Nel turismo la fiera spagnola è la prima dell’anno seguita a febbraio nella nostrana Bit, in retromarcia. In attesa della fiera milanese non resta che curiosare tra le novità offerte dalla manifestazione madrilena: viaggi, proposte curiose e vacanze a veder gli altri lavorare. Più le solite delizie: cibi e bevande per … intenditori!

Si dice negli States, e laggiù se ne intendono, che “Le fiere e i Saloni non servono a nulla” (soprattutto da quando hanno inventato internet, skype e compagnia cantando, aggiungo io) salvo poi concludere “però bisogna andarci”. Ciò premesso, non potendo farmi beffe della sullodata massima coniata dagli inventori del business eccomi alla Fitur, la Feria del Turismo che da 34 anni si officia a Madrid a metà gennaio. Una data abbastanza vicina alla celebrazione della Bit milanese, laddove gioco in casa, da farmi talvolta dubitare sulla ragionevolezza della mia andata in Spagna. Solo che alla Bit non mi godo quelle piacevoli (e invece in Fitur me le ritrovo tutte) chicche che passo a elencare.

Fitur vs Bit: 1 a 0. Ahinoi!

fiur-14-1In primis gli animati stand delle regioni, comunidades, di Spagna, dove rivedo gente nota, compio rimpatriate, distribuisco e ricevo pacche sulle spalle e abrazos a volontà (e un tempo se magnava pure, mannaggia alla crisi). Oltretutto, avendo Turespaña deciso di non esibirsi alla Bit (2° anno, ay ay ay, mica belle per la rassegna milanese queste defezioni, perché pure la Francia e altri Paesi hanno dato forfait) non solo non saluterei i suesposti espositori che a Milano non verrebbero comunque, ma pure non potrei rivedere el mè amìs Carlos e chi lo precedette a illustrare le ispaniche bellezze nel loro ex Milanesado (1535-1701). Alla Fitur, inoltre, vado alla ricerca dei tanti amici collezionati girando in quella Latino America (tanto enorme quanto a me cara) che si estende dal caliente Messico alla più fresca Tierra del Fuego. A Milano, invece, ne abbraccerei pochi, giacché per ovvi motivi di lingua, storia, tradizioni e cultura, gli addetti ai lavori dei Turismos del Sur America partecipano in massa alla Feria madrileña, mentre molti non restano in Europa o attraversano l’Atlantico per la seconda volta in meno di un mese per partecipare alla Bit milanese.

Alla Feria, novità vacanziere (pata negra a parte)

fitur-14-3Queste le motivazioni che ogni anno, a metà gennaio, mi convincono a trasferirmi alla Fitur di Madrid (volando sugli arancioni aerei targati Easyjet, datosi che Iberia, anticipando Alitalia nel processo di decadenza di compagnie un tempo gloriose, mi riferisco alla sudditanza pro British, costa di più e non è che ti tratti ‘a lo grande’).
E come se non bastasse, ai suesposti piaceri goduti durante il faticoso lavoro nel Recinto Ferial della Fitur (curiose passeggiate tra gli stand e in sala stampa degustazione di Jamòn de Pata Negra de Bellota, quest’anno, poi, che bello: io che gliela contavo su al “cortador” e lui che tagliava e mi porgeva lonchas/fette à gogo, una goduria) vanno poi aggiunte le piacevolezze non solo culturali cercate e trovate a Madrid. Laddove, oltre a rivisitare i soliti posti (per riprovare piaceri ma anche per vedere se ancora esistono: le mode e la plastica, si sa, fanno sparire tante cose belle) mi spingo financo a cercare novità. Qui giunti, nel timore di sforare l’usuale spazio gentilmente concessomi da questo baldo magazine, e datosi che le cose, viaggiatorie e non, viste e assaggiate alla Fitur e a Madrid, sono tante oltre che potenzialmente interessanti il lettore, passo a brevemente elencarle.

Viaggi ‘impegnativi’ su rotaie russe

al-andalus-fiturIn Fitur. Se si parla di Turismo in treno, posso segnalare ben due ‘dritte’. A bordo di Al Andalus (più che un treno, un Palacio sobre Ruedas/ruote) mis amigos della Renfe (vedi articoli sul Camino de Santiago in ferrovia) propongono intriganti non meno che vari itinerari, su e giù per la Spagna (come si viaggia? coccolati, e non solo). E ho scoperto poi una chicca tanto avventurosa quanto un pochino stanchevole (proprio l’opposto delle proposte Renfe): Natalia Tkachenko, “sales” di un t.o. tedesco mi parla di una andata in aereo a Mosca e ritorno da Pechino, e nei 14gg intercorrenti un bel soggiorno in treno (di notte si dorme e di giorno si scende per girare l’ex Urss, Siberia, Mongolia e quant’altro). A chi invece non vuol dormire sulle ruote (tanto meno se stesi su binari euroasiatici) né ama i soliti albergoni dove l’ospite diventa un numero) in Spagna e Portogallo la Ruralka propone 100 “hoteles con encanto”, in città ma soprattutto “in campagna” (la cosiddetta gente vuol stare in grazia di dio e lontano da tram e polveri sottili) e visto il successo si espande in Messico e Colombia.

Vacanze in tonnara andalusa

tonnara-andaluciaE vedendo un grosso tonno squartato e tagliato in uno stand Fitur da professionisti quasi chirurghi, mi sono informato sulle almadraba/tonnare tra Tarifa e Cadice venendo a sapere che tuttora tra aprile e giugno sono operanti; i clienti? i soliti japs/giapponesi ordinanti centinaia di tonni a botta. Una bella idea per chi vuole andare in Andalusia e nel contempo ama un certo folclore ancorché violento e nel Belpaese scomparso, tranne rari casi, e per di più mantenuti per fini turistici, sembra che molte nostrane tonnare siano state chiuse solo perché a fronte di incerti e faticati guadagni si fanno più soldi con i contributi regionali, ottenibili motivando qualche scompenso ecologico impedente l’arrivo dei tonni.

Nella capitale, ‘palato’ estasiato e (un po’) di cultura

cabrales-cheeseA Madrid. Unendo nella giusta (2 a 1) misura palato e cultura ho visitato un Mesòn (magnare), un museo e un Bar & Vinos (tapas, restaurante e quant’altro). Al Mesòn “El Lacon” (Calle de Manuel Ferandez y Gonzalez) berenjenas/melanzane fritte con miele (piatto di chiara origine ebraica) habitas/fave con chopitos/calamaretti, due bei vasos/bicchieri di tinto/rosso e un Chinchòn, un anice secco a me caro. Mentre al El Anciano Rey de Los Vinos (Bailèn 19, vicino al Palazzo Reale) Huevos Rotos (da inginocchiatoio) rabo/coda di toro (Regalitos de Torito) e pezzi di pollo fritto da insaporire nel Cabrales (grande formaggio asturiano tipo gorgonzola) e su tutto tanto bel Vermouth (quello del grifo/spillato mi fa impazzire).
Ah, la cultura: visitare il Monastero delle Descalzas Reales: è (certamente) uno dei più bei musei di Madrid, tanto interessante quanto poco decantato.