ETIOPIA … PARTIRE PER L’ETIOPIA. PERCHE’, DOVE E CON CHI

Con i neoamici spagnoli di Ayudamosamamaenetiopia alla scoperta di 2 Imperi (quello serio e longevo dei Ras e il nostrano fugace di Re Sciaboletta)
gpb x mondointasca.org del 7/3/13 …. in copertina: ragazzina etiope (foto Diego Caballo)

Addis Abeba, Museo nazionale... foto dei tempi "imperiali"????Faccetta Nera...

Addis Abeba, Museo nazionale… foto dei tempi “imperiali”????Faccetta Nera…

Il ‘perché’ è presto detto: cercare di fare un po’ di bene; anche il ‘con chi’ è di facile risposta: con persone amiche che si conoscono; infine il ‘dove’: in luoghi belli ma più sfortunati dei nostri, per ragioni geografiche, storiche e politiche che ne hanno limitato la crescita. Adelante, dunque, in Etiopia

Curioso scriba, giro indefessamente il mondo per ‘seguir virtude e conoscenza’. Per mia sfortuna, però, i Paesi iscritti a quella stravagante e arruffata confraternita chiamata Onu sono tanti (193 + Vaticano) col risultato che, pur muovendomi parecchio (posso ormai sommare 113 Paesi calpestati), di posti da vedere me ne sono rimasti ancora molti. Uno di questi era l’Etiopia. Grave lacuna tenuto conto dei tanti svariati motivi deponenti a favore di una gita. Uno di questi l’anno 1936. Che nel breve spazio di 365 giorni registrò (per la precisione il 9 maggio) la proclamazione dell’Impero d’Italia – ohèi la peppa! – e la mia venuta al mondo. E se mai non mi fosse bastato essere coscritto del noto discorso del Duce (“Il Maresciallo Badoglio mi telegrafa, le truppe italiane sono entrate in Addis Abeba …”) annunciante l’ahinoi breve impero (solo un lustro) di Vittorio Emanuele III, detto Sciaboletta, ben altri appeals (la storia-leggenda della Regina di Saba, le vicende degli ebrei Falascià) avrebbero potuto spingermi fino al Corno d’Africa. E invece vi sono finito per una vicenda curiosa non meno che bizzarra.

Spese a carico; ma ‘leggerissime…’
Dalla Spagna el mè amigo Paco, Excelentisimo Presidente della asociaciòn de periodistas dell’Extremadura (in cui indegnamente milito) mi informa che la Ong madrileña “Ayudamos a Mamà en Etiopìa” organizza un Viaje solidario ad Addis Abeba, Gondar, Lago Tana e Lalibela. Una decina (non più) di amici che vanno, sì, a vedere e a conoscere ma anche a echar-dareuna mano, fare del bene aiutando gente (se poi sono bambini mi commuovo) in condizioni a dir poco tragiche. La formula della gita è semplice: si devolve un contributo alla Ong per acquistare e trasportare ciò che occorre a chi è povero; ognuno provvede a pagarsi i voli e di volta in volta salda i pernottamenti; durante la gita, infine, si versa in un fondo quanto occorre per campare e trasferirsi.

Il segreto? Dare, senza apparire

Falascià, antichi ebrei etiopici (regina di Saba)

Falascià, antichi ebrei etiopici (regina di Saba)

Una vicenda che me gusta, convinto, come sono, che aiutare chi ha bisogno in nome e a nome di un parente o un amico scomparso (ciao A… e C…) costituisca il miglior modo per ricordarlo invece dei costosi necrologi. Non capisco infatti perché, con tutta la fame vigente in ‘sto sporco mondo (mai sentito parlare del Darfur? bimbi stecchiti tra polvere e insetti), per far sapere che lamenti la scomparsa di un parente o un amico tu debba ingrassare ricchi azionisti di quotidiani (tanto per far nomi, quelli del Cda del Corriere della Sera, di cui alle milionarie buonuscite, da poco pubblicate dal Cdr, alle quali s’è ultimamente aggiunta pure una buonentrata -!-). E’ però anche vero che questo business del “piange l’amico di sempre” (con la I finale del nome o soprannome del piangente solitamente sostituirla con una più esotica Y, fa tanto Gei Ar) oltre a notificarne il pianto fa pierreall’inserzionista se il compianto era vip.

