Una via d’acqua davvero speciale’ … ‘diversa’ e storica …..
(per ”Aqva”, Ambiente Natura Vita, nella foto di copertina: il Canale a Fromista)
Si tratta di un fiume costruito dall’uomo, una via d’acqua che per due secoli ha influito sugli aspetti economici e paesaggistici della regione. Oltre a sorprendenti opere di ingegneria vanta eleganti tracciati e piacevoli bellezze che lo rendono meritevole di una visita. Chi segue il percorso del canale scoprirà pertanto un mondo del tutto imprevisto, panorami inusitati, godrà scorci ricchi di armonia e di incanto.
Le vicende
La storia del Canale di Castilla ha origine dalla necessità di sviluppare i trasporti sull’acqua e nasce da un ardito progetto che avrebbe unito la Meseta castigliana al Mare Cantabrico (si era addirittura pensato di unire Segovia a Santander) per un movimento di merci più veloce, efficace, pratico. Non secondaria era anche l’importanza del manufatto per l’irrigazione di terre notoriamente fertili. I lavori cominciarono nel 1753 a Calahorra de Ribas e terminarono nel 1849 a Medina de Rio Seco, con l’apertura di una “via acuatica” destinata a smaltire il viavai di prodotti e mercanzie per più di un secolo (1959). Il canale si estende su tre diramazioni per un totale di 207 kilometri. Il ramo settentrionale (Ramal del Norte), 75 kilometri da Alar del Rey a Herrera de Pisuerga, è caratterizzato dalla più sensibile variazione di livelli, risolta con 24 chiuse. Meno segnato dai dislivelli (solo 7 chiuse) il più ‘piatto’ Ramal de Campos nasce dalle acque del fiume Carriòn, a Ribas, e termina a Madeina de Rioseco. Il ramo meridionale (del Sur) inizia a El Serròn e dopo l’interruzione di 18 ‘esclusas’ giunge alla darsena di Valladolid.
Dati interessanti
La larghezza del canale varia dagli 11 ai 22 metri, la profondità da 1,80 ai 3 metri.
Il Canale di Castilla è stato percorso da chiatte e altre imbarcazioni, in un primo tempo mosse congiuntamente dalla vela e dal trascinamento (successivamente si operò solamente con la trazione a opera di muli e cavalli). Il traffico era permesso solamente ‘de sol a sol’, dall’alba al tramonto.
Ogni chiusa -bacino in pietra- congiunge due parti del canale situate a differente livello. Se una sola chiusa non permette l’annullamento del dislivello si risolve il problema creando più invasi comunicanti; accade alle 4 “esclusas” di Fròmista (superano un dislivello di 14,20 metri) e alle 3 di Calahorra de Ribas.
Per la costruzione di una chiusa, si costruiva alle 2 estremità una porta a doppia chiusura. Una delle due ante (la ‘puerta baja’ o ‘tajadera’) azionata dall’alto con un meccanismo simile alla ghigliottina permetteva e dosava il passaggio dell’acqua nel riempimento o nello svuotamento della chiusa. Le ‘esclusas’ di pianta ovale sono anteriori al 1808, posteriori quelle rettangolari. Nei due secoli di impiego del Canale la parte centrale di molte chiuse fu allargata (unico problema, il reperimento di un maggior volume d’acqua) rendendo possibile il passaggio di due natanti.
Mèta turistica
Oggidì “el Canal de Castilla” svolge il non disprezzabile compito di attrazione turistica e soddisfa le esigenze e le speranze del visitatore. Chi ha visto il Canale di Panamà, poi, e avrà fatto le dovute proporzioni (non senza calcolare le differenti date di costruzione dei due canali) potrà trarre sorprendenti conclusioni.
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