Vi sono grato per la aficiòn che mi riservate inviandomi periodicamente, da tanti anni, la Vostra programmazione. Ultima proposta, il Grand Tour della Romania in pullman (12 gg). E deve essere (davvero) bellissima, questa gita da Voi organizzata, anche perché, se il Tour è ‘Gran’, per certo sarà prevista una scampagnata fino al delta del Danubio.
Laddove, nel delta, so che si possono ammirare (eppoi, spero vivamente, pappare) quelle  saporite rane/batraci che nelle trattosterie tra Novare e Vercelli vengono ammannite con (ça va sans dire), un bel risotto. Non senza la contestuale garanzia che le citate bestiole sono rigorosamente autoctone, del posto (leggasi pescate nelle circostanti risaie: mai visto un ‘ranàt’ tirarle su con canna e lume di acetilene? Sublime! Andateci!).
Rane, dunque, e riso, tra Novara e Vercelli, tanto e buono (tipo il Vialone, meglio se Nano). 

Novara, San Gaudenzio (a sinistra brutta cupola dell’Antonelli, a destra, gran bel campanile dello zio di Vittorio Alfieri)

Se invece si parla di vicende storiche (tanto per arricchire di interesse un eventuale Grand Tour nelle le due citate, e amene, città dell’east Piemonte) c’è poco da narrare. Salvo la (ben nota, almeno agli aficionados alla Storia), battaglia di Novara, notoriamente “fatal”, almeno secondo Giosuè Carducci. Proprio quel baloss che proclamavasi repubblicano (nonché  mangiapreti) che, però, alla fine della fiera finì (pure lui) a tirare quattro paghe per il lesso mediante leccaculistica poesia omaggiata alla (sponsorizzante? dicunt) regina Margherita. Sì, la regina Margherita, quella della Capanna sul Monte Rosa ma soprattutto quella della pizza (appunto Margherita, e in qualsiasi pizzeria ‘informata’ vi diranno perchè sia chiama così). Già, quei pidocchiosi  (Giuanin Brera scripsit) dei Savoia, tra i quali, pertanto, ci fu (almeno) qualcuno che in cucina se la cavava… .
Aaahhhh la ‘battaglia di Novara’, dicevo, laddove il re suesposto re Tentenna pensò bene di sfruculiare il maresciallo Radetzsky von Radetzsk, per finire, però, uccellato.
Dopodichè, presa la paga, lo sfigatissimo sovrano (ma dai! se l’era voluto! con quel pirla del generale polacco, oltretutto dal nome impossibile, ritenuto  fine stratega) finì esiliandosi sull’Atlantico. Laddove, a Cascais, il C.A. precedette un altro Savoia (citofonare Umberto II), pure lui triste assai nonché sconfitto (ma per sua fortuna solo al referendum del 2 giugno…). N.B. Del citato re Umberto, chi scrive ricorda un triste sorriso accogliente i tifosi bauscia in gita a “vedere il Sovrano, ance se ex”, prima di Inter – Celtic, finale diChampions Cup a Lisbona (vittoria del Celtic, ma solo perché il citato monarca – a detta di tutti un filino menagramo –  aveva fatto gli auguri all’Inter….).
Ma si prosegua a proposito delle italovicende dei Savoia, e meno male che (senza star lì a perdere battaglie, tipo quella di Novara), il 2/6/46, a suggerire “prego s’accomodi” al figlio di Sciaboletta, invece dei granatieri del feldmaresciallo Radetzsky bastarono i brogli repubblicani (pensa tu, farsi ciulare dai conteggi del Romita…).
Quanto, invece, all’itinerario tra Novara e Vercelli, che conosco assai bene, sia perchè a Vercelli ‘presi la maturità’, sia perchè a Vercelli “c’erano ancora” i casini, chiusi a Novara (prima località in Italia, con Modena per colpa di Scalfaro, ivi residente prima di traslocare al Quirinale), ci sarebbe da da verificare se è vera o no la “storia di Cameriano”. Nel senso che, forse, il nome della località potrebbe significare Cà di Mario, quel condottiero (romano, meglio info, contrariamente a Pippo e Mike, la storia è poco seguita…) che da ‘ste parti mise su un accampamento dopodichè battagliò sconfiggendo Silla, (anni 80 a.c.).

Meglio il cammino che le soste….

E torniamo alla Karpaten Turism, mollando Novara, Vercelli e pure Roma, ça va sans dire, Ladrona, come, peraltro, sentivo dire anche in Romania (ma a Bucarest, finale di Coppa Davis, ladroni furono alcuni giudici di linea che qualche punto – tanti – cercò di rubacchiarlo…).
Ma (non senza scusarmi per le divagazioni, il fatto è che il mondo è grande eppoi può sempre scapparti la mano, anzi la penna…..) veniamo alle gite (beninteso “per lumache”) che Voi, Karpaten Turism, potreste proporre di andare a pappare nel delta del Danubio (laddove, oltretutto, non ci sono mai andato, mai coverto direbbero nel Veneto a me caro..
Mai stato nel Delta (danubiano) solo perchè l’ufficio milanese del Turismo Romeno (‘è passato tanto tempo’, diceva Rhett in “Via col Vento”) magnificava tanto le tante highlights del Vostro Paese ma poi andava a finire che tutti gli eductors (guidati dal pierre italoromeno Gian Spartaco Bartoletti che a lungo per Voi fece tante – come dicesi in gergo giornalistico… – ‘marchette’), tutte le citate gite per ”addetti ai lavori turistici” finivano dalle parti di Dracula.
Che palle, e che noia, ritrovarsi tutte le volte (tante) alle prese con la vicenda della stradentata creatura di Brian Stoker (a mangiare, se ben ricordo, polenta mamaliga… ma senza tocio…).
Al cinema, nei film sulla Transilva, c’erano almeno Dracula, Marty Feldman e Mel Brooks… .
Ciao Karpaten Turism …. gpb