Arneo Nizzoli in… divisa …. con “decorazione” (Ordine della… Lumaca …)

Un cortesissimo Nicola mi fa, “Andiamo da Nizzoli a Villastrada”. E io, al volo, gli rispondo “Ci vengo”. Aggiungendo ispanicamente, Con mucho gusto. Perché sono tanti i motivi che mi entusiasmano all’idea di questa trasferta mangereccia. Resa viepiù goduriosa dalla indiscussa Autorevolezza Gastronomica dell’amico invitante, in primis perché Lìder Maximo di un branch milanese della Accademia della Cucina, l’Areopago dei Gourmets nello Stivale. Ai quali bongustai posso solo offrire un’umanissima solidarietà constatando le ormai imperanti dittature MacDonaldiane (altro che il Trump), braccia secolari del tragico Fast Food.
Tanti i motivi, dicevo, oltre al piacere di una Gastrogita Accademica. Oltretutto sempre intrigante tornare in un territorio che non se la tira nonostante tanta Storia & Cultura.
(Breve confessione parapolitica: a mio, vabbè modesto, parere i ducati di Mantova & Ferrara, e aggiungo pure la da me adorata Serenissima nonché la Milano Viscontea eppoi Sforzesca, costituiscono il più bel momento storico dello Stivale, e per ‘carità di patria’ – proprio il caso di dirlo – sorvolo sulle vicende perpetrate dai Savoia, sennò invito a leggere il libro, appena uscito, “Savoia Boia”, di Lorenzo del Boca. Ma tiremm innanz … che è meglio…).
Tirato pertanto innanz, fino a Villastrada (ahilei solo frazione di Dosolo, Mantova, ma si sa, nessuno è perfetto) ri-eccomi chez  “Nizzoli” laddove il ‘ri’ spiega che da questi parti ero già approdato (ma quando? E’ passato tanto tempo, avrebbe commentato il Rick di “Casablanca”). Facciamo (almeno) una trentina d’anni, anzi quaranta, eppure già a quei  tempi entusiasta aficionado alle lumache (pasiòn mutuata a Novara dal nonno Guglielmo). E già allora girava voce che a Villastrada, Mantova, il Nizzoli le lumache le sapeva ammannire davvero bene. Che bello: una gioconda pappata di gasteropodi, andando a vedere anche il non distante Mantegna, senza dover espatriare fino in quella gallica Borgogna, vabbè sinonimo di escargots ma anche terra di quei baloss dei franzosi  che più chauvinistes di così si muore (ad ogni buon conto all’eventuale lettore gourmand et gourmet suggerisco caldamente una visita parigina a l’Escargot in Montorgueil, nelle Halles – e, già che c’è, al non distante Pied de Cochon… vabbè, roba banalturistica ma attenti anche alle sirene modaiole e al nuovo che avanza (eppoi, alle tradizioni chi ci pensa più? MacDonald?).

Grandi maialate dal Cav Uff …

Mollato per un po’ il Nizzoli (il cui patron nonché chef, Arneo, ho scoperto essere mio coscritto, ancorchè sbarbino in quanto sia pur di pochi giorni più giovane) non ho però mollato la pasiòn per le lumache (mediante contattimantenuti con monsù  Avagnina di Cherasco, noto ‘produttore’ di ‘sti animaletti, di cui va matta solo una ristretta èlite).
Per farla breve rieccomi a Villastrada, con il già citato Nicola, Lìder Accademico Cuciniere e due neoamici così perbene, e pazienti, da stare perfino a sentirmi. Mi riferisco a una gentile signora, la cui presenza è estremamente importante in quanto intimamente legata alle vicende Zavattiniane. E per certo la trasferta da Milano di una esegeta del Grande “Zà” è condicio sine qua non, datosi che da queste parti, e segnatamente da ‘Nizzoli’, è onnipresente, quasi si respira la presenza del Grande sdoganatore radiofonico della parolaccia “Cazzo” (tuttora vituperata, anzi, puritanamente ridotta dal Corriere della Sera a semplice C puntineggiata, e sono ormai passati tanti lustri, ivi compresi resoconti di vicende horror facilmente leggibili da bimbi imberbi). Grande, Zavattini, e non certo per la suesposta parolaccia (nè aiutò molto, a fargli assegnare il Nobel della Grandeur, il Merde – n.b. meglio leggerlo in francese – proferito, ma chissà… dal Napoleone alle prese con qualche importante problema storico ….bando dunque alle puzze sotto in naso!).
Infine, per completare la descrizione della misiòn esplorativa in cui ho avuto l’onore di essere cooptato, ho viaggiato verso Villastrada con un esponente di quella che penso di poter definire un apparatchik della Corrente Nicolista. Suppongo infatti che – a imitazione di quel che accade nel nostrano tribolato Belpaese – anche la balda Accademia possa vantare le sue brave correnti di pensiero: ad esempio, chi vorrebbe ‘aprire ai Rossi’ (anche se si parla solo di vini) e chi, invece, considera gli Arrosti ‘di Destra’ (quindi meglio i ‘Bolliti’, secondo alcuni, però, un filino troppo ‘conservatori’…). Tutto è ormai Polis, politica, cara gent (non è forse stato, recentemente, siglato un Patto della Crostata?) anche se poi , in ‘sto sfigato Stivale sono i politici quelli che mangiano di più (ja ja ja)… .
Motivo della trasferta dei miei coèquipiers, l’organizzazione di una Paciata Accademica (perdòn al Nicola per il termine, forse non elegante però caro al Giuanìn Brera, e quindi scuse pure a Lui per il disinvolto uso).

Sugo d’uva con zabajone…

Da cui si evince che comme d’habitude si è finiti (chiedo nuovamente perdòn, stavolta per l’uso di  una terminologia per certo inesistente a Buckingham Palace), “coi piedi sotto il tavolo”.
Laddove, all’agape, il Nicola e i suoi correi (ai quali si erano aggiunti due omologhi della delegajia della vicina, non meno che splendida, a proposito, evviva il grandissimo Vespasiano Gonzaga!) Sabbioneta, hanno proceduto al collaudante assaggio di leccornie da proporre in occasione della prossima gita a Villastrada degli Accademici milanesi.
Mentre il qui scrivente, in una sorta di Richiamo della Foresta, fosse solo per degnamente ricordare l’avo che ahilui antan lo accompagnava, imberbe, al “La Cupola” di Novara, si pappava una bella sleppa di Spaghetti alle Lumache dopodichè si faceva pure 12 gasteropodi 12 beninteso à la Bourgogne.
Parbleu (e Zavattini – proprio Lui, con il suo Buongiorno che vuol dire Buongiorno…  non s’incazzi per tutti ‘sti gallicismi….)! E ci aggiungo Vive l’Academie!.
Quanto al Nicola, Patron della suesposta, benemerita istituzione, merci beaucoup, et salut le copains.

per mondointasca.org