‘Ali’ turche. Una piacevole sorpresa
Volo con la Thy da Milano a Istanbul, incontro i neoamigos madrileños e proseguendo per Addis Abeba noto che ‘sti turchi volanti sono bravini. Perché già mi risultava che la Turkish era in espansione mediante unmarketing aggressivo, soprattutto nel mondo dello sport (mica per niente ha scelto e paga testimonials tipo Lionel Messi e il cestista Kobe Bryant), ma di qui a definirsi negli ads pubblicitari “la prima compagnia d’Europa” , ne passava. E invece, ammirato il loro ben ripittato aeroporto sul Bosforo, preso atto delle tante rotte da loro operate e apprezzato il servizio a bordo (ma sembra che per la faccenda dell’Islam su un po’ di rotte elimineranno gli alcolici, ahi ahi ahi) esclamo compiaciuto, Mamma li Turchi. E nel contempo mi chiedo se non sarebbe il caso che si desse una regolata qualche nostrana compagnia aerea (tanto per non far nomi Iberia e Alitalia) in evidente crisi, alla faccia della ricchezza dei mercati turistici e della posizione strategica dei rispettivi Paesi. Ma se si parla di continenti con problemi, l’Africa, che sto sorvolando, è per certo quello che ne possiede di più, colpa di madrenatura che più avara matrigna di così, non si può. Guardi dal finestrino e di verde ne vedi poco.

Dalla Spagna, con ‘Amor’

Epifania a Gondar

Epifania a Gondar

Atterro ad Addis Abeba e con i coequipiers spagnoli parto alla scoperta di quella che ‘ai miei tempi’ chiamavasi Abissinia (se non altro, al contrario di Etiopia, la parola si prestava meglio per la rima nelle balde canzoni del regime, tipo: “Io ti saluto, vado in Abissinia cara Virginia, ma tornerò”). Otto i neoamici iberici, sette doc più Yeshi – nostra musa, organizzatrice nonché interprete dell’ostico amarico (tale è una lingua con un alfabeto di 260 segni o giù di lì) – ma anch’essa cittadina spagnola nonché brillante imprenditrice madrileña nata etiope nell’ex imperiale Gondar (capitale di un impero ‘vero’, quello dei Negus, durato alcuni secoli, e c’è pure chi lo fa risalire alla Regina di Saba).

Sono davvero ben assortiti i compagni di gita. Deus ex Machina della Ong, gli avvocati Manolo e Jose (già stati in Etiopia) mi vanno davvero bene perché incarnano la tipica Spagna (eternamente non meno che piacevolmente un filino anarquista e quindi pure, sembra ovvio, mangiapreti). Meno focosi, Jesùs e Victoria, lui meticoloso ragiunat del fondo comune, lei che pensa ancora bene degli italiani (lavorò alla Fiat España, ma quando la Fiat era ancora la Fiat). Il baffuto e pizzuto Fernando realizza invece strumenti musicali per l’Opera di Madrid e negli intervalli condivide con me l’aficiòn per il Real. Più serioso, anche lui abogado, Javier dice di amare le scarpinate solitarie sulla Sierra de Guadarrama (e infatti lo perderemo sovente tra le genti etiopi). E infine ecco Diego Caballo profesor de comunicaciòn e pure Jefe grafico dell’Efe (l’Ansa spagnola), il periodista che avendomi convenientemente informanto è virtuale pronubo di questa mia gita solidaria in Etiopia. Arrivederci alla prossima puntata (in cui conterò un po’ di storia e geografia del 113° Paese che sto visitando…). – 1° –

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2 ETIOPIA, STORIA, GEOGRAFIA, RELIGIONI E LA REGINA DI SABA 2

Epifania e Gondar....

