seconda a nessuno (nemmeno alla ateniese Attica o all’olimpica Sparta) datosi che proprio lì, ai confini con la meridionale Tessaglia, svetta il divino monte Olimpo. Dai suoi 2917 metri (record greco di altitudine) Zeus-Giove decideva i destini dell’antica Ellade nello scarso tempo che gli restava dopo aver fatto (o tentato di fare, a volte respinto con perdite) le corna a Era-Giunone sua sposa (ma pure sorella, essendo entrambi figli di Crono-Saturno e Opi-Rea) nonché aver tentato di dirimere interminabili querelles tra semiDei, Muse, Ninfe e personaggi mitologici vari (niente a che vedere con gli attuali squallidi abitanti dell’Isola dei Famosi).
Papà, figlio e Prof. Un trio formidabile
Nemmeno in Macedonia (quella greca) dove, volendo, si può anche sciare a Seli, sembra ovvio, mancano le belle spiagge – con qualche hotel non male, goduto da Russi-bene e dalla clientela più o meno riccotta di Romania e Bulgaria- quelle all’ombra dell’Olimpo, nella Pieria (capitale Katerini, vita-vita by night) sul golfo Termaico che ha per capolinea Salonicco. Ma chi va in Macedonia oltre al bikini e all’abbronzante vorrà anche portarsi appresso una buona guida storica o quantomeno aver letto qualche info sul sullodato trio (Filippo re della Macedonia, 382-336 a.C., suo figlio Alessandro Magno o il Grande, 356-323 a.C., e Aristotele, 384-322 a.C., ‘prof’ di quest’ultimo) che a questa regione fece tanto importanti ‘pierre’ da renderla famosa. Oltretutto non è così lungo, e le strade son davvero buone, l’itinerario storico e artistico da percorrere per sentirsi in grazia di dio dopo aver appagato le proprie esigenze culturali
A Vèrghina, la tomba-museo di Filippo
All’ombra dell’Olimpo, sembra ovvio, a Dion (meno di 20 chilometri da Katerini) vanno visitati gli scavi che hanno portato alla luce questo Santuario dei Macedoni (leggasi una Delfo del nord, e qui si svolgevano gli Olympic Games dell’Ellade settentrionale) che successivamente diverrà la romana Colonia Julia Augusta Diensi. A Dion furono rappresentate per la prima volta le Baccanti di Euripide, ‘sponsorizzate’ da Archelao (padre di Filippo, sovrano tanto ricco da potersi permettere di sacrificare agli dei ben Ekatòn-Cento buoi, un’ecatombe, mediante un rito numericamente non meno che curiosamente ben scandito, 3 volte 33 + 1). Vèrghina è un “must” (un obbligo andarvi) perché senza dubbio alcuno costituisce la più importante scoperta archeologica degli ultimi decenni: la tomba di Filippo, ‘come era dove era’, contenente inestimabili tesori. E come se non bastasse, la decisione di lasciare “sotterranea” la scoperta, a modesto parere dello scriba ha reso Vèrghina anche uno dei più curiosi musei del mondo.
Alessandro: da Pella alla conquista del mondo
Naussa va vista, non tanto per quanto propone, si vede (antiche mura slabbrate, siamo alle supposizioni, ai si dice), quanto per un omaggio alla cultura, al sapere. Qui il macedone Aristotele insegnò ad Alessandro, futuro re dei Macedoni (e di gran parte del mondo allora noto).
A ‘sto punto sarebbe d’uopo fare un salto anche a Pella, capitale del glorioso regno di Filippo e Alessandro (che del famoso terzetto fu per certo il più… Grande, dominò fino all’Indo, ma di sue testimonianze, in Macedonia, ne restano pochine). Risparmio però al viaggiatore questo ulteriore sopralluogo. Un po’ perché meno esaltante, per non dire interessante, di quanto già visto, un po’ perché anche Salonicco vuole la sua parte, né si vuol negare un tuffo nelle citate acque del Golfo Termaico (a parziale compenso delle mancate sguazzate nei turistici mari della Grecia ‘ateniese’).
Scrivi un commento