sotttotitolo … MA CHE BELLA FESTA QUELLA DEL N… (pràivaci plìììs……)….

I soliti intortati….

Chi l’avrebbe mai detto. Sono (ormai) trascorsi ben quarant’anni dal giorno in cui el mè amìs  N (privacy please eppertanto di qui in avanti, solo iniziali) pensò bene di tirar su una (gran) bella Fiesta (non meno che originale: soltanto una ventina d’anni dopo vi fece capolino una bottiglia analcolica, se ben ricordo la solita, per noi quasi mejijanos, maldita, in quanto yanqui, Coca Cola). Il tutto in quel di Ro Ferrarese (vabbè, è anche il “paese di Sgarbi” ma è anche abbondantemente risaputo che “Nessuno è perfetto”, nemmeno i centri abitati…).

E adesso (40 years later, 40 anni dopo, e frattanto N di anni ne ha totalizzati 70, ad ogni buon conto non tutti buttati via) eccoli ancora tutti qui, gli amici, beninteso al netto di Spoon River, laddove mi riferisco agli ahimè “veri” assenti (mica i prefetti bigianti ‘per precedenti impegni’) nel senso di scomparsi a titolo definitivo (beninteso doverosamente omaggiati con un “minuto di sorseggiamento”…).
Manca, ad esempio, G, cugino del patròn de la Fiesta, che dall’Aldilà può quantomeno osservare compiaciuto una curva (poco distante da Ro) che osò sfidare svariate volte (solo che vinceva quasi sempre la curva, e Lui che andava dritto…). E manca pure A alias El Ciego, un acuto signore che ebbe quantomeno il genio di sfruttare il suo tragico dramma in un piacevole divertissement solitamente sconsigliato ai vedenti (toccava il culo alle signore, che, già pronte a mollargli il solito, ipocrita, ceffone, lasciavano perdere appena resesi conto delle difficoltà visive di A). Dopodichè chiudo la lista degli assenti (ma, fortunatamente non per decesso, anzi, mi tocco subito le dordole trattandosi di un mio coscritto) con P. Che, del festeggiante N, sarebbe poi el hermanito (si fa per dire, ai tempi delle prime Feste il peso-forma di P si guardava bene dallo scendere sotto il quintale e mezzo, beninteso liquido, e non di Boario). Solo che da qualche anno lamento l’assenza di P in quanto inzialmente autodeportatosi in Liguria, ma poi, però (a mio modesto parere) ivi recluso. E se mai occorre mi candido subito a favorirne l’evasione portando corda e scala, perchè, sia chiaro, “non ce l’ho su” con la Liguria, niente di personale, ci mancherebbe, ma la regione mi sta sui marroni solo perché così differente dalla mì querida  Romagna – Emilia). E a Ro, lasciatelo dire a un veterano, una Festa di N senza P vuol dire un bel 32,7% di tasso alcolico in meno (e vabbè che crisi, ma ditemi voi se è poco). 

Mah….

Ma tiremm innanz (come ben disse Amatore Sciesa, che, se quei balossi degli austriaci gli avessero risparmiato la vita si sarebbe accorto che si stava meglio con Franz Josef I, che con quei – l’ha detto el mè amìs Gianni Brera – ‘pidocchiosi’ dei Savoia).
E andiamo a narrare le Dramatis Personae (laddove la Fiesta di N non è stata per certo un dramma, ci mancherebbe, anzi, ovviamente festa fu, ma, se è per questo, anche la parola ‘dramma’, nell’antichità non era poi così tremenda e a sfigarla di tristeza ci pensarono poi i preti e i loro sempretristi turibolanti).
E i
n primis, non solo per motivi impostimi dal Genius Loci  (nel senso di Lucus – Lugo, di Romagna, ma mi è cara pure quella gallega), ritengo doveroso aprire la descrizione di quello che non erro definendolo un vero e proprio Parterre de Rois (antan c’erano più, come si dice da ‘ste parti, busòne, ma, si sa, gli anni passano e le prudèries moraleggianti aumentano) magnificando la presenza di P. Che, da quel che ho capito, detiene la meravigliosa dote psicofisica di possedere due marroni, a prima vista del tutto normali (e per carità di patria glissiamo sul passerino). Solo che P ebbe antan la poca accortezza di aver fatto il bagno senza costume, col risultato che tutta quella suesposta pochezza fu ahilui visionata dalla V, altra illustre Scomparsa alla Fiesta di N). Da cui si evince (miracolo della moderna Fisioterapia) che le balle di P non gli esplodono mai (!!!) nemmeno quando la sua druda M – fosse solo per nervosamente non meno che beffardamente ribadirgli ‘chi comanda’ – tenta di vessarlo con eccessivi diktat che nemmeno lo Zar Nicola I di Russia …. (solo che P, gran gentiluomo, glissa sulle mie reiterate segnalazioni di calmanti, quasi letali ma non troppo, che oltretutto sembra che non lascino traccia….). 

Un popolo di Eroi, di Santi, di Navigatori….

