
Anguria (ma nel Belpaese ‘si dice anche’ in tanti altri modi….) di Frida Kahlo. In copertina, Asado de Tira (nel senso di tanta carne epperò, almeno secondo il ‘mago Herrera’, non priva di acidi urici….), pasiòn mangereccia argentina…
“Gastromondo” … quasi quasi brevetto questo neologismo, brillantemente (almeno lo spero) inventato in quanto stufo di vedere (sempre e soltanto io) le tantissime foto “mangerecce” (o legate da fil rouge con lu magnare) che in, ahimè, tanti lustri, m’è capitato di clikkare in giro per ‘sto mondo travagliato. Travagliato, e incasinato, quanto meno ‘gastronomicamente parlando’ (ed è una fortuna: pensate, tra non molto, solo qualche lustro, in ogni angolo calpestato dalla cosiddetta umanità apparirà la sola, immancabile scritta Macdònal e una fetta di porsùt (beninteso bagnata da un sorso di Sanzvès) costituirà un miraggio tipo l’oasi dei Legionari stranieri…. .
E se (sempre a proposito di un Gastromondo estremamente incasinato) Biagi lamentava troppe differenze italiche nella denominazione dell’uccello, io più modestamente faccio presente che sarebbe il caso di decidere, una volta per tutte, come – dal Trentino alla Sicilia – si pronuncia Bagna Caoda (nonchè di convincere quelli a sud del Po che les Escargots – nel senso di lumache – si possono ‘anche’ mangiare).

Tapulòn (ragout di asino) gloria & vanto di Borgomanero….
Ma tiremm innanz.
Dopodichè concludo riaffermando che “Gastromondo” vuole soltanto far vedere un pò di foto mangerecce, anzi, un pò tante, perchè di Gastrogite universali ne ho (fortunatamente) compiute parecchie (calpestando 120 Paesi, che l’Onu ha probabilmente copiato dopo aver consultato il benemerito Calendario Atlante De Agostini, che, però, ahilui, è ancora piuttosto parco di ricette (ma non si può voler tutto dalla vita… nè, tantomeno, puoi aspettarti che una dotta pubblicazione geografica ti insegni ad ammannire il bulkogi….).
E stai a vedere che Gastromondo non generi anche un filino di curiosità. Tanto… (sorry) curiosa da appagare la voglia di sapere di chi ‘non sa’ ancora, o ha dimenticato, ‘cos’è’, o ‘com’è fatto’, il Cous Cous, o cos’è l’Asado. Per non parlare (del mistero delle) delle Chapulines (cavallette, che pasiòn, epperò Oaxaca, Mexico, non è mica girato l’angolo… ritenendosi pertanto più che giustificato chi a tutt’oggi non sa ancora cosa sono). Mah (comunque, cara gent, viaggiate, viaggiate …. e chissà che un giorno non esploda la vostra, fin qui ahivoi nascosta, pasiòn por las Chapulines…. . Buon appetito (aaahhhh le Chapulines non sono poi così impossibili …. sanno di fritto misto – ma non quello piemontese… – vabbè, forse possono risultare un pochino amarognole…) ….
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