Epifania e Gondar….

Prosegue il nostro viaggio per raccontare l’Etiopia africana e asiatica. Paesaggio, morfologia del territorio, religioni, storia passata e recente. Un paese che affonda le sue radici nella notte dei tempi e si chiude con l’ultimo sovrano, il Negus Hailè SelassièLe vicende, lunghe e complesse, di una regione africana che entrò presto nella storia del mondo, religioni, leggende e miti ………….
gpb x mondointasca.org del 13/3/13 

Come in precedenza narrato raggiungo finalmente l’Etiopia, da sempre intrigato da un ensemble di motivazioni, massime le sue vicende storiche (ivi comprese quelle religiose) e le connotazioni geografiche. Queste ultime davvero varie e curiosissime.

Il Paese è continentale e ovviamente “africano” ma risente molto della vicinanza del Mar Rosso (lo separa la ‘stretta’ Eritrea, di cui a un recente armistizio/pace che chissà se durerà) e dell’Oceano Indiano (di mezzo solo piatta terra desertica di quell’incasinata e misteriosa entità geografica chiamata Somalia, più facilmente raggiungibile mediante una ferrovia collegante Addis Abeba a Gibuti, laddove si mescolano le citate acque).

Cristiani e musulmani
Quindi oltre che “africana” l’Etiopia è pure un po’, anzi abbastanza “asiatica”, fosse solo per l’origine delle due più seguite religioni: originò in Palestina il cristianesimo (44% ortodossi e 19% protestanti) e ancor più vicino, in Arabia, predicò il profeta Maometto (musulmani 34%). Quanto poi alla morfologia del Paese, l’Etiopia sarà pur grande da potersi permettere una certa varietà di paesaggi e fenomeni di madre natura (1.064.063 kmq per 85.000.000 di abitanti – ahhh, un grazie e un evviva al caro “atlantino De Agostini” compiendosi il 70° anno della mia avida consultazione!).

Dancalia dai paesaggi lunari
Una terra dalla morfologia molto diversa e particolare: manca solo un bel vulcano a mo’ di ciliegina, ma se si parla di vulcani l’Africa è piuttosto avara. Se si comincia dal basso si finisce davvero sottoterra, leggasi in Dancalia, per ammirare una depressione che davvero impressiona, salati paesaggi lunari tanto bianchi da accecare chi li ammira senza un minimo di protezione. Si sale un po’ ed ecco la metà Azzurra del Nilo, che raggiunge il livello del mare dai quasi 1800 metri del vasto lago Tana. Una chicca geografica niente male: più ex vulcanico di così non si può, trattandosi di un grande cratere, e alla curiosità di essere solcato da barchette di papiro – fotocopie di quelle del lago Titicaca e sulla costa peruviana del Pacifico – abbina la caratteristica della scarsa profondità, massimo 14 metri.

gp0013Un’altitudine, quella del lago Tana, quasi pianura, perché da quelle parti dell’Etiopia si comincia a ragionare dai 2000 metri in su, tra infiniti saliscendi costituenti un vastissimo acrocoro culminante ai 4620 metri del Ras Dascian.

Amba, le montagne della storia italica
Intorno, tante Amba, che poi vuol soltanto dire “montagna”, molte finite nell’italica storia, più seriamente la Amba Alagi (duca d’Aosta, uno ‘giusto’, infatti non Savoia doc), più scherzosamente (ma anche lì gli italiani han combattuto) la Amba Aradam, anni fa noto a noi giovinastri milanesi cantori nelle notturne osterie di periferia di una strofetta che recitava “Ambaradìm Ambaradàm, a Adis Abeba gh’an mis el tram, gh’an mis el tram cunt la pertegheta, e tucc i nègher in bicicleta…”. Siamo pertanto giunti alla storia dell’Etiopia, ma alla più recente, quella Littoria o Fasista (così diceva Mussolini, vai a trovarlo un romagnolo che pronunci correttamente sci o sce, e anche col il Je francese son dolori). Meglio partire dall’inizio, davvero lontanissimo, perché il passato del Paese è lungo, mentre le vicende contemporanee si liquidano velocemente. Dopo il ritorno post A.O.I. (Africa Orientale Italiana) e la successiva, violenta eliminazione del Negus (re) Neghesti (re dei re) Hailè Selassiè ad Addis Abeba si sono succeduti dittatori e governi collegiali vagamente marxisti dopodiché pare che gli estremismi si siano dati una regolata contestualmente a una decisa redenzione del citato imperatore (quasi lo santificano e a onor del vero il buon Hailè si comportò da gran signore con gli italiani che, ammettiamolo, erano andati a rompergli le balle mica poco).

