Proemio…. In primis non mi stanco di precisare (ma, si sa, la geografia non è tanto amata dal popolo d’Italia, ivi compresi i miei due lettori e mezzo) che la Ro di cui scrivo queste mie inezie (però non devastantemente tutte insieme bensì diluite in puntate quotidiane a partire da oggi) non è quella con l’H (a ‘sti bauscia milanès – padroni di Rho in quanto sede di Expò – piace fare i sciur financo usando lettere dell’alfabeto, tipo la H, ancorchè inutili in quanto impronunciabili…). Sto infatti parlando della Ro cosiddetta Ferrarese, laddove i bravi cuntadèin della Romagna – Emilia (scusomi per l’“inversione di regione” ma il mio babbo nacque a Lugo di Romagna similmente al mio grande amico Paolofigna, anche se ormai sposato) si  dimostrano a tal punto parchi da non sciupare spazio, ancorchè minimo, tantomeno per sciorinare lettere alfabetali a tal punto inutili, da non valere, appunto, un H….). Dopodichè se – a differenza da quella longobarda –  la Ro Ferrarese non può vantare una reboante Expò Universale (epperciò evitando curiose inchieste della Magistratura per danèe forse troppo facili, nel senso di business tra amici e amici degli amici) quantomeno (ma, si sa, il libretto degli assegni fa ormai comodamente aggio sul libro da leggere…) la amena cittadina in riva al Po può dire la sua in tema di cultura e notorietà. Roba mica da poco, ancorchè (come giustamente sentenziò Andy Warhol) l’autonomia di durata della notorietà non superi il quarto d’ora (ai tempi di Andy, adesso, però, che la tivù dispensa tanti tiggì sono possibili anche generosi tempi supplementari).

I soliti intortati….

Perché – cultura – Ro & dintorni costituì la (oggi fa chic dire) location del celeberrimo (non meno che, ma lo dico io, prolisso) “Mulino del Po”,  laddove Bacchelli cita la “Beicamina”, antan monastero di pie suore e oggidì maison campagnola del mè amìs Nicola, tanto accogliente e ariosa quanto ospitante (chi scrive, e su questo mio Buen Retiro agostano, ho già detto la mia in precedenza, vedi il solito web).
Passo dunque in cronaca diretta….

7 AGOSTO, lunedì. Milano – Ro, 249 km che spero di aver percorso (dopo autostrada fino a Verona, superstrada a Rovigo, forse non così rapace da inventare stolti limiti di velocità solo per cuccare infingarde quanto sceme multe non certo dettate dalla sicurezza…) quindi  al netto del “Oip&iclv” (Obolo Involontario Perpetrato & Imposto dai Comuni, mediante invenzione di  Limiti Velocità tanto demenziali quanto impossibili da mantenere). Solo che, se si parla di danèe, il Belpaese è nelle spese per spegnere i fuochi appiccati dagli stessi pompieri, Roma costa eppertanto “Bambole non c’è più una Lira”. Col risultato che agli impoveriti Comuni del Belpaese non restano che ‘ste truffaldine bassezze  alias FL (Furti Legalizzati…) quando non si preferisca parlare di MGACA (Medioevali Gabelle per Attraversamento in auto di Centri Abitati).
Ma eccomi a Ro (Ferrarese, già detto). Mi insedio alla “Beicamina” (vedi sopra) eppoi parto alla ricerca di un posto dove rifocillarmi dopo aver ahimè scoperto la chiusura “per lavori” di “Christian” (delizioso Cibi Cotti, stimato dallo scrivente e dal Filippo, figlio del citato Nicola, il padrone di casa, certamente non buon esperto di Buon Mangiare in quanto – nessuno è perfetto… – Accademico della Cucina).

Riposi ferragostani … per la Serie “Nessuno è perfetto”…. anzi….

Son lì, ‘en solitario’ nella Main Square di Ro (sono già le 20, deserto, tipo quello Rosso raccontato dal ferrarese Antonioni) a cercare soluzioni mangerecce (escludenti trasferte, sennò mi spingerei fino al Mulino del Po, distante circa 1,5 km) quando si avvicina un’auto da cui si sporge una bella burdèla chiedente come andare alla Biopastoreria. Azienda Agricola (appunto Bio, e a ‘sto punto non sto lì a discettare su ‘sta vicenda dei pesticidi & C. avendo oltretutto una certa fretta) del mè amìs Giovanni Dalle Molle.
Novello san Cristoforo mi offro di accompagnarli (così saluto anche il Giovanni) verso la loro mèta (Ro non è Nyc ma qualche strada ce l’ha anche li) per la soddisfazione della coppia, che, va dal Giovanni per una cena tra amici.
Un’agape, scopro all’arrivo ciarlando col Giovanni, di un gruppo di bella gioventù amica del di lui figlio.
I giovani, pertanto, mangiano nel main building (nel senso della casa colonica), mentre io (ipso facto invitato a cenare, siamo mica ‘come a Milano’, laddove ormai non ti invitano più per scarsa quanto stupida voglia di ‘dover tirar fuori’, ed esibire, l’argenteria) ceno nel cascinale col Giovanni e una quanto mai eterogenea minibrigata di neoamici composta da un già noto signore greco (tanto ieratico quanto misterioso, ma un pochino di pathos, si sa, non guasta mai), un giovane ucraino di (nel senso che ormai ivi vive da circa 10 anni) Jolanda di Savoia e infine un altrettanto giovane londinese (con l’ucraino-jolandese la Force de Frappe agricola del Giovanni) che però, più che a Piccadilly Circus vedrei di casa dalle parti dell’Asia Minore.
Bella serata, tanto diversa quanto intrigante (gente nuova, tante domande) grazie Giovanni. Seguirà (spero a gentile richiesta) la 2a puntata di ‘sto mio soggiorno Roense (qui, nella Ro senza l’H, si dice così, non so in quella con l’H….).Tra le varie imprese che sto pianificando da Ro, una gita a far vedere Venexia al mio querido nieto Xavier nonchè un Blitz, roba da Marines sulla spiaggia del Lido di Spina, a liberare el mè arci-amìs Paolo, (molto) probabilmente schiavizzato dalla so sciura (ma in questo caldo mese estivo, invitante al gozzoviglio, non vale forse il saggio detto “Agosto moglie mia non ti conosco…!” ??????).

Fine 1ma puntata ….                                                                                                                       x mondointasca.org