
Perbureira, piatto contadino a Rocca Grimalda, Piemonte. (In copertina: Carne cruda rigorosamente tagliata a coltello….).
Dopo le felici invenzioni di Volta e Marconi, nel Belpaese siamo diventati un mondo di inventori! Tutti, ormai, oltre ai partiti, inventano qualcosa. Anch’io!
Ed ecco (comunque meno dannoso, e costoso, di un partito….) “Gastromondo” (e chissà che interessi a qualcuno, ma ad ogni buon conto “l’importante è partecipare”…). Una sorta di “Enciclopedia visiva del Mangiare” (guardi la foto, vedi “cos’è”, impari (se ancora non sai) e prosegui, senza tanti bla bla bla, salvo la veloce lettura della dida a commento / spiegazione).
“Gastromondo” laddove – meglio chiarire – si parla di “Mangiare” senza star lì a menarla con la parola “Gastronomia”. Con / contro la quale non ho nulla in contrario, salvo il suo eccessivo, smoderato uso allorquando si tratta di (appunto) mangiare.
Fa, infatti, ormai, tanto chic parlare di “Gastronomia”, soprattutto da quando i cuochi (pardòn, gli Chefs, e a loro vadano, per chiarirci, tanti entusiasti ‘evviva’ ma restano pur sempre tanta brava gent, pure lei mortale, che ‘fa da mangiare’…) sono onnipresenti non meno che divinizzati da stampa e tivù (ambisci più una foto con uno ‘stellato’ ancorchè fosse una sola, la stella, che con un pure lui stellato, anzi addirittura “penta” all’uscita da Montecitorio … e fin qui niente da dire…).
“Gastromondo”, un casino (sono già a 1600 e proseguo indefesso) di foto scattate (tra tutte, forse solo un paio più belle che brutte….) in giro per il mondo. Foto rubacchiate tra mercati, negozi e normali (antan non eccelso t.o. e da sempre sfigato reporter raramente venivo invitato in posti ricchi…) restaurants laddove, invece di tanti menù très chic (ma ormai fa ancor più colpo dire ‘degustation’) si mangia/va soltanto (senza tanti bla bla bla…).
E ditemi se è poco. Anche perchè, come giustamente diceva Proudhon, “L’uomo è ciò che mangia”, ma non è che, prima di desinare, un pover crist debba passare in banca ad accendere un mutuo eppoi va al ristorante.
Da cui si evince che, come si serve la Patria (anche) facendo la guardia a un bidone di benzina, parimenti si onora il Gastromondo degustando un piatto di tajadèl in una trattoria (beninteso purchè romagnola… ma anche monferrina può andar bene….) che non se la tira… . O no?
P.S. A ‘sto punto devo solo trovare il modo (girando il mondo a degustare, so, sì e no, accendere la luce…) di rendere visibile “Gastromondo” anche ‘a terzi’ (sono già a ‘quota 1600’, foto, e proseguo indefesso)…. . Salve! gp
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