Re Salomone e la Regina di Saba
La storia dell’Etiopia comincia nella notte dei tempi, più esattamente nel 1000 a.C. (o poco dopo) e per sottolinearne l’importanza basta citare due nomi (fonti quanto mai autorevoli: la Bibbia, il Corano e il Kebra Nagast, antico testo etiope): re Salomone di Israele e la regina di Saba. Costei, per gli etiopi Machedà, fu tanto attratta dal sapere e dalla saggezza del monarca da finire a Gerusalemme per intervistarlo. Chissà come andò effettivamente questo affair: proibitissimo il gossip nei citati libri sacri, va a sapere se la regina intraprese una crociera sul mar Rosso solo per le capacità cerebrali del sovrano (ma la storia, si sa, di misteri ne annovera a iosa, e nel nostro caso non è nemmeno assodato se esistette veramente questa sovrana inventrice del turismo). Se invece si vuol dar retta al (non per questo più gossiparo) Kebra Nagast, da intervistatrice e intervistato nacque Menelik e da lui discesero i tanti Negus (nonché Neghesti) di cui (arrivato 225°) Hailè Selassiè dovrebbe costituire il capolinea.

A Gondar....

A Gondar….

Etiopia, Regno indipendente per molti secoli
Più concretamente, quindi storicamente, l’Etiopia fu nei secoli un regno indipendente, forte di una antichissima tradizione religiosa estremamente interessante (basti commentare che i cristiani etiopi vantano il possesso dell’Arca dell’Alleanza). Una Chiesa ortodossa, per secoli legata a quella nota Copta, ma recentemente indipendente, tanto autorevole e radicata da resistere nei secoli ai circondanti antagonisti musulmani.

Una storia lunga e tranquilla, quella etiope, con rare visite straniere se si eccettua la presenza dei portoghesi dalle parti di Gondar (ma quelli, nel ‘500 e nel ’600, non ci fu posto in cui non cercarono di fare affari). Fin quando (dopo maldestri tentativi, a fine ‘800, del nostrano Regio Esercito in arrivo dall’Eritrea) Roma Imperiale (1935) non decise di aprire una filiale africana ad Addis Abeba. Ne parlerò alla prossima puntata (per fortuna “più turistica”).

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2 ETIOPIA, ULTIMI FLASH, ALL’INSEGNA DEL ‘FAR DEL BENE’ (INCLUSO, IN OMAGGIO: MINIDIZIONARIO AMARICO – ITALIANO) 2

(Gita in Etiopia con una Ong spagnola (3 capi e 5 amici aggregati). Un modo strano non meno che meritevole di andare in giro (e i nuovi amigos informano che replicheranno in autunno); si vede il mondo facendo anche un po’ di bene: abbiamo visitato tragici ospedali e miseri orfanotrofi lasciando aiuti di ogni genere)…….

Sul lago Tana

Sul lago Tana

L’Etiopia, una terra che non può che intrigare un anziano signore molto aficionado alla storia, oltretutto nato nell’anno dell’Impero, ma non quello vero, più che millenario, bensì il nostrano imperino sabaudo/fasistache durò soltanto un corto lustro. Mentre viaggio cerco pertanto tracce della presenza italiana nella (a quel tempo detta) Abissinia dopo che il 9 maggio del ’36 il Cav. Benito Mussolini lesse il noto telegramma del maresciallo Badoglio annunciante la conquista di Addis Abeba. L’altro impero, quello che precedette l’effimera A.O.I. (Africa Orientale Italiana) durò invece 40 volte tanto, facciamo 2000 anni (a dar retta a chi dice che il primo Ras – in amarico signore feudale, su tutti il Negus Neghesti, re dei re – discenderebbe addirittura dalla regina di Saba, che però, per altri, è solo mitica).