Se invece si parla di polipartecipazione internazionale, alle Feste di N, beh, gli arrivi sconfinano ben al di là il Parterre de Rois padano…. Nutrita, ad esempio, la partecipazione terzomondista nel senso dei provenienti dalla Caput Mundi. Amici che, a prima vista, sembrano normale (ad esempio camminano su due sole zampe e in posizione stranamente eretta) solo che (ma Darwin scomparve prima della loro apparizione) i maschi autoctoni “tengono per la Roma”, dopodichè sarebbe superfluo temere che qualcuno dei citati residenti nella capitale potrebbe financo risultare vicino di attico del card. Bertone. Dopodichè a O e B (dilette sorelle nonchè nipoti del festeggiante e residenti nell‘eterna città) non mi resta che chiedere: ma, a Ro, uno ‘normale’  che tenga per la Lazio – in quanto ‘gemellata’ con l’Inter – non riuscite proprio mai a portarlo?
Proseguendo l’elenco dei festanti, più compassati dei Quiriti, ça va sans dire, mi sono sembrati gli Z, provenienti dai colli piacentini (da cui si evince che è meglio il Gutturnio del Frascati). Eppoi c’era “quello solito della fisarmonica” tanto bravo e perbene (nonchè furlàn quindi per me eccellente persona) epperò un tantino triste appena alle prese coi tasti (consiglio agli ascoltanti maschi: almeno una palla in mano non guasta mai, le sciure si arrangino..).Mentre dalla Maremma proveniva una bela (ma proprio bella) tusànn amica di F, ma come facevo a dichiararle eterno amore con tutta quella differenza che c’è sulle rispettive carte di identità?
E proseguo il Who is Who, degli sbafatori al tradizionale HN, l’Happening di N segnalando C & F, al secolo figli di N, ma forse degeneri in quanto tradenti i gusti del babbo (Lei, C, sembra una persona “fedele”, e fa bene, sentirei infatti la mancanza del suo sposo, al secolo A, che benchè juventino mi propone sempre vini che è un giulebbe … Lui, F, ben più civile di A in quanto interista, non c’è volta che non mi veda e non mi slunghi una bella bottiglietta di birra… e bravi i 2 N’s burdèls).
Nella dynasty  c’è poi S, cugina dell’anfitrione, che una volta m’ha fatto dei biscotti al formaggio ma che buoni. E che dire di U (figlio del già lodato G, quello della stessa curva ma sempre sbagliata) che l’è talmente un bel fioeu (guapo y hermoso,  e lo dico ancorchè non sia maricòn) che io, se fossi in lui, invece che alle Feste di Ro (tanto per dire: alla già citata sciura del già citato mio amico – ma no names please, tanto sappiamo tutti chi è – smagliandosi l’ampio costume da bagno, e vabbè in cucina, l’è caduta una tetta e si è slogata la caviglia…) invece che alle feste di Ro, se fossi U, preferirei (chances di cuccare, 99,2%) andare a guzzare a Rizzione (e invece, pro patria et familia, il povero U eccolo lì con le carampane che nemmeno più ai campi Arar a fine guerra….)

Tresigallo, Casa della Cultura, fascista (la Casa, non la Cultura…)

Quanto agli altri credi, ecco svettare la rientrante (dicono che il perdono sia una expertise vaticana, bravo N) M, vabbè non cattolicoapostolica in quanto – parimenti alla mia Lady P(recaria) – festeggiante lo Shabbat (ma sarà mica una malattia da mettersi a letto, eppoi c’è anche chi tiene per la Juve). In arrivo da Venexia, poi, tèl chì il G (che di giorno gira a occhio libero ma al tramonto mette su gli occhiali da sole, epperò, beninteso, cacchi suoi…). E proseguo narrando la presenza di alcuni  indigeni (vip di Ferrara downtown, mica gente qualsiasi di Copparo e/o Ruina), tipo la P, tanto sorridente quanto eroina nel sentire le puttanate che indefessamente proclamo in sua presenza (mi scuso).

Infine, last but not least, anzi, il M, mio maitre à penser, durante i miei Ozi Ferraresi, tra corse dei cavalli e gite nel delta.
Quanto a “tutti gli altri”, non è che li abbia bypassati, ma lo spazio è tiranno e dopo tante citazioni del Parterre (tanto vip come il Briatore, quanto – sempre come lui – poco vocato a sapere & conoscere) un filino di cultura ci vuole proprio.
Orbene, nella (da Ro) non distante Tresigallo il qui scrivente, umile aficionado alla Storia, ha scoperto che sarebbe il caso di saperne di più sul gerarca fasìsta (ma fino a un certo punto, leggi il fatidico 25 luglio1943) Edmondo Rossoni. Un personaggio dall’esistenza intrigante, lardellata di tante interessanti vicende (oltre al merito di aver fatto del suo paesone un magnifico esempio di quello che fu l’architettura razionalista del Ventennio).
Col risultato (N è avvertito, e proclamo un bel Hasta la Vista agli amici indigeni) che “a Ro tornerò e su Rossoni scriverò” (ma questa – tanto per citare nuovamente Kipling – “è un’altra storia” mentre sarebbe il caso di preoccuparsi per le tette della mia amica, in caduta libera, e se le finiscono sulle caviglie non ce n’è più per nessuno…).

per mondointasca.org