ANTICA SAGGEZZA D’ATENE
per mondointasca.org 12/5/2001

Aristotele (lui sì che parlava chiaro, mica il "Bail In" e il "Bail Out", vedi in fondo...)

Aristotele

L’indole e le caratteristiche dei popoli cambiano con il tempo, anche e soprattutto perchè -se i popoli vivono in posti frequentati da eserciti invasori- la purezza delle loro antenate può anche non essere stata cristallina e aver provocato variazioni caratteriali. Ecco, ad esempio, spiegato perchè, arrivato ad Atene con un traghetto approdato a Patrasso o dopo due ore di un volo di linea da Milano, invece di incontrare saggi filosofi e raffinati epicurei, non di rado bisex -quali erano gli antichi greci peripatetici nell’Acropoli- l’entusiasta visitatore si ritrova tra rudi camerieri delle taverne nella Plaka e burberi marinai lungo le banchine del Pireo. Carico, quasi responsabilizzata da una storia infinita, ricca di arte e cultura, la gente greca è forse un filino più seriosa e introversa del dovuto, come peraltro lo sono i popoli chi abitano terre aspre, sassose e poco generose. Ma la scorza ruvida si addolcisce e poi svanisce non appena -e accade sovente, dopo qualche bicchiere di fresco ‘ouzo’- il visitatore fa amicizia con l’ateniese, da secoli guardingo per il plurisecolare ed eccessivo viavai di ospiti non sempre desiderati (ultimi i turchi ottomani: e attenti a non chiamare “caffè alla turca” l’infuso nella tazzina, “caffé greco” è).

Conosciuti gli ateniesi, una visita della metropoli all’ombra del Partenone diventa un piacere, un’importante esperienza di vita. Una giornata trascorre velocemente in un ensemble di momenti diversi, di sensazioni dettate da differenti interessi e motivazioni. Si comincia con la canonica salita (non definibile scarpinata solo per rispetto a Socrate) sull’Acropoli, il Partenone (santuario della dea Atena), l’Eretteo, le Cariatidi, i Propilei. Scesi dalla rocca, visitati l’Odeion di Erode Attico e il teatro di Dioniso, si prosegue verso l’Agorà, il centro pulsante della vita pubblica, degli affari nell’antica Atene. Poco distante, a Monastiraki, ricordi della Atene turca e shopping al mercato delle pulci. Per un boccone a mezzogiorno, nel vicino quartiere della Plaka, abbondano bar, ristoranti e trattorie (la sera esplodono canti e danze dei tanti Zorba a caccia di pallide turiste).

La tipicissima insalata greca, koriatiki (pepararsi a vederla ovunque onnipresente nei ristoranti...I...

La tipicissima insalata greca, koriatiki (pepararsi a vederla ovunque onnipresente nei ristoranti…I…

Dalla piazza Syntagma si irradiano invece gli edifici neoclassici dell’Atene moderna, il Parlamento, l’Università, la Biblioteca nazionale e lo splendido Museo Nazionale archeologico. Una salita (faticosa a piedi, ma c’è una piccola teleferica) ai 277 metri del Licabetto, suggerita all’ora del tramonto, è premiata da un superbo panorama sull’Acropoli (ma anche sul disastro urbanistico della Mega, Grande Atene). A cena, tutto esaurito nei ristoranti di pesce, sul mare del Mikrolimàn (piccolo porto): chi usa ancora la vecchia denominazione, Turkolimàn, non si accattiva le simpatie del neoamico greco (dal carattere certamente rude e introverso).

Nella stagione estiva la visita di Atene può essere abbinata a un soggiorno in una vicina località balneare: una full immersion in mare, cultura e divertimento.