La Capitale AA: un concentrato di storia
Il tour solidario-turistico previsto dai miei amici madrileni di Ayudamos a Mamà en Etiopia spazia da Addis Abeba, a Lalibea, al lago Tana e infine all’ex imperiale Gondar laddove il 19 gennaio si festeggia (importante avvenimento mondiale, imperdibile per ogni attento, grande viaggiatore) l’Epifania ortodossa, magnifica, multicolore festa religiosa.

Voluta a fine ‘800, dalla celebre (nell’Italia umbertina) regina Taitù (sposa di Menelik II, ben noto agli italiani perché, preferendo non essere invaso, ad Adua ci rifilò una tragica paga) Addis Abeba, nuovo fiore, come tutte le città sorte dal nulla, e per di più non circondata da bellezze naturali, non possiede un gran che (oltretutto, dagli anni ’70, il regime sedicente marxista che eliminò il Negus Hailè Selassiè non aveva voglia e tanto meno risorse per erigere palazzi e monumenti). Sede dell’Unione Africana, ormai megalopoli, la città si può anche vedere in un giorno, perchè il bello dell’Etiopia non è per certo racchiuso nella sua capitale (e meno si cammina, a 2440 metri di altitudine, meglio è). D’obbligo però visitare il Museo Nazionale (si impara che i primi prototipi d’uomo spuntarono da queste parti e non mancano documentazioni della citata, nostrana Guerra d’Etiopia, compreso il trono del Negus), la cattedrale della Trinità (con un adiacente cimitero ricordante il parigino Pere Lachaise) e san Giorgio. Inoltre, un paio di vasti e bei parchi (all’interno palazzi ex reali o deluxe hotels) e il Mercato che sarà pure il più grande d’Africa ma non svetta per unicità. Chicca di Addis Abeba, la non rara presenza di bei chiomati rasta: il movimento, reso celebre da Bob Marley, nacque sì in Giamaica ma l’”adorato” (per motivi religiosi risalenti addirittura al Leone di Giuda) risiedeva in Etiopia e altri non era (da cui il nome) che Ras Tafari, alias lo sfortunato Negus Hailè Selassiè che prima fu obbligato a sloggiare dal fascismo eppoi fu accoppato dal marxismo.

Lalibela
gp0015Tra Addis Abeba e l’Eritrea, Lalibela (a nord le storiche Axum, Adua e Adigrat) altro non sarebbe che un paesino appollaiato (alt. 2360 mt slm) nell’immenso acrocoro etiopico se 8 secoli fa, durante la dinastia Zague, un pio re non avesse deciso di costruire chiese rupestri (è il caso di dirlo) “al rovescio”. Preso atto che gli “edifici sottoterra” oltre che (ben) 11sono in gran parte magnifici, e che il basalto non è facile tufo, l’Unesco ha dichiarato Lalibela Patrimonio dell’Umanità. Da allora, 1978, la presenza di giustamente acculturati viaggiatori è in continuo aumento (come le brame del locale clero ortodosso: 50 usd per la visita, dopodiché chi scrive ha appurato che la gente del posto, pertanto adirata il giusto, poco introita da tanta esosità, vai a capirli i preti).

Non uno solo bensì due gli appeals consiglianti una sosta sul lago Tana, il ‘mare d’Etiopia’ nonché immissario ed emissario del Nilo Azzurro. Da Bahr Dar, godibile per i bei viali dalle tante palme e un’atmosfera di città vacanziera, si va in auto (polvere e strada sterrata, ahi le reni dell’anziano cronista) alle – per fortuna non distanti – Cascate del citato Nilo, tanto celebri quanto bisognose di essere ammirate durante la stagione delle piogge (luglio – settembre) sennò la caduta d’acqua potrebbe non entusiasmare. In barca, invece, si visitano le chiese costruite su alcune delle 37 isole dagli evangelizzatori cristiani (n.b. come già accennato si parla di ortodossi, non copti) al riparo dai bellicosi seguaci di Maometto. Non tutti i sacri edifici, a forma di Tukul, possono entusiasmare ma in tutti è garantita una forse eccessiva e certamente assillante richiesta di birr (25 per 1 euro).

Come già accennato, per quanto visto, Gondar costituisce la highlight della gita nell’Etiopia settentrionale e diviene un vero e propriomust (obbligo andarvi, comandano le guide ai viaggiatori yankees) la presenza al Timkat, l’Epifania, se si progetta un viaggio in gennaio.

Divenuta residenza imperiale fissa, per volere di re Fasilidas, eppoi ulteriormente abbellita dal nipote Iyasu I, la città apparve certamente attraente ai mercanti portoghesi e alla ambasceria del re Sole. Quanto ad altre ‘visite’ europee, Gondar ricoprì importanza nelle vicende del già pluricitato impero mussoliniano (1936-41). Da queste parti, alla sua conquista, cercò gloria uno dei più chiacchierati protagonisti del Regime (Achille Starace) dopodiché, parecchio tempo dopo la caduta di Addis Abeba, Gondar fu l’ultima città ad arrendersi alle truppe inglesi riportanti Hailè Selassiè dall’esilio londinese. E sempre a proposito di Impero de noantri, Gondar è per certo la città d’Etiopia con i maggiori e migliori esempi della architettura razionalista tanto cara a Piacentini (su tutti l’edificio delle Telecomunicazioni nella piazza principale). Salutate le ultime Faccette Nere (canzone in origine non razzista, lo conferma Wikipedia, anzi, cantava un incontro tra giovani romane e abissine) prendo il volo di ritorno. Non prima di aver sorbito l’ultimo, elaborato caffè (te lo tostano, macinano e ammanniscono sul momento). Ma perché tanto importante e scenica liturgia? Beh, basta la parola: Kaffa, è una regione dell’Etiopia.

Profeti in Etiopia

Profeti in Etiopia

MINIDIZIONARIETTO DI TERMINI DI USO COMUNE IN ETIOPIA O RISALENTI ALLE VICENDE COLONIALI ITALIANE

ABESCIAUOT Carne bovina e pollo in salsa piccante di Berberè – ABIET comandi, perdono, pietà – AMBA Monte – AMBESA’ Leone – ASCARI Soldato indigeno – BARAKA Favore divino – BASCIAI Dignità civile – BERBERE’ Peperone rosso – BORGUTTA Pane su sasso poi brace – BULUKBASCI comandante di Bulùn (squadra) – BUNNA Caffè tostato macinato e preparato al momento – CASCI’ Prete copto – CHITET Tamburo – CIAI Tè – CICCA Capopaese – DUBAT Milite somalo – EL HAMDULLILLAH Grazie a dio – ENDERASSIE’ Vicecapo – ENTA KAMAN HENA? Anche tu qui? – GEBEL Monte – GHEBI’ Residenza imperiale – GUAITANA GOITANA Mio signore – GURADE’ Scimitarra etiopica – HAG Santo (stato a mecca) – HAKIM Medico – HARRAI Va bene – HARRARA Febbre – HESS Canto musica – KIBE Burro di latte di vacca – INJERA Pane acido con farina teff – INSCIALLAH se dio vuole – MASCAL Festa della croce (fuoco Damerà) – MIES Bevanda con miele – MUNTAZ Caporale – NAGARI’ BULTA’ Insultaccio – OMRAK KAM? Quanti anni hai? – SALAM Pace – SCIARMUTTA Puttana – SCIUMBASCI Comandante plotone – SUK Mercato – TECC Birra indigena – TUCUL Capanna conica – UAH! Disgusto – UORK Oro – WOT Stufato piccante di carne